La moglie perfetta
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Iago e Desdemona
Nelle prime pagine del romanzo si afferma che il matrimonio può, nel migliore dei casi, soltanto avvicinarsi alla perfezione. E che l'unione può essere eterna al di là del bene e del male, non l'amore.
Un'opinione cinica, metafora di quei rapporti umani che Roberto Costantini tesse in una storia che parla di sentimenti universali. Come appunto l’amore. Collante, spesso temporaneo e non particolarmente resistente, tra personaggi irrisolti e incapaci di essere sinceri con gli altri e soprattutto con se stessi.
Bianca Benigni è un Pubblico Ministero. Una donna prudente, abituata al rispetto di regole severe. Tra inchieste per corruzione e indagini su appalti irregolari, conduce una vita routinaria con Giovanni Annibaldi, psicologo specializzato nella terapia di coppia. Un professionista che, ironicamente, soffre il rapporto rigido e privo di libertà e leggerezza che si è creato con la moglie.
Il Sordomuto è un malavitoso, un ex militante di ambienti terroristici in rapporti stretti con una miriade di personaggi più o meno insospettabili.
L'elegante Nicole Steele e la provocante sorella Scarlett sono due sorelle americane. Abitano in Italia da un anno, al seguito di Victor Bonocore, scienziato e professore universitario geniale e arrogante, sposato con Nicole.
Sono questi i personaggi attorno ai quali Costantini costruisce, a cavallo tra la Roma del 2001 e quella del 2011, una trama densa di segreti e menzogne che parte da una ventunenne ritrovata morta sul lungomare di Ostia e affonda le sue radici nella corruzione e nel malaffare che inondano la capitale.
E poi c'è Michele Balistreri, ancora più disilluso e scostante. Le donne, il whisky, le sigarette, niente lo ha reso capace di superare la difficile giovinezza vissuta in Libia. Impenetrabile e detestabile, è un commissario al servizio di uno Stato che non stima. Ma è un uomo sfaccettato, in continua evoluzione, a cui non mancano carisma e una profondità d’animo testardamente nascosta. Stavolta la sua presenza è più sfumata del solito e condivisa con il punto di vista narrativo degli altri personaggi.
Costantini, confermandosi un autore interessante, si allontana quindi parzialmente dalla celebre e fortunata “trilogia del male”, e con questo ottimo quarto romanzo crea un intreccio più lineare, sicuramente dotato di minore audacia e complessità, ma anche privo di alcune complicazioni e dispersioni tipiche dei libri precedenti.
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Recensione Utenti
Opinioni inserite: 7
Dopo la Trilogia
Fortunato personaggio nato dall’abilissima penna dello scrittore Roberto Costantini, Michele Balistreri, commissario dall’animo tormentato e i modi spicci non sempre poliziescamente ortodossi, riappare in questo romanzo pubblicato nel 2016 dopo la bellissima e più che appassionante “Trilogia del Male”.
Rispetto alle vicende narrate nei volumi di quest’ultima, incentrate come sono sulla storia personale e familiare di Balistreri (in particolare quelle de “Alle radici del male” con tanto di ambientazione libica), non c’è paragone, i toni risultano decisamente diversi. Anzi, in verità, la prima parte de “La moglie perfetta” è pressoché monopolizzata dalle voci dei personaggi che animano i casi attorno ai quali ruota la trama, tant’è che, inizialmente, si potrebbe avere il sospetto che al nostro commissario sia stato stavolta assegnato un ruolo marginale legato giusto alle indagini in corso. Quella del dottor Giovanni Annibaldi, detto Nanni, psicologo dedito a terapie di coppia, è una di queste nuove voci che raccontano e si raccontano ampiamente; sembra quasi essere lui il protagonista del libro, sino a quando non inizia a parlare anche la moglie Bianca Benigni, pubblico ministero a Roma. Ma, da un certo momento in poi, il buon vecchio Mike si riprende con decisione la scena, il suo io narrante se ne fa di nuovo padrone, accompagnandoci a poco a poco verso l’epilogo di un thriller/poliziesco che, ancora una volta, non mancherà di coinvolgere e sorprendere il lettore.
“E l’ho imparato da ragazzo, da mia madre, che a volte la follia è l’unica forza che può staccarci da ciò che conviene spingendoci verso ciò che è giusto”
Mi è piaciuto molto ritrovare tra queste pagine Balistreri, anticonformista e ribelle nato (e ne dà l’ennesima prova), come l’avevamo lasciato al termine della sopraccitata trilogia con la scoperta di un legame di sangue davvero inaspettato; vedremo poi dove porteranno gli ultimi sviluppi della sua vita privata. Nel complesso, dunque, un romanzo ben riuscito che ci parla non solo di malavita organizzata, violenza e avidità, ma anche di sentimenti e di come troppo spesso si finisca per voler diventare a tutti i costi – e non senza fatica e infelicità – partner perfetti di relazioni imperfette.
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Le apparenze di una coppia perfetta
E’ il quarto libro dell’autore che ha come protagonista il commissario Balistreri, dopo la trilogia del male. Anche questo romanzo si articola in due finestre temporali (i primi anni duemila e il 2011) ed è caratterizzato da una storia principale in cui il protagonista dovrà risolvere un caso di omicidio, a cui fanno sfondo le vicende personali del commissario che fa costantemente i conti con il suo passato. Il pubblico ministero Bianca Benigni e il marito Nanni sono una coppia con un figlio undicenne, la cui solidità sarà messa a repentaglio dalla conoscenza di un’altra coppia, quella del professor Bonocore e della moglie Nicole Steele, e della sorella Scarlett. L’omicidio del professor Bonocore e le conseguenti indagini portate avanti da Bianca porteranno alla luce segreti che condurranno al progressivo disfacimento della coppia. Tra tutti questi personaggi, si inserisce Michele Balistreri che riuscirà a risolvere il caso soltanto dopo dieci anni accorgendosi che il suo atteggiamento superficiale e tronfio del 2001 gli ha impedito di capire a fondo le personalità e i fatti.
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Il tempo non cancella tutto
Thriller ben scritto e ben confezionato, discreta suspence e colpi di scena peraltro credibili, fino a quasi l'ultima riga, con un ottimo intreccio con personaggi che richiamano la nostra attualità, fatta di corruzione, appalti pubblici truccati e la decadenza della società.
Senza supereroi, i personaggi vengono descritti con sufficiente approfondimento psicologico, ma andando più a fondo nell’analisi dei personaggi si correrebbe il rischio di fare spoiler
Protagonista il commissario Balistrieri, forse il personaggio più demodé, quello che sembra un po’ fuori tempo, la tipologia è quella del classico commissario da libri gialli, ma lo trovo un po' dissimile da un moderno dirigente di polizia. Leggermente forzati i riferimenti al suo oscuro passato fatto di estremismo politico e parentela con criminalità organizzata, ed anche alla nuova situazione familiare che gli capita nella seconda parte
Forse il libro è un po’ troppo lungo per il genere, nel corso della storia si possono dimenticare fatti accaduti inizialmente, non si scivola mai nella noia, anche se la prima parte un po' lenta si dilunga un tantino sulle problematiche di coppia, nella seconda con un salto di un decennio, accelera bruscamente e mette molta carne al fuoco, rischiando di complicare un po’ troppo le cose
Interessante la narrazione in prima persona fatta da diversi personaggi, e quindi da ottiche diverse. Un tocco di romanticismo, e qualche prurito, condiscono ulteriormente una storia già saporita.
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La donna perfetta
Questo romanzo mi ha suscitato dei sentimenti un po' altalenanti per questo motivo preferisco esprimere un opinione per argomento.
PERSONAGGI
I personaggi, anche quelli minori, sono tutti ben delineati.
Se li ripercorro trovo Bianca, pubblico ministero che cerca di conciliare il lavoro con la famiglia. Le responsabilità e i ritmi che il lavoro comporta – spesso a causa di una società maschilista che le lascia poco spazio - non le consentono di occuparsi del marito e del figlio che, per giorni interi, deve stare dai nonni al mare a Ostia. Accade inoltre che lei omette di dire al marito, che per un paio di giorni starà in ferie poiché preferisce stare per conto proprio a riordinare le idee.
Dall'altra parte abbiamo il marito, psicologo e consulente matrimoniale che non si accorge che proprio la relazione con la moglie è sempre più precaria. Certo non è facile vedere i propri panni sporchi con lo stesso distacco che ogni professionista ha al lavoro, ma sembra che Nanni faccia tutto per peggiorare la situazione, proprio lui che vive di omissioni e bugie.
Vi chiederete perché questo accanimento nei confronti del personaggio maschile visto che anche la moglie è ben distante dalla perfezione. Dov'è allora la perfezione della donna? La perfezione sta proprio nel provare a essere perfetta, nel cercare di portare avanti un lavoro difficile consapevole che ogni sera passata in questura è una cena in meno preparata al figlio. È perfetta perché ne soffre e fa di tutto affinché questi episodi siano il minor numero possibile. Mi domando se una donna perfetta possa essere anche una moglie perfetta con un marito così.
Un altro personaggio femminile importante è Nicole. Lei subisce abusi psicologi e fisici dal marito, stimato professore universitario - Victor Bonocore -, che la obbliga a pratiche sessuali denigranti. Nonostante tutto c'è della forza in questa donna che ogni giorno butta giù tanti bocconi amari.
TRAMA
La lettura scorrevole e mai noiosa. La trama però è molto sbilanciata. Normalmente in un giallo ci sia aspetta che, previa un'introduzione dei personaggi, ci sia il fatto centrale che man mano viene sviluppato. Nel romanzo per la prima metà del libro non si capisce dove Costantini voglia andare a parare. Solo verso la metà si capisce dov'è il giallo e da quel momento prende un ritmo troppo precipitoso. Mi ha dato la sensazioni che le due parti siano state sviluppate separatamente e poi forzatamente collegate.
NARRAZIONE
La narrazione è spesso in prima persona man mano che si passa da un personaggio all'altro ma ogni tanto passa in terza persona come voce fuori campo e questo secondo me si armonizza poco con tutto il resto.
MORALE
L'autore ci pone di fronte ad un problema morale. È meglio rispondere alla violenza con la violenza o è più facile ricorrere alle autorità? Ma è poi così facile esporre le proprie debolezze?
CONSIDERAZIONI FUORI CONTESTO
Non so se questo luogo è il più adatto per alcune considerazioni personali che esulano dal romanzo di per se, ma ritengo che i libri, come tutte le donne d'arte, siano una rappresentazione dalla nostra società. Purtroppo lo sono solo per la parte migliore. Proprio mentre leggevo degli abusi di cui Nicole era vittima, sono inorridito nel vedere le notizie di violenze e femminicidi che purtroppo sempre più spesso affollano i TG. Colpa di uomini che appartengono alla parte meno nobile della società. Uomini con un ego più grosso del proprio cervello e che non li rende affatto peggiori delle donne, come si potrebbe pensare, ma li pone su un livello talmente inferiore a da potergli affatto considerare esseri umani e quindi ad essere paragonati.
Quello che vorrei fare e solo dedicare questo libro, inteso come forma d'arte, a tutte le donne.
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"Al di là del bene e del male"
Sono un appassionato lettore dei romanzi di Roberto Costantini, quindi, dopo aver letto la famosa “Trilogia del male”, non poteva sfuggirmi quest’ultimo romanzo…e anche questa volta l’autore conferma le sue capacità narrative inerenti un thriller noir di notevole spessore e pathos.
Protagonista è sempre il commissario Michele Balistreri, uomo e poliziotto al di fuori dei regolamenti, con un passato tormentato, sempre pronto a rischiare in prima persona nell’investigare e portare a soluzione crimini ed efferati delitti per i quali è responsabile la sua sezione omicidi della squadra mobile romana. L’attuale vicenda ha come base il caso di una ragazza, Donatella, che è uccisa dopo una serata in discoteca; la tragica circostanza sembra subito risolversi in quanto a trovare l’assassino della ragazza è proprio il padre che si vendica e poi si toglie la vita. Tutto concluso anche se in maniera non proprio ortodossa? La risposta è: no.
Sul palcoscenico del delitto compaiono due coppie che non hanno niente in comune tra loro; la prima è composta da Nanni, psicologo, e Bianca, sostituto procuratore, e il loro figlio Luca di undici anni (famiglia perfetta); dell’altra fa parte un eminente matematico Victor e sua moglie Nicole provenienti dagli Stati Uniti e in sosta sabbatica annuale nella capitale…inoltre c’è anche la giovane Scarlett, sorella minore di Nicole, che sarà causa di perdita d’equilibrio nell’intero entourage appena descritto.
Le situazioni si complicano subito dopo l’incontro fortuito tra Nanni, psicoterapeuta, e Nicole che gli propone di fare delle sedute terapeutiche di coppia con il marito Victor al fine di poter salvare un matrimonio costellato di punti deboli e ipocrisie. Questo episodio provoca uno sconvolgimento nelle dinamiche future riguardanti entrambi le coppie che si intrecciano, loro malgrado, con la malavita organizzata, le bische clandestine e il malaffare che regna nei quartieri della città. L’assassinio di Victor, marito di Nicole, in circostanze non chiare che inducono a un gioco erotico (chissà con chi) finito male, complica ulteriormente il groviglio della matassa delittuosa che si ramifica in vicoli all’apparenza senza via d’uscita. Sia gli inquirenti sia i mezzi di comunicazione esigono un colpevole, un capro espiatorio che possa placare l’opinione pubblica; si arriva a una soluzione rattoppata che non convince affatto il commissario Balistreri.
Dopo dieci anni dai fatti (o meglio dai misfatti) Balistreri riesce, grazie al suo acume, testardaggine e al pentimento tardivo di un protagonista secondario, a far riaprire il caso il cui epilogo fornisce un colpo di scena al riguardo di persone al di sopra di ogni sospetto. Ma chi è la moglie perfetta? Roberto Costantini ha la sua opinione in merito che descrive con molta accuratezza nella narrazione.
Un romanzo che attira come una calamita, mai noioso con un continuo susseguirsi di vicende che tengono il lettore in una specie di “morsa letteraria” fino a quando arriva alla lettura delle ultime pagine.
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L'unione al di là del bene e del male
Ho incontrato qualche giorno fa Roberto Costantini alla libreria Nuovo Mondo, de I Granai, a Roma, per la presentazione del suo ultimo libro La Moglie Perfetta.
Ed è stata l’occasione giusta,per scoprire delle “verità nascoste” su Balistreri, il famoso commissario della trilogia del male e anche di quest’ultimo libro.
A dir la verità nel terzo libro mi aspettavo che Balistreri morisse, e anche lo scrittore ha confermato che il dubbio lo aveva sfiorato, poi per motivi anche commerciali, suppongo, l’idea è stata accantonata.
E così eccoci qui a un nuovo caso con il nostro commissario, che, devo dire, ho trovato profondamente cambiato, e non solo nell’ultima parte del libro quella più recente e vicina a noi.
Indubbiamente un lettore si affeziona al protagonista di una serie di romanzi, e probabilmente lo “ama” così,pregi e difetti. Trovarlo così diverso in questo romanzo mi ha un po' spaesata, forse preferivo il giovane Balistreri, più forte e determinato, soprattutto con le donne.
Dunque,a differenza di tanti altri personaggi come Maigret o Poirot,che rimangono cristallizzati nel tempo, Balistreri cresce e invecchia, e vengono fuori tutte le debolezze, (ma chiamiamole, “esperienza”) di un uomo solo e avanti negli anni.
Certo è davvero un peccato che il nostro ispettore trovi l’amore così tardi, anche se l’amore, e qui nel romanzo è palese, non invecchia mai.
Ma, mi domando perché.
Perchè far passare tutti questi anni?
Perchè la vecchiaia «ammorbidisce»?
Sfuma i contorni e i grigi diventano più importanti del bianco o nero?
Ed è davvero l’amore che fa accettare i compromessi o la paura di rimanere soli?
E si, perché questo romanzo, oltre ad essere un gran bel giallo, è anche una storia d’amore e sull’amore.
Lo scrittore, sin dalle prime pagine, mette in discussione la coppia omologata come moglie e marito, affermando che non esiste la moglie perfetta e quindi la coppia perfetta, perché non esiste la perfezione nell’uomo e nella donna. Siamo esseri umani, perfettibili, ma che continuano a sbagliare, soprattutto per amore, o meglio per amore della coppia, per salvaguardare quell’unione che abbiamo e alla quale ci aggrappiamo con grande volontà.
“Il marito perfetto e la moglie perfetta sono pronti a qualunque cosa pur di salvaguardare quell’unione imperfetta ma preziosissima.
Anche a uccidere.
Perché Nietzsche sbagliava:l’unione è al di là del bene e del male,non l’amore.”
Ma questa premessa sulla quale poi si basa tutto il giallo, è mendace, o vera solo in parte perché in realtà, l’amore, quello vero, esiste, ed è proprio “là fuori da qualche parte la persona perfetta per te”, e forse è meglio incontrarla, anche se poi per questo motivo la coppia, inevitabilmente “scoppia”!
Ripensando anche alla trilogia del Male non deve passare in secondo piano, anche se credo sia evidente, che per Costantini la Storia (o Memoria) è molto importante, perché il nostro passato ci ha reso quel che siamo oggi. E questo Balistreri è indubbiamente frutto del suo passato.
Non amo molto i salti temporali, ma lo scrittore, evidentemente, ci naviga bene.
E forse non ho gradito il finale, non che fosse scontato o banale, tutt’altro, solo che, ma è una sensazione molto personale, ho percepito un profondo senso di accettazione della realtà, una sorta di mancata forza di opporsi, di fare resistenza agli eventi, pur contravvenendo ai nostri valori,come se anche questi cambiassero con l’età, e magari è proprio così e sono solo io a non volerlo accettare, e in fondo è proprio vero che "La vecchiaia inizia quando rinunci alla libertà per la sicurezza".
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BENTORNATO BALISTRERI
LA MOGLIE PERFETTA
Torna in libreria Costantini e con lui il Commissario Michele Balistreri.
La prima parte del libro, incalzata dagli eventi e resa scorrevole da una scrittura fluente, scorre e corre fulminea. Un intreccio nel quale si intravede solo l’ ombra del Commissario Balistreri che resta in disparte, marginale, spesso del tutto assente dalle vicende e propriamente dalle pagine del libro.
Il lettore, che si era innamorato del Commissario, dovrà attendere almeno duecento pagine prima di poter godere appieno della presenza di Balistreri. Disilluso, glaciale, sempre contro corrente e comunque contro il Commissario infischiandosene di regole e leggi cercherà di raggiungere la verità che nella sua mente sembra già chiara. Ma nulla è ciò che sembra ed a dieci anni di distanza dagli eventi del 2001 la confessione di un giornalista moribondo riapre un caso mai risolto col quale Michele Balistreri ormai alle soglie della pensione dovrà fare i conti.
Anche in questo romanzo di Costantini gli intricati rapporti tra uomo e donna sono fondamentali sia per il protagonista che per la trama. Balistreri, leggasi Costantini, sembra non poter auspicare rapporti amorosi veri e sinceri se no quelli platonici. Ogni relazione è minata dalla menzogna che seppur giustificata non può essere totalmente compresa se non dall’ autore stesso della bugia. Come a voler dire che l’ amore vero può essere tale solo finchè rinchiuso nel cuore, ancora embrione, prima di esternarsi e divenire così preda ed oggetto del male esterno, sporcandosi e tramutandosi in altro.
All’ autore chiederei inoltre se i buchi temporali di cui fa ampio utilizzo già dalla ”Trilogia del male” siano un artificio od una necessità a cui è avvezzo per non dover, per difficoltà o voglia, concatenare periodi ed eventi altrimenti non facilmente collegabili. Forse è semplicemente un suo “marchio di fabbrica”. Non saprei.
Nel complesso un libro che mi è piaciuto molto. Letteralmente divorato. Mi sarei solamente auspicato un Commissario Balistreri maggiormente protagonista.