La migliore bugia La migliore bugia

La migliore bugia

Letteratura italiana

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È un torrido luglio quando Gilda Orefice, pensionata scorbutica e solitaria, viene ritrovata senza vita nel suo appartamento in centro a Bari. Sembra morte naturale - la casa è in ordine e il cadavere composto - ma la giovane piemme Elisabetta Ciraci ha la sensazione che la scena sia troppo perfetta, e ordina l'autopsia. Il referto è inequivocabile: strangolamento. L'indagine corre, e i sospetti si concentrano su Giovanni Campanaro, un commercialista molto noto in città, la cui deposizione mostra contraddizioni sospette. Gli inquirenti tentennano, poi si convincono ad arrestarlo. Non ha dubbi invece Enrico Martucci, il vecchio avvocato che ne assume la difesa: che il suo assistito sia innocente a lui non interessa, basta che lo sembri, e giusto per il tempo del processo. A presiedere la giuria c'è Virginia Della Valle, un magistrato di lungo corso che conosce il diritto quanto l'anima degli imputati. Eppure nemmeno lei riesce a decifrare l'enigma Campanaro. Mentre le versioni e le controversioni si susseguono sulla sedia dei testimoni, nella sua mente si addensa un terribile dilemma: meglio rischiare di assolvere un colpevole, o di condannare un innocente?



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La migliore bugia 2022-12-04 09:46:47 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    04 Dicembre, 2022
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L'impianto accusatorio e giudiziario

Francesco Caringella torna in libreria con un accattivante giallo giudiziario, intitolato La migliore bugia. Un romanzo per addetti ai lavori, scritto con una prosa precisa e ricercata.
La migliore bugia racconta la storia di un’anziana donna, Gilda Orefice, trovata morta nella propria abitazione. Il cadavere composto, sembra davvero una morte dovuta all’età, ma il pm Elisabetta Ciraci non ne è convinta. Dall’autopsia si evince la verità: è stata strangolata a mani nude. Giocoforza è accusare l’uomo che per ultimo l’ha vista viva, ovvero il suo commercialista Giovanni Campanaro. Un uomo elegante, sposato con figli, dall’esistenza apparentemente irreprensibile. E allora perché l’avrebbe uccisa? Lui:
“Sembrava quasi non vedesse l’ora di essere interrogato. Una smania strana: un’inquietudine, forse una necessità. “
Giovanni Campanaro era un uomo di:
“Cinquant’anni. Biondo, occhi azzurri, il volto rasato di fresco e lo sguardo intenso; due metri di muscoli strizzati in un paio di jeans e una polo rosso firmata, macchiata appena di sudore sulla schiena. Era un bell’uomo, e doveva esserlo sempre stato. Al liceo, probabilmente, aveva fatto strage di cuori. Padre di cinque figli, in attesa del sesto. Gioviale, educato, quasi cerimonioso. Frequentatore assiduo della messa domenicale. Stimato professionista, ma anche appassionato di arte, campione di tennis e di pallavolo, amante dei viaggi. Un uomo esuberante- anzi, esagerato.”
Forse a causa di speculazioni sbagliate che il commercialista non riusciva più a nascondere alla oculata, quanto bisbetica, cliente? Si apre così un lungo processo, dove si respira:
“nell’aria bugie, paura, e mute promesse di redenzione.”
Un giallo giudiziario alla Grisham, dove il processo, e chi lo anima, siano essi giudici o imputati, vengono descritti con precisione millimetrica. Ad esempio:
“Per un avvocato non è importante se l’imputato è innocente o no. Conta solo che lo sembri, e giusto per il tempo del processo. E’ lì, dentro le aule di tribunale, che si gioca la partita della legge. “in tribunale non vince la verità migliore, ma la bugia raccontata meglio” amava ripetere ai suoi tirocinanti.”
E per un giudice?
“Il principale nemico del magistrato è il pregiudizio, una tentazione subdola che si insinua in modo silenzioso. Liberarsene è impossibile, e quindi l’unica soluzione è non crearsene dal principio.”
Un ottimo romanzo, per gli amanti sì del giallo, ma rivolto soprattutto ai chi costruisce l’impianto accusatorio e giudiziario; i meccanismi intrinsechi della legge. Una storia, in definitiva, ricca di:
“specchi e ombre”.
Da leggere per cercare di comprendere meglio la Legge.

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