La donna dei fiori di carta
Letteratura italiana
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Tre domande
Il protagonista è uno sconosciuto ed è una buona trovata perché il co-protagonista ne deve scoprire l’identità. L’ho trovata una bellissima idea narrativa, sviluppata in modo evocativo, con il risultato di creare veramente una bella storia, in cui complice è il destino, destino che quando decide di deviare il corso della nostra vita non ci avverte, creando per noi inconsapevoli uno spartiacque fra ciò che c’era prima e ciò che arriva dopo. Tre sono le domande ricorrenti che fanno da filo conduttore a questa storia, dove scopriamo un uomo attraverso gli occhi di un altro uomo e dove il tabacco fornisce, oltre alla giusta atmosfera, anche energia al meccanismo della narrazione. Lo stile incentiva la lettura, per scoprire, per capire, per conoscere le persone attraverso gli occhi di chi le ama ed è come se lo scrittore ci prendesse per mano e guidasse nel libro, attraverso il cuore che comanda i sensi, attraverso le riflessioni dei momenti più estremi, con alcune espressioni folgoranti di vita, che lasciano senza fiato.
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I VIAGGI DI GUZMAN
Sul monte Fumo lo scenario è quello della guerra di trincea. Un uomo viene catturato, è un italiano, ma la sua identità e il suo grado sono ignoti: soldato semplice, ufficiale o cos’altro? Jacob Roumann, un medico di origine ebrea a servizio dell’esercito Austriaco, ha il compito di dialogare con lui, provare a farsi rivelare la sua identità, o perlomeno il suo grado. Se questa confessione non avverrà prima dell’alba, il prigioniero italiano sarà fucilato.
Si apre in questo modo un confronto tra il prigioniero e il dottore, un viaggio fatto di racconti, di personaggi e di amori inseguiti. Guzman, perennemente alla ricerca, prima del padre, poi di un amore, Isabel. Un uomo in smoking che accoglieva la morte sul ponte del Titanic fumando un sigaro, Eva Molnar la viaggiatrice, Dardamel, il musicista inventore.
Ma chi è veramente Guzman? Chi è l’uomo che fumava sul Titanic? Ma soprattutto chi è il prigioniero e qual è il suo progetto?
L’Opera di Carrisi si svolge interamente sul monte Fumo, in un ambientazione di guerra e di morte, ma il confronto tra Jacob e Il prigioniero porta a viaggiare: Da Marsiglia a Parigi fino a Brooklyn, talvolta in luoghi quasi magici dove le montagne cantano e a conoscere persone che sembrano frutto di un sogno.
Accattivante, elegante nel suo stile, non il classico thriller stile Carrisi ma ugualmente consigliato.
Interessante la nota finale dell’autore nella quale viene data spiegazione di alcuni avvenimenti storici realmente accaduti inseriti nella narrazione e di alcune date importanti.
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La forza del dialogo
Mi sono avvicinato a questo libro dopo aver letto il tribunale delle anime e devo dire che sono rimasto sorpreso perché non mi aspettavo una lettura così differente. Non é il Carrisi che conosciamo, maestro del thriller e della tensione, che tocca la profondità del male e il buio dell'anima, anzi questa volta si eleva su vette con momenti anche poetici. Il dialogo tra i due protagonisti è l'elemento trainante e coinvolgente di tutto il libro e vorremmo non finisse mai e quando questo succede, immediatamente, come il dottore, aspettiamo il momento che ricominci.
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Un'avventura, un mistero, una favola
La donna dei fiori di carta. Se fosse stato solo per il titolo non l'avrei letto. Immaginavo fosse un romanzo rosa ma quando ho letto
Chi è Guzman?
Chi sono io?
E chi era l'uomo che fumava sul ponte del Titanic?
Non ho potuto fare a meno di prenderlo.
Nonostante questo libro non rappresenti il mio genere romanzesco preferito, è stato tra i più belli che ho letto nel 2014.
E' la storia di Guzman l'affabulatore che nei primi del novecento che per sbarcare il lunario racconta storie. Le storie non saranno mai belle quanto la sua stessa piena di avventure fino a quando non si innamorerà di una donna il cui nome è un mistero.
L'abilità di Carrisi, forse dovuta anche all'esperienza di sceneggiatore, è tale per cui è stato impossibile non farsi travolgere dalla voglia di leggerlo tutto d'un fiato. Forse troppo breve.
E' una favola raccontata nel modo più intrigante possibile e mai banale. Ha suscitato la mia curiosità dalla prima all'ultima pagina tenendo sempre alto il ritmo. Non vi nego la strana sensazione di contrapposizione tra la voglia che il libro non finisse più e la voglia di capire come andava a finire.
Consigliato agli amanati di qualsiasi genere.
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La ricerca dell'amore
Dopo aver letto "l'ipotesi del male" mi sono immerso in questo breve racconto ed ho scoperto un Carrisi diverso dal precedente. Il racconto può essere connotato come una favola moderna da raccontare ai bambini prima di addormentarsi. L'autore ci presenta un plot all'apparenza molto semplice in cui la ricerca dell'amore è il filo conduttore. La trama si sposta nell'asse temporale degli inizi del novecento, in cui gli avvenimenti dello scoppio della prima guerra mondiale e la tragedia del Titanic sono eventi significativi per un'intera generazione. L'arte narrativa di Carrisi è tale che l’atmosfera che si respira tra i due protagonisti del libro, esce dalle pagine e contagia il lettore creando una atmosfera magica. La poesia che invade il testo è allo stato puro, non solo quella incisa sui fiori che il dottor Jacob Roumann trova nel suo camice ogni giorno, ma bensì il racconto del prigioniero è autentica poesia. La trama incuriosisce il lettore sino all'ultima pagina in quanto tutti vogliamo avere indizi sul grande amore. Sono innumerevoli le sensazioni che il libro ci lascia basta lasciarsi conquistare dalla penna mai banale dell'autore. Quando il racconto termina rimane nell'aria il profumo di sigaro e di belle donne......
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il piccolo principe incontra Carrisi
Sono tanti i libri a cui ho pensato durante la lettura di La donna dei fiori di carta.... il primo è "Il piccolo principe"... la ricerca, l'essenza dell'amore, lo stupore, la morte attesa e tragica ma nello stesso tempo piena di struggente poesia...
Forse per questo, aldilà della piacevole lettura, non trovo questo libro interessante perchè, come si può ben capire, è già letto.
Forse poteva, e mi permetto di suggerirlo all'ottimo Donato, approfondire alcuni personaggi lasciando da parte, anche solo per poche righe, il fumoso mistero fine a se stesso...
Comunque rimane un ottimo libro da regalare alla ragazza che si cerca di conquistare come, a suo tempo, si è fatto con capolavori del calibro di Siddharta o del, già citato, Piccolo Principe ma, avendo oramai 37 anni, 2 figli ed 1 moglie, penso che lascerò il libro nel cassetto in attesa che mio figlio compia 14 anni!
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Un audace autore italiano
E' inutile negarlo, Donato Carrisi scrive in maniera eccellente.
La prosa è fluente, accattivante, leggera, ma ricercata. Ci troviamo sicuramente dinanzi ad un autore dalle capacità letterarie notevoli.
Anche il racconto, quello di un dottore imprigionato in una guerra che non capisce e che non può accettare, è intrigante. Il soldato italiano che lui viene chiamato ad interrogare lo pone dinanzi ad una storia affascinante, quasi una favola di inizio secolo i cui personaggi sono tutti estremi, hanno caratteristiche che li rendono figure atipiche e per questo piacevoli da scoprire.
Ho sentito in questo racconto qualche richiamo, nelle modalità narrative, a "Novecento" di Baricco, dal quale credo che Carrisi sia stato ispirato.
Eppure nel corso della lettura mi è mancato qualcosa. Mi sono interrogato su quale potesse essere il motivo dellla sensazione di distacco che ho provato nella lettura e credo che il motivo risieda proprio alla scelta di disegnare alcuni dei personaggi protagonisti come delle figure quasi mitologiche più che reali.
Insomma, a mio avviso ci troviamo al cospetto di un autore di rango, mentre sospendo il giudizio in merito a questo racconto che, seppur ben congegnato, non mi ha tirato dentro la storia come speravo.
L'eleganza del fumo
Alessandro Baricco diceva che non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.
E questa frase rispecchia in pieno l'anima del romanzo di Carrisi.
Presi in mano per la prima volta questo libro grazie ad un utente di QLibri che ne fece una recensione più che positiva. Mi precipitai in libreria, ne lessi la trama. Il riscontro su quanto scritto fu immediato: "Ma come gli viene in mente a questo di chiedersi chi era che fumava sul Titanic?". Lo comprai e ne diventai un completo amante, come Guzman lo era del fumo.
La donna dei fiori di carta è una storia, una splendida storia antica che attraversa l'anima e inganna la morte. Attraversa l'anima, sì, perché chi lo legge difficilmente potrà dimenticarsi della figura di Guzman, di Madame Lì,di Dardamel, del principe Davì e di tutti i personaggi che riempiono queste pagine, anche i meno significativi. Inganna la morte, sì, perché tutti vogliono allontanarla ma quando la vedi bene da vicino, dicono che non si possa fare a meno di inseguirla. Così ha fatto anche Guzman.
Jacob Roumann è un personaggio chiave, un dottore buttato nella guerra con la speranza che guarisca corpi in fin di vita e cuori malati quando il suo, di cuore, è stato spezzato da una moglie che forse soffriva troppo la sua lontananza e finisce per innamorarsi di un altro. In guerra, oltre alla dedizione per il suo mestiere, Jacob Roumann porta un agenda di colore nero, dove, affianco ad un orario, sono segnate alcune parole che si riveleranno particolarmente affascinanti.
Sono stato abbacinato da questa splendida storia, dove è ben delineata l'eleganza del fumo e viene descritta vivamente l'atmosfera di una guerra truce e cruenta, sempre pronta a rivelare i suoi lati peggiori, dominati in primis dalla paura per la morte. Ma non solo, perché se riesci a sopravvivere alla guerra, la ricompensa non è essere vivo ma poter tornare a casa.
Mi sono immedesimato facilmente nel corpo di Roumann e ho visto Carrisi nel prigioniero italiano. Ho osservato il fumo uscire dal libro e percepito la mancanza di Guzman nelle pagine finali.
Questa storia deve diffondersi, deve passare di bocca in bocca come un sigaro cubano fumato fra amici. Ecco, io non fumo ma continuerò a dar presenza fisica alla figura dei personaggi e alla loro storia. Però non posso prometterlo.
Perché, lo abbiamo imparato, le promesse pesano il cuore.
Purtroppo non ricordo bene il tuo nome, caro utente di QLibri, ma un grazie - da parte mia, nei tuoi confronti - mi sembra più che doveroso.
Grazie
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Romanzo Breve ma intenso
Ho letto tutti i romanzi di Carrisi e sarò di parte, visto che adoro questo scrittore,ma consiglio vivamente di leggere questo romanzo breve. Personalmente mi ha colpito molto la storia, mi ricorda molto Baricco di Novecento-Questa Storia.
Una storia semplice ma efficace......Leggetelo.
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L'ULTIMO AEDO
Dolomiti 1912
Il dottor Jacob Roumann è l’ufficiale medico di una truppa austriaca (ultimo avamposto braccato dall’esercito Italiano). Uomo mite e sensibile, Roumann tenta di salvare più vite umane possibili. Il numero di sopravvissuti è pari a zero ed il dottore non può far altro che annotare su un taccuino le ultime parole dei suoi compagni. Parole spesso senza senso ma che una volta assemblate, come un puzzle, cominciano a prendere forma ….
Il protagonista viene incaricato dal suo superiore ( il Maggiore ) di interrogare un prigioniero italiano catturato da poco. Perché proprio il dottor Roumann ? Un interrogatorio condotto da un ufficiale medico ? Perché Jacob Roumann è completamente estraneo alla guerra. Non ne fa parte, non la sopporta, e questo è oggetto di odio e provocazioni da parte di tutti. Commilitoni e superiori. Quindi potrebbe far breccia nelle barriere alzate dal misterioso soldato italiano….
Il suo compito sarà di far confessare al prigioniero il nome e il grado in una notte. Se Roumann riuscirà nella missione, l’italiano potrà essere usato come “pedina di scambio “. Altrimenti il prigioniero verrà fucilato all’alba.
L’interrogatorio ha inizio, l’uomo del mistero comincia a parlare. Narra una storia che cattura subito Roumann . Una storia che lo porterà in giro per il mondo. Che lo porterà a guardarsi dentro. Una storia che gli darà risposte e anche domande rimaste sospese . Una storia che gli farà conoscere uno dei molteplici volti dell’amore e le strade sconosciute che spesso percorre. Sentirà parlare di persone straordinarie, vite straordinarie e luoghi straordinari !
Questo romanzo di Carrisi lascia il segno. A meno che il lettore non abbia la sensibilità di un Varano … Comunque il racconto è corto ( 160 pagine) ma intenso. A mio parere va letto tutto d’un fiato, ma l’autore ha pensato anche a questo. Non vi staccherete tanto facilmente.
Donato Carrisi ha dato dimostrazione di poter scrivere romanzi di qualunque genere. Ha definito LA DONNA DEI FIORI DI CARTA un noir. A me è sembrata più una splendida favola. Una favola che ci spiega tante cose sull’amore e dei sentieri tortuosi che esso percorre attraversando lo spazio ed il tempo. Di come l’amore, quello vero, smuove le montagne,vince la morte e dura in eterno Sicuramente non possiamo possederlo per sempre ma ne abbiamo disperatamente bisogno. Tutti.
Potrei scrivere un commento lungo chilometri perché sono tante le sensazioni ed i pensieri che ho provato leggendo questo libro. Lo consiglio a tutti . Senz’ombra di dubbio !
Caro Carrisi , puoi scrivere qualunque cosa … io la leggerò molto volentieri.