La montagna di luce La montagna di luce

La montagna di luce

Letteratura italiana

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All’improvviso, superata l’ennesima curva della strada verso Enna, una visione meravigliosa. Una montagna che splende come gemma sotto i raggi del sole morente. Il duca di Sanseverino e la giovanissima Elena Gherardi rimangono affascinati. Non è possibile che un Rosicchiatore si celi sotto quella meraviglia, non è possibile che debbano cercare lì la sua tomba per distruggerlo. Ma i segnali sono troppo forti per andare oltre. Poi c’è una gara, incredibilmente cruenta, in quella terra dimenticata da Dio. Il vincitore, oltre a un considerevole premio in denaro, passerà un anno intero in compagnia di sette splendide fanciulle. Per poi sparire nel nulla. Bellissime le fanciulle, bellissima la montagna, bellissima Elena che scalda il cuore al duca cinquantenne. C’è troppa bellezza in giro. Troppa. Lì è celata la terza tomba. Nelle viscere della Montagna di Luce un’avventura orrenda e mortale li attende.



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La montagna di luce 2016-07-12 01:56:58 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    12 Luglio, 2016
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Il Rosicchiatore

Donato Altomare, autore eclettico che spazia in tutte le categorie del fantastico, in questo libro sfoga a piene mani la sua creatività, con un susseguirsi di invenzioni che, accompagnate da un ritmo incalzante, finiscono ben presto per coinvolgere il lettore.  I due protagonisti, l’attempato, ma ancora affascinante duca di Sanseverino, e la giovane e bella Elena Ghirardi sono alla ricerca di un demone che sta progressivamente erodendo una delle colonne portanti della Sicilia. Questo essere mostruoso, proprio per quello che sta combinando, viene chiamato il Rosicchiatore, ha dimora in un rilievo montuoso e, simile a un gigantesco verme, sazia il suo appetito con carne umana, procacciata da sette avvenenti fanciulle che, all’occorrenza, si trasformano in una grossa scolopendra. Sarà una lotta titanica, non scevra di pericoli e di colpi di scena, ma, come si conviene, soprattutto in queste storie, il risultato sarà appagante, e non solo per i protagonisti, ma anche per il lettore.
Come già detto, Altomare in questa prosa dimostra ancora una volta le sue grandi potenzialità creative, coinvolgendo diverse categorie del fantasticoi, perché se è vero che l’horror mi è apparso predominante, non mancano né un pizzico di gotico, né un accenno all’esoterico; il rischio di realizzare un’opera squilibrata è evidente, ma l’autore, le cui qualità letterarie sono indiscutibili, riesce bene a creare un amalgama che è di forte effetto e che ha il pregio di essere sostenuto da un ritmo e da una tensione per nulla trascurabili. Questi elementi, uniti a una capacità descrittiva che riesce con poche azzeccate frasi a materializzare all’occhio del lettore la scena, è la chiave di volta per ottenere un lavoro che è puro svago e che, data anche la lunghezza non rilevante del romanzo, invita a divorare le pagine con un ritmo ancor più veloce di quello con cui il Rosicchiatire sbriciola la colonna portante. Francamente, poiché l’horror mi attira ben poco, all’inizio della lettura temevo di cadere presto nella noia, ma non è stato così e anzi mi sono accorto che ben presto ero avvinto da questa strana trama che riservava di continuo piacevoli sorprese. Benché ritenga che la lettura possa essere più apprezzata da chi è appassionato di questo genere di letteratura credo che a tutti possa risultare gradita e che in fondo lasciarsi permeare dalla fantasia dell’autore possa costituire l’opportunità per astrarsi dalla frenesia di tutti i giorni e ritrovare quel piacere dell’avventura che cela anche il desiderio di scoprire un’altra realtà, quella non consueta, ma che è quell’immensa zona oscura, frutto dei nostri inconsci timori.
Senz’altro meritevole di lettura.
 

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