La pelle del lupo La pelle del lupo

La pelle del lupo

Letteratura italiana

Editore


Il vicequestore Andrea Castelli è turbato. Affascinato, anche. Chi ha appeso quella pelle di camoscio in pieno centro a Torino, e perché? E che c'entra questa macabra messinscena, subito amplificata dai media, con la serie di cadaveri mutilati abbandonati nei boschi della collina torinese? Qual è il nesso tra l'affascinante fotografa Maria Celeste e una vecchia, maledetta storia finita malissimo, tanti anni prima, con la morte di una ragazza bellissima e misteriosa sulle montagne piemontesi? Castelli fiuta l'aria e indaga con la vaghezza e l'apparente assenza di metodo che fanno impazzire le donne e gli uomini della sua squadra. Tra Vipere, Vermi, Lupi e Camosci, come attraverso un bestiario medievale, Castelli verrà trascinato in una vicenda che da una cascina abbandonata sulle Alpi lo porterà fino al Vaticano, a frugare tra i misteri della più importante banca pontificia. La verità, in una storia in cui gli uomini si chiamano come gli animali e gli animali hanno sembianze umane, andrà cercata in un'antica leggenda alpina.



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La pelle del lupo 2019-08-21 07:57:03 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    21 Agosto, 2019
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Le leggende esoteriche circa gli animali

Fabio Girelli, dopo aver firmato con successo Il settimo esorcista e Il bacio della velata, pubblica La pelle del lupo, in cui, come si evince dallo stesso titolo, protagonisti importanti sono gli animali. Ci sono, infatti,:
“La tigre, la vipera, il verme, l’eretico, le corna del camoscio, e il diavolo che era sceso in città.”
Un po’ troppi per i gusti cinici del vicequestore Castelli, un uomo tormentato, in preda a ciclici momenti di depressione, in cui alterna momenti di buio profondo ad altri di euforia immotivata, comportamento che portava,
“il lavoro dell’intera squadra a procedere a singhiozzo”.
Ed è proprio in uno di questi periodi che il vicequestore si trova ad indagare su uno strano caso. Chi ha, infatti, appeso una pelle di camoscio in pieno centro a Torino? Che significato ha questa macabra messinscena? Ma non solo: qual è il nesso tra questo ritrovamento e quello di due cadaveri orribilmente mutilati trovati nei boschi della collina torinese?
Una storia noir in cui facciamo la conoscenza di leggende, di presenze demoniache, di stregoneria, di tarocchi, eresie. Come le tante leggende che attengono ai camosci:
“Poi c’è l’altra leggenda. Il camoscio di Balme , il paese da cui arriva la strega. La storia racconta di un ragazzetto che, per far colpo sulla sua innamorata, le promette di ammazzare il diavolo e di portarglielo in dono. (…) Allora questo tipo esce di casa una notte in cerca del maligno, e, guarda caso, non lo trova. Così per rimediare ammazza un camoscio. (…) A un certo punto, mentre cammina, il camoscio prende vita, si sfila la pelle e ne esce proprio Satana in persona.”
Un’indagine ambientata in una Torino esoterica e leggendaria, scritta con una buona prosa, fresca, semplice, priva di inutili fronzoli. Il libro si nutre del particolare fascino che è insito nelle storie di misticismo e di esoterismo. Perchè è insito nella natura umana il fatto che ciò che non si conosce, ciò che è incomprensibile, non può che attrarre irresistibilmente. Una caratteristica che l’autore dimostra di conoscere bene e di saper maneggiare con altrettanta perizia e metodologia. Una lettura che trascina in un vortice di avventure emozionanti, senza freni né divieti.

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