La piramide di fango La piramide di fango

La piramide di fango

Letteratura italiana

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Sono giorni di pioggia a Vigàta, quegli acquazzoni violenti e persistenti che non danno requie, fiumane d’acqua scatenata che travolgono case e terreni lasciando dietro di sé un mare di fango. È in una di queste giornate che un uomo, Giugiù Nicotra, viene trovato morto in un cantiere, mezzo nudo, colpito da un proiettile alle spalle. Aveva cercato scampo in una specie di galleria formata da grossi tubi per la costruzione di condotte d’acqua. L’indagine parte lenta e scivolosa, ma ben presto ogni indizio, ogni personaggio, conduce al mondo dei cantieri e degli appalti pubblici.



Recensione della Redazione QLibri

 
La piramide di fango 2014-06-06 13:54:15 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    06 Giugno, 2014
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La piramide di fango

Ormai siamo all'ennesimo capitolo di una fortunatissima serie letteraria di Andrea Camilleri, con protagonista il Commissario Salvo Montalbano.
Gli anni passano caro Salvo, con essi si appannano un po' la vista e l'udito, e ci si mette anche il cattivo tempo, con pioggia torrenziale e colate di fango ad annebbiarti il cervello. Sarà così? Tu Salvo lo sai bene da cosa deriva il tuo malessere, tu sai bene che seppur adori il tuo lavoro il tuo cuore batte per Livia che non passa un bel periodo, reduce da un finale che vi ha segnati per sempre ne "Una lama di luce".
Questo romanzo parte come gli altri, un morto ammazzato in circostanze poco chiare, si sviluppa molto a rilento, una cadenza ritmica data sicuramente da un Montalbano scarico, spossato, che non mette bene a fuoco le circostanze, il tutto scandito da condizioni meteo che non fanno altro che rendere più cupo il nostro Commissario.
Per fortuna la lucidità non abbandona l'impareggiabile collaboratore Fazio, l'eterno incompleto Augello ma è Catarella che con la sua naturale ingenua e semplice personalità a donare quel tocco di luce al romanzo, altrimenti troppo fosco e grigio negli umori.
L'ambiente in cui si svolgono i fatti è una Vigata immersa nel fango dei cantieri, quei cantieri di opere pubbliche che toglieranno il sonno al Commissario, quella Sicilia fatta di mille sfaccettature condizionate dalla storia, dalla politica, dalla Cupola o sarebbe meglio dire dalla piramide? Quei siciliani che si svegliano ed intraprendono ogni tipo di attività per fame, dagli imprenditori rampanti ai professionisti che saltano da un piede ad un altro come dagli scrupoli all'irresponsabilità, quegli operai assunti a nero, quelli clandestini, quelli di cui nessuno si preoccuperà mai pronti ad essere martiri per una fine vile o quelle anziane donne che nonostante l'età e le norme, si muovono borderline contrabbandando alimenti e donando un tocco di folklore puro e verace ...
Camilleri questa volta ce la mette tutta per cambiare il colore alla sua opera letteraria, dal giallo al noir il passo è davvero breve per un autore che in quest'opera appare un po' "cambiato", nell'approccio al lettore, sarà un' impressione personale?
L'opera è comunque godibilissima e si legge in una giornata, perchè è impossibile non avere voglia di scoprire come andrà a finire.
Ecco il finale. Seppur concludendosi con il colpo di scena alla Salvo Montalbano l'ho trovato molto sbrigativo.
Buona lettura a tutti.
Syd

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La piramide di fango 2014-09-21 16:47:23 Tanu
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Tanu Opinione inserita da Tanu    21 Settembre, 2014
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Montalbano: uno di famiglia

Salvo Montalbano, dopo tutti questi anni, lo sento come uno di famiglia. E con la vecchiaia, i problemi legati alla stessa, la lontananza dalla sua amata Livia, provo una certa empatia e alla fine, lo confesso, ci scappa anche la lacrimuccia. Questa volta Salvo se la deve vedere con la Mafia, i rivali storici Sinagra e Cuffaro ed un nuovo personaggio della mafia trapanese mai apparso sinora. La storia si dipana nel torbido mondo dell'edilizia pubblica e parte da un'apparente delitto di corna: ma da subito sembra un'evidente depistaggio e il buon Salvo alla fine riuscirà ancora una volta a sbrigare la matassa.

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La piramide di fango 2014-08-22 12:40:17 MrsRiso13
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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    22 Agosto, 2014
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Il fango si può lavare

La vecchiaia, la stanchezza e il grigiore sono il velo che si stende su tutta la vicenda di questa nuova puntata del commissario di Vigata. Palesandosi ora sotto forma di pioggia dal cielo che intristisce la campagna siciliana, ora come umore nero e malinconico di Montalbano, ora come rassegnazione dell'assassino intrappolato in un banale trabocchetto o ancora sotto forma di lentezza che permea lo svolgimento delle scene.
Tra appalti truccati e cantieri edili si aggira, stavolta, un triste Montalbano vecchietto sentimentale, preoccupato per la sorte della sua amata Livia più che per il caso che deve risolvere. Con le scarpe sporche di fango scoprirà l'assassino e un losco giro di affari illegali in cui, ancora un volta, la politica e la malavita sono legate. Non mancano neppure i fidi collaboratori di sempre, l'arguto Fazio, aiutante fidato, l'amico di sempre Augello e l'incomparabile Catarella, unico tratto colorato all'interno di un romanzo dai toni un po' spenti e cinerei.
Con queste premesse non devono però venire meno le certezze sulla qualità del romanzo, che rimane un ottimo amico delle serate di lettura. Non vi è dubbio alcuno che sia da leggere, ma se potessimo paragonarlo a un animale come cucciolo di cane, saremo sicuri che adesso è arrivata l'età adulta, non corre più dietro alle palline, non tenta di mordersi la coda e non ci accoglie più saltandoci addosso e leccandoci la faccia, ma non per questo non possiamo continuare a contare su di lui, alla fin fine è ancora qui con noi accoccolato sulle nostra ginocchia, proprio come Montalbano.

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La piramide di fango 2014-06-27 16:21:15 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    27 Giugno, 2014
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Montalbano contro boss e appalti truccati

Sei ditte edili in combutta tra loro per riciclare denaro sporco proveniente da illeciti traffici mafiosi, un omicidio camuffato da delitto passionale, un superboss nascosto e poi rapito, due famiglie mafiose di Vigata (i soliti Cuffaro e Sinagra), storicamente contrapposte, ora concordi per spartirsi grosse somme di denaro, una misteriosa cassaforte sotterranea, una affascinante bionda tedesca misteriosamente scomparsa : questi i principali ingredienti della nuova indagine del commissario Montalbano, un po’ più in là negli anni ma sempre capace di dipanare matasse intricate e pericolose. Tanto da recarsi nel covo di un notissimo boss e di riuscire con un abile stratagemma a metterlo con le spalle al muro ed a estorcergli una piena confessione. Fanno da sfondo come di consueto l’abilità ed il buon senso di Fazio, la verve e l’allegria del vice Mimì Augello e, dulcis in fundo, le stramberie di un sempre più confuso e caparbio Catarella, vera macchietta da film comico del dopoguerra. Ancora una volta Montalbano riesce ad incastrare i colpevoli, nonostante evidenti complicità politiche e l’appoggio di reti televisive locali compiacenti e corrotte. Come sempre Camilleri punta il dito contro una certa Italia alla deriva, contro il malcostume imperante e le trame apparentemente vincenti di una mafia sempre più agguerrita, un vero e proprio stato nello Stato, che non può e non deve prevalere. Le consolazioni arrivano al nostro commissario dall’eterna fidanzata Livia, reduce da un recente lutto. Montalbano ne è scosso, la rincuora con lunghe telefonate ed è felice quando l’amata e lontana compagna trova in una cagnolina (cui dà il nome di Selene) un motivo per risollevare il morale e ritrovare quella gioia di vivere che si era offuscata. Ed il nostro Salvo chiede un breve congedo e parte per Genova : nel bagaglio ha un osso finto e un castoro di peluche . Piaceranno a Selene ? Montalbano ne è sicurissimo.

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I romanzi di Cammilleri con Montalbano protagonista
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La piramide di fango 2014-06-08 14:31:15 Arcangela Cammalleri
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Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    08 Giugno, 2014

la piramide di fango


Andrea Camilleri
La piramide di fango
Siamo alla ventunesima indagine del commissario Montalbano e mentre la casa Sellerio festeggia con il suo autore 20 anni letterari dalla “nascita” di Montalbano, gli affezionati lettori di Camilleri pregustano La piramide di fango. Nulla di nuovo sotto il sole, tutto è previsto, è orchestrato secondo un copione ormai colladauto. In questo nuovo romanzo la natura compartecipa e pareggia con la situazione di corruzione e malversazioni della politica del nostro Paese. Un cadavere rinvenuto in un cantiere momentaneamente interrotto dai lavori apre scenari inquietanti e discopre una palude fangosa anzi una piramide misteriosa in cui si annidano appalti truccati, società di comodo, speculazioni edilizie, dispregio per l'ambiente e mafie. Il delitto come vogliono far credere le cosche mafiose è d'onore e non di mafia, un giovane è ucciso, la moglie e un fantomatico zio, nascosto dentro la lora casa, sono scomparsi. Il mistero s'infittisce, Montalbano provato dall'età sempre più proterva, si muove come in una mota senza quel guizzo ferino che l'ha sempre contraddistinto. Infine l'istinto e quella rinnovata energia interiore fa scattare in lui l'aire di vecchio leone ancora indomito e.. al Montalbano travolto e stravolto ogni volta che discopre il sotterraneo che emerge, alla fine anche con un ardimentoso tranello o come lo chiama lui sfunnapedi, la verità intuita si rivela in tutte le sue sfaccettature. Camilleri invece di parlare di montagna di lordure in modo più enigmatico parla di piramide che racchiude tutto quello che di illegale possa esistere. Tutto il plot è giocato su allusioni, velate interpretazioni e più livelli di lettura. Il maltempo che stravolge il paesaggio, un diluvio perpetrato per più giorni si abbatte con virulenza in quel di Vigàta e genera smottamenti, allagamenti, il cielo è squarciato dai fragori assordanti di tuoni e come per simpatia corrisponde ai mala tempora currunt: una degenerazione estrema della morale mafiosa che incarognisce più che nel passato la nostra contemporaneità. E' con lucida coscienza e amaro in bocca che Camilleri intorcinia le sue storie con la realtà attuale e ogni investigazione è un pretesto non tanto di fustigare i costumi, quanto di rappresentarli sotto le mentite spoglie della letteratura. E non bastano più le cacofonie così pittorescamente inventate di Catarella a divertirci o le umbratili paturnie di una stranita Livia a ingelosirci, una mistura di depistaggi, delazioni, false confessioni e su tutto le criminali macchinazioni delle onnipotenti mafie ci avvertono che la realtà è più forte della finzione letteraria. Parafrasando Non ci resta che piangere sulle nostre “ furbizie” italiane, La piramide di fango ci sommerge in tutto il suo potere di suggestione e diventa la metafora per eccellenza
di quello che siamo diventati quando le coscienze tacciono. Però, meno male che c'è il nostro beneamato poliziotto che nel suo piccolo ci ridà speranza, lui vola non convola a Boccadasse dalla sua sempiterna Livia, noi lettori respiriamo una boccata d'ossigeno con il vernacolo e il mondo camilleriano.



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