La logica della lampara
Letteratura italiana
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Aria di Sicilia
Bellissimo noir italiano, ambientato in Sicilia e vissuto con l’esperienza dell’audiolibro, letto da una meravigliosa voce che ha dato colore ai tanti personaggi, con i loro accenti ed i loro dialetti, che mi hanno permesso di vivere qualche ora proprio in quelle terre. La scrittura è bella ed accurata, ricchissima di particolari, tanto che mi sembra quasi di aver vissuto un’esperienza tridimensionale. I personaggi sono raccontati come a pennellate, dense e ricche di colori e sfumature. Vanina, il personaggio principale della serie, ha una storia personale che via via evolve, ed è un espediente letterario che ti porta a seguirla nelle successive indagini. La singola indagine attorno a cui ruota questo libro è molto ben architettata, con il giusto mix di suspence ed attrattiva e colpi di scena. L’aspetto più peculiare è il fatto che, leggendolo, si respira aria di Sicilia e ti viene proprio voglia di tuffartici dentro.
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Vanina, è vero che nel torbido si pesca meglio?
Una coppia di amici che ha deciso di passare la notte d’un fine settimana novembrino a pescare, con la tecnica della lampara, assiste a un fatto inquietante: un’auto, sulla strada costiera, si ferma vicino alla riva; ne scendono due uomini che si trascinano dietro, a fatica, una grossa valigia; la gettano a mare e, immediatamente dopo, ripartono sgommando.
Una telefonata anonima al numero diretto della Sezione reati contro la persona della Questura di Catania, denuncia l’uccisione di una ragazza, avvenuta la sera prima in una casa, in via Villini a Mare.
Su queste fragilissime basi parte la nuova inchiesta del vicequestore Vanina Guarrasi, che per molto tempo non saprà se cercare una donna scomparsa, magari volontariamente allontanatasi da Catania, o il suo cadavere. L’unica cosa certa è che la giovane donna si chiama Lorenza Iannino e svolge la professione di avvocato presso il prestigioso studio legale del prof. Elvio Ussaro. Però c’è pure da tener conto che nella valigia, ritrovata vuota sugli scogli battuti dai marosi, c’è una evidente macchia di sangue (di Lori?), come ce n’è una altrettanto chiara su una delle poltrone della villetta, dove pare si sia tenuta una festa sfrenata, a base di alcol, sesso e coca, cui hanno partecipato persone molto potenti della Catania bene.
Indagando sulla scomparsa, pian piano, emergono fatti sconcertanti sul prof. Ussaro. Come la lampara attira i pesci nella notte, così questa indagine sembra destinata a mettere in luce una sentina di corruttele e comportamenti mafiosi a carico dell’esimio cattedratico e della sua cerchia di più o meno illustri accoliti. Che fosse quello il fine ultimo della vicenda?
Secondo romanzo della, ormai lunga, serie di gialli con protagonista il vicequestore Guarrasi che, dopo aver dato per anni, a Palermo, la caccia ai mafiosi che le uccisero il padre, ora si concentra sulle vicende meno luride e schifose, ma altrettanto orrende e violente che insanguinano una Catania che ancora deve imparare a conoscere bene.
L’A. continua a sfruttare i collaudati personaggi già presentati nel romanzo d’esordio di cui va precisando le caratteristiche e le peculiarità. La narrazione prosegue attenta e scrupolosa, magari senza particolari guizzi creativi, ma fluida, concentrata soprattutto sulla vicenda poliziesca, concedendosi poche divagazioni in descrizioni d’ambiente o digressioni su sentimenti o pensieri che non siano quelli investigativi. Con cura, precisione e dovizia di particolari si viene messi a parte delle situazioni che si susseguono con buon rispetto dei tempi narrativi e delle loro cadenze.
L’enigma poliziesco in sé non è particolarmente complicato e il lettore attento già intuisce, verso la metà del volume, quale ne sarà l’epilogo o, almeno, quale ne dovrebbe essere l’epilogo se nuovi eventi non giungessero a scombinarne l’andamento. Tuttavia, anche se non ci vengono offerte molte sorprese e la soluzione finale è, più o meno, quella aspettata, la storia riesce ad appassionare ugualmente. Magari, a volte, per rendere la narrazione più scorrevole, sarebbe preferibile non incappare nel solito riassunto dei fatti precedenti questa vicenda (un lettore affezionato già dovrebbe ben conoscerli) o tornare a rimarcare questa o quella caratteristica dei personaggi. Poi, assodato che Vanina ha la passione per i film italiani degli anni dal ’50 al ’70, preferibilmente girati in Sicilia, ma è davvero necessario accoppiare a ogni nuovo personaggio che compare il suo sosia nello schermo? Una semplice descrizione somatica non sarebbe sufficiente?
Ma a parte questi peccati veniali, il libro risulta gradevole e divertente ambientato com’è in una Sicilia concretamente reale, dove il brutto (che si può trovare ovunque) è mischiato a cose stupende che lasciano senza fiato e gli attori del dramma sono credibili, come le scene che sono chiamati a impersonare. Insomma, un buon poliziesco che non fa certo alta letteratura, ma diletta e appassiona e convince per la verosimiglianza delle situazioni descritte.
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La donna che muore due volte
Cristina Cassar Scalia, nei ringraziamenti a fine libro, ha definito la vicenda narrata “stramba”, ed in effetti stramba e malandrina lo è: basti pensare che si inizia con una donna morta che non è veramente morta, ma ha indotto gli inquirenti a crederla morta, per poi rintanarsi sul continente, ritornare in Sicilia e finalmente essere elegantemente fatta fuori con il determinante aiuto di un farmaco. Meglio procedere con ordine. Tutto inizia una mattina autunnale, prima delle cinque, quando due pescatori su una barca con lampara (un giornalista ed un pediatra) scorgono sulla costa catanese un tizio che trascina una grossa valigia e la getta tra gli scogli: poco dopo una telefonata alla Mobile segnala la scomparsa di una donna da un villino in affitto sul lungomare. Entra in azione la protagonista della fortunata serie, il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi, detta Vanina, in questo secondo episodio della serie (ne seguiranno altri cinque, l’ultimo nel 2023), coadiuvata dai suoi bravi sottoposti e guidata dal capo della Mobile, il corpulento Tito Macchia: si aggiungerà un prezioso collaboratore, un ex commissario ottantatreenne, Biagio Patanè, sempre presente in tutti gli altri thriller con le sue intuizioni ed i suoi consigli. Allora, si scopre che la donna scomparsa si chiama Lorenza Iannino, un avvocato di un noto studio legale di Catania diretto da un famoso e potente cattedratico, Elvio Ussaro, un soggetto viscido, colluso con mafiosi e immanicato con politici e politicanti, punto di riferimento per trame di corruzione e malaffare. Nel villino della donna, che è anche una delle amanti di Ussaro, si tengono festini a base di sesso e droga, durante uno dei quali la Iannino scompare: c’è del sangue sulle poltrone, si collega il fatto alla valigia gettata tra gli scogli, si cerca il cadavere in mare. Iniziano interrogatori, ispezioni, indagini su cellulari e intercettazioni, viene a galla una rete di collusioni sospette e legami pericolosi, che formano, capitolo dopo capitolo, una matassa aggrovigliata, apparentemente inestricabile. Si scoprono i boss fornitori di droga, qualche avvocato dello studio fa rivelazioni che incrinano il muro di omertà: tutto sembra accusare Ussaro, ma, come detto all’inizio, la Iannino ricompare viva e vegeta, ma viene eliminata con una metodica singolare (e un po’ inverosimile). Chi è l’assassino? Come negli altri thriller della serie, lo sapremo solo nelle ultime pagine e sarà una vera sorpresa.
Lo stile è coinvolgente, brillante, tiene alta l’attenzione e la curiosità: molti i termini dialettali ed i modi di dire propri del catanese. Conosceremo anche i personaggi di contorno, sempre presenti nella serie: l’eterno fidanzato di Vanina ed il suo rapporto difficile e tormentato con la poliziotta, il ricordo del padre di Vanina ucciso venticinque anni prima dalla mafia, Bettina, la padrona di casa ed i suoi ghiotti manicaretti, l’amico medico legale Adriano Calì e la sua passione per la filmografia d’autore. Spesso la Guarrasi viene accostata, per un paragone, al commissario Montalbano di Camilleri, ma ritengo che la poliziotta ideata dalla Cassar Scalia per le sue caratteristiche personali (un pacchetto di Gauloises al giorno, una voracità spettacolare per dolciumi e piatti tipici siciliani, una collezione unica di film d’autore riguardanti la sua Sicilia) e le sue attitudini professionali (intuizioni sorprendenti e tempestive capacità decisionali) sia un personaggio unico, ottimamente strutturato a tal punto, a mio giudizio, da non temere confronti.
Al romanzo, il massimo dei voti per stile e contenuto, un punto in meno per piacevolezza, per qualche inverosimiglianza (quell’uso “strambo”, lo constaterà il lettore, di un anticoagulante e dell’aspirina!).
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Seguendo una scia... buona fortuna Scalia
Amanti del romanzo poliziesco nostrano unitevi! Ancor più chi predilige l'ambientazione sicula, e ultimamente sono in molti. Immagino troverà numerosi estimatori questa autrice che propone per la seconda volta la sua eroina, il vicequestore Vanina Guarrasi.
In questi casi lo stile di scrittura non sembra abbia particolare incidenza e che sia deputata ad essere “acchiappante" principalmente la trama.
Esprimo pertanto il mio modesto parere, che modesto è senz'altro in questo caso, vista la mia scarsa affinità con questo genere letterario.
Sono stato inconsapevolmente portato a immaginare una fiction televisiva. Storia e personaggi sembrano adatti a una sceneggiatura. Pensate a un Gigi Proietti o a Nino Frassica, anche se la divisa non combacia.
Ho incontrato però molti stereotipi ormai ripetuti in tutte le salse e in ogni dialetto. Anche quello che parrebbe un finale a sorpresa ha ben poco dell'inimmaginabile, salvo il fatto che finale vero non è.
Perché dovrei essere io, nella mia già dichiarata ignoranza, a svelare il reale epilogo? II vicequestore attende un vostro giudizio.
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Aspettando con pazienza, la verità viene a galla
Siamo in Sicilia, per la precisione a Catania, ritorna la protagonista dell’enigmatico e accattivante Sabbia nera, Vanina Guarrasi, vicequestore, dal passato burrascoso, personaggio dalla mente aperta e brillante; donna capace, testarda ma spontanea che ama mangiare e fumare, se ne frega della linea e della salute, nonostante vadano tanto di moda i salutisti e le donne slanciate; alle spalle una situazione familiare molto difficile, a livello sentimentale ancora peggio; oltre al lavoro, che affronta in modo deciso e determinato, mostrando le sue capacità da capo dinamico, sicuro di sé e pragmatico, la sua passione sono i films vecchi girati nella sua terra amata, la Sicilia. Vanina dirige la sua squadra con determinazione, concedendosi pochissimo tempo libero per sé, ogni caso la coinvolge e arriva sempre fino alla fine, grazie al suo fiuto da segugio e al suo intuito quasi sempre infallibile.
Durante la notte, due uomini stanno pescando con la lampara, luce e silenzio e i pesci, anche quelli più nascosti, arrivano; ai loro occhi appare una scena anomala, una grossa valigia viene gettata sugli scogli da due uomini. Seguiranno una telefonata anonima, molto particolare, una donna scomparsa che però sembra nascondere molti segreti; inoltre una villa sul mare in cui vengono fatte feste private e riservate con divertimenti eccessivi e droga; un avvocato corrotto e prepotente che tratta da servi i suoi sottoposti e assistenti. Tanti personaggi, una trama complicata che non dà un attimo di tregua al lettore e non si dipana completamente fino alle ultime pagine, una storia che nasconde rancori e rabbia, vendette che vengono dal passato, i torti subiti per anni poi vengono alla luce e mostrano tutta la loro profonda complessità. La pesca con la lampara è metafora perfetta del caso, ma forse di molti degli enigmi della vita, senza fare rumore, si lanciano le reti, si aspetta con pazienza, i pesci più nascosti vengono a galla, anche quelli più difficili e inaspettati.
Un giallo che cambia prospettiva continuamente, la villa sul mare, durante una festa viene abbandonata improvvisamente da tutti e da qui parte un’indagine molto complessa, anche perché ci sono tante tracce, forse troppe ma manca il cadavere.
Con un linguaggio scorrevole e brillante, intervallato da frasi o termini in simpatico siciliano, da elenchi di specialità culinarie e da dialoghi incalzanti, velato di sfumature ironiche, questo romanzo scorre in modo magistrale.
Tanti gli insegnamenti, i messaggi, gli enigmi, gli intrighi, i lettori e amanti del genere non rimarranno delusi!
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Logica ed investigazione
Cristina Cassar Scalia pubblica La logica della lampara, un libro che vede, ancora i a volta, protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi, già attiva nel precedente Sabbia nera.
Vanina Guarrasi è una donna con molte ferite e molti fantasmi con cui rapportarsi. Uno dei quali è la tragica morte del padre, trucidato in un agguato mafioso, proprio davanti ai suoi occhi di ragazza; e l'altro è la relazione sofferta, spesso interrotta e poi ripresa , con il magistrato Paolo Malfitano. Amante e collezionista di vecchi film, è una perigliosa investigatrice e lo si vede molto bene con questo caso, dove mette in pratica la cosiddetta "logica della pesca con la lampara", ovvero:
"La pesca con la lampara ha una sua logica precisa. Si accende la luce, non si fa rumore si sta fermo il più possibile e nel frattempo si armano le reti. Prima o poi anche i pesci meglio nascosti vengono a galla. A quel punto non possono scappati più."
Il caso complicato è la scomparsa improvvisa della avvocatessa Lorenza Iannino, dopo aver dato una festa molto frequentata nel suo villino di fronte al mare. Contemporaneamente la sera stessa una valigia viene gettata tra gli scogli. Ritrovata vuota, si scopre avere evidenti tracce di sangue e con l'iPhone intestato alla stessa. Il cadavere però non si trova m un caso complicato perché si scontra con i poteri forti, con la collusione tra mafia e politica. Ma Vanina è sorretta anche dall'astuzia investigativa e dalla esperienza del commissario Biagio Patanè, che:
"Aveva 83anni, la sintonia tra loro era scattata subito".
Una bella lettura, con un bel personaggio. La investigazione del vicequestore ha una parte preponderante nella narrazione, che procede spedita con uno stile asciutto, veloce, fresco e preciso. Un giallo dei tempi presenti, una accurata descrizione sociologia dei mali della modernità, condotta con particolare acume narrativo. Un libro di fascino e di intrigo.