La ragazza sbagliata
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
E'davvero come sembra?
Estate 1993. Irene viene trovata morta dopo giorni di intense ricerche. Una giovane vita spezzata nei peggiori dei modi. Uccisa, e il suo corpo sembra essere stato vittima di crudeli violenze.
Chi avrebbe potuto compiere tali atrocità? Chi avrebbe potuto voler fare del male a una giovane tanto amata e ben voluta? Bella, intelligente, una vita perfetta davanti.
Ma è davvero così?
“La ragazza sbagliata” è un noir italiano con protagonista Dario Corbo, giornalista divenuto famoso negli anni ’90 per i suoi articoli sulla morte di Irene e che anni dopo si ritrova, per necessità di soldi soprattutto, a scrivere un romanzo sulla ragazza accusata dell’omicidio di Irene.
Nora Beckford, il suo caschetto nero alla Uma Thurman in “Pulp Fiction”, il collarino nero e le Dr. Martens.
Nora Beckford che “non era mai passata del tutto inosservata. Aveva intorno una certa aura di privilegio, si capiva che era diversa […] Quando ti degnava di uno sporadico sguardo, sembrava stesse sempre per dire >”
Tutte le vicende, nel passato e nel presente, avvengono in Versilia, descritta dall’autore del romanzo in una intervista come “un microcosmo che ti permette di passare dall’orizzontale, il mare, al verticale, le montagne, in tre chilometri e la visione del mondo si ribalta”. Tutta la storia viene raccontata in prima persona da Dario Corbo, giornalista caduto in disgrazia, che sotto la guida di una donna magistrato, Lavinia Monforti, indaga anni dopo per capire se Nora ha passato 15 anni in carcere per un errore.
Allora, per prima cosa devo ammettere che ho fatto fatica a concludere la lettura del romanzo. Non perché la storia non sia interessante, al contrario. L’indagine dal punto di vista di un giornalista è una scelta molto particolare. Siamo abituati a seguire i casi di detective, poliziotti… In questo caso abbiamo un giornalista che, desideroso di fare carriera, farebbe di tutto per trovare la “notizia”.
Forse è proprio per questo che ho avuto difficoltà a terminare la lettura. Direi proprio a causa di Dario Corbo. Dalle prime pagine, non solo non mi sono affezionata al personaggio, ma ho proprio sentito una vera repulsione. Non mi capitava da molto per il protagonista di un romanzo.
Non ho mai parteggiato per lui, non ho mai provato pietà per le situazioni in cui si è trovato (l’assenza di soldi, la separazione dalla moglie, il rapporto con il figlio…).
Tra i personaggi, forse ho apprezzato maggiormente nella sua presentazione generale Lavinia Monforti, il magistrato, “una rossa dal cuore nero”. Donna forte e sicura di sé, non esita a mettere in difficoltà Dario Corbi con i suoi discorsi e le sue congetture: “Lo chiami horror vacui – continua – O se vuole anche quell’idea fissa, tipicamente maschile, che un buco esista soltanto per infilarci qualcosa. Ecco, quando le risposte certe non ci sono, arriva la smania di trovarne una purché sia. Anche se infilare la tua verità in quel buco è solo un atto di violenza. E’ così che funziona, mi dia retta”.
A parte il mio scarso amore per il protagonista, conclusa la lettura, posso dire che l’ho apprezzata.
E’ un giallo italiano che si legge volentieri. L’autore Giampaolo Simi ha uno stile piacevole, con numerose frasi che mi hanno costretto a interrompere la lettura per pensare.
Ho avuto solo alcune difficoltà all’inizio per capire i continui salti temporali, dai giorni nostri agli anni ’90. Ma già dopo le prime pagine ci si adatta velocemente allo stile del romanzo.
Quindi, che dire se non “Buona lettura”? :)
“Provo tenerezza per gli oggetti concepiti per non diventare mai antichi, ma solo decrepiti, molto presto. Mi chiedo se le storie che chiamiamo, per semplicità, d’amore, non possano avere un destino simile. Prima sono il futuro, ma quando qualcos’altro ce le fa sembrare obsolete, a che servono? Non resta che liberarsene e dimenticarle il prima possibile”
Indicazioni utili
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Aggiustare la verità
Una borsa piena di piccole pietre bianche.
Da dove viene la pietra?
Dalla borsa.
Attenzione, la verità non è quasi mai la più ovvia, tantomeno la più giusta e se sembra soddisfare il palato, probabilmente la si sta aggiustando.
Ad ogni fatto criminoso prende sempre il via una caccia alla verità che coinvolge tutti, forze dell’ordine, media, opinione pubblica. Ognuno si costruisce le proprie convinzioni, in un’aula di giustizia così come al bar sotto casa, ed è facile spazzare via i particolari che non collimano, piegare gli elementi al proprio pensiero.
Per più di vent’anni il giornalista Dario Corbo ha cercato di dimenticare quell’estate del 1993 in cui una giovane ragazza è stata ritrovata violentemente uccisa in un bosco della Versilia. Non ha mai ripensato a quel delitto con cui ha mosso i primi passi nell’ambiente della cronaca nera. Non si è mai più interrogato sulla verità che aveva scritto e sostenuto tenacemente dalle colonne del proprio giornale. A distanza di vent’anni, però, complice una serie di sfortunate vicende professionali e personali che lo hanno fatto finire a terra, disoccupato e solo, Dario è costretto ad accettare la proposta di scrivere un libro su quel caso, riaprendo il cassetto in cui erano stati stipati appunti, domande e dubbi e costringendosi a chiedersi infine se la memoria a volte non ci inganni, per farci pensare di non aver mai avuto davvero torto.
“La ragazza sbagliata è un romanzo complesso in cui Giampaolo Simi affida alle pagine una serie di interrogativi sul rapporto tra verità, memoria, giustizia. Rispetto ad altri lavori che ho letto dello stesso autore, si percepisce qui la ricerca di una certa tortuosità d’intreccio facendo prevalere la componente di indagine quasi poliziesca rispetto alle atmosfere noir e all’approfondimento psicologico in cui, a mio parere, dà il proprio meglio. Non manca però la qualità di penna e la sensibilità di tocco, nel far rivivere la storia italiana del 1993 così come del tratteggiare personaggi profondi e credibili. Senza risparmiare domande scomode travestite da giallo.
Indicazioni utili
Anche la verità, dopo un po', muore
Dario Corbo è un giornalista al momento disoccupato e la sua vita sta andando alla deriva perché un giorno invece di abbassare la testa si è ribellato, forse anche troppo. Quando crede che ormai le possibilità per “riabilitarsi” siano finite, arriva la sua occasione, rioccuparsi di un caso di molti anni prima, quando era alle sue prime armi, un caso che lo vede fra i principali protagonisti di allora.
Il libro parte in maniera lenta e si porta dietro questa lentezza per un centinaio di pagine; la narrazione poi diventa più avvincente e le pagine iniziano a scorrere più rapidamente ma arrivati alla fine la delusione non è poca.
Simi con il suo romanzo non mi ha convinta molto, sono stata più volte tentata di lasciarlo ma la parte centrale mi aveva fatto sperare in ben altro, arrivata alla fine non posso pienamente sentirmi soddisfatta di quello che ho letto.
Consigliarlo? Non saprei, sotto l'ombrello può anche andare, per il resto un po' meno.
Buona lettura.
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La storia italiana alla luce della narrativa
La commistione tra generi che si stenta a definire con sicurezza nella attuale narrativa pone qualche problema di identificazione anche per il coinvolgente romanzo di Giampaolo Simi, La ragazza sbagliata. Noir? Auto fiction? Poliziesco? Il libro sembra toccare tutto, ma anche oltre: un romanzo sulla memoria, sulla storia italiana meno indagata dalla narrativa, quella degli ultimi anni Novanta. Giampaolo Simi ambienta la sua narrazione nella settimana di ferragosto del 2016, ma riandando con la memoria ad un delitto che fece scalpore nella Viareggio del 1993.
Una ragazza appena diciottenne, Irene Calamai, bella brava e buona, viene trovata uccisa e seviziata in un bosco a ridosso della famosa costa della Versilia, dopo aver partecipato ad una festa nella casa di un celebre e potente scultore inglese, Thomas Beckford, la cui figlia, Nora, misteriosa ed solita all’uso di droghe e superalcolici, viene accusata del delitto. Nora dichiara la propria amnesia rispetto alla morte della rivale, ambedue le ragazze, infatti, flirtavano con Corrado Beltrami, playboy locale figlio di un uomo potente e chiacchierato. Dopo una prima assoluzione Nora Beckford viene ritenuta colpevole del delitto e condannata a quindici anni di carcere, che sconterà.
Il narratore della storia, il giornalista Dario Corbo, era all’epoca un giovane cronista praticante in un giornale della provincia e proprio sul delitto Calamai aveva fatto le sue prime esperienze di cronista di nera: la stampa aveva di fatto creduto nella colpevolezza di Nora: anche Corbo, presumibilmente aveva inconsciamente contribuito a questa versione dei fatti. Ora, nel rovente agosto 2016, Dario ha perso il posto di direttore di una rivista che si occupa di casi irrisolti, è stato lasciato dalla moglie Giulia, vive un difficile rapporto con il figlio Luca, adolescente e ribelle, non ha più un soldo. Un editore milanese gli propone di scrivere un libro sul caso Calamai, visto che Dario ne aveva scritto a profusione, per indagare su una vicenda non del tutto chiarita.
Da qui inizia la nuova inchiesta che Corbo, insieme alla sportiva e decisa Lavinia Monforti, magistrato coraggioso e vecchia amica di Nora, decidono di portare avanti contro i pregiudizi e i depistaggi che avevano caratterizzato il processo d’appello, che aveva ribaltato la sentenza di innocenza di Nora.
Ciò che è di più interessante ne La ragazza sbagliata, un romanzo lungo, a volte tortuoso, con qualche salto che potrebbe disorientare il lettore meno attento, è la ricostruzione dell’anno 1993: il contesto storico e sociale che aveva caratterizzato quegli anni sembrava costituire la vigilia di qualcosa di estremamente drammatico per la tenuta democratica del nostro Paese. Le stragi di mafia che uccideranno , la risoluzione di Cosa Nostra di passare a qualcosa di diverso dall’uccisione delle persone, magistrati o poliziotti, e di colpire il patrimonio culturale: ecco allora la strage fiorentina dei Georgofili, l’attacco al tritolo alle chiese romane di san Giorgio in Velabro e di San Giovanni e, infine, lo scampato pericolo della strage che sarebbe avvenuta se fosse esplosa la bomba piazzata nel parcheggio della stadio Olimpico.
Tutto questo ci racconta La ragazza sbagliata, l’intenso romanzo di Giampaolo Simi, che nella voce del protagonista, il giornalista ormai disoccupato per la crisi dei giornali cartacei, ha il coraggio di rivedere le proprie convinzioni, di rischiare in prima persona, di affrontare con coraggio civile pagine oscure nelle quali poliziotti, carabinieri, magistrati, servizi deviati, imprenditori corrotti hanno contribuito alla spaventosa crisi di credibilità e di tenuta della democrazia italiana. Nelle pagine finali del romanzo, Dario Corbo sembra voler chiedere scusa a nome di un’intera generazione alla povera Irene, morta per caso, assumendo la responsabilità morale che è in fondo di tutti noi.In questo testo la finzione si colora di elementi di attualità, mentre le vicende personali del protagonista, ottimamente intrecciate, ci portano verso quel genere divenuto ormai di gran moda, l’autofiction. Un libro da leggere, da ricordare e da elaborare, per non dimenticare.