La confraternita dei Sikuri
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Violenza sulle donne e relazioni virtuali
Sarà l’effetto “Ispettore Coliandro”, saranno i gialli di Loriano Macchiavelli, oppure forse sarò io di parte considerato che è la mia città, ma i gialli-noir ambientati a Bologna hanno sempre un certo fascino. Considerazione che non viene smentita nemmeno in questo libro ambientato nel capoluogo emiliano, tra luci ed ombre di una Bologna che sembra nascondere il proprio lato oscuro. Il plot è abbastanza classico, il serial killer addesca le proprie vittime (donne) ignare del pericolo a cui vanno incontro e la Polizia deve indagare per fermare l’ondata di improvvise sparizioni. Il valore aggiunto però si riconosce, oltre che nell’ambientazione, nelle tematiche sicuramente molto attuali considerato che alla base degli atti criminali ci sta il tema della “violenza sulle donne” (tra l’altro l’autore sensibilizza sul problema con una breve nota ad inizio libro nella quale si riportano gli sconcertanti numeri del fenomeno in questi ultimi anni) ed il tema delle relazioni virtuali, sempre tra uomini e donne, nate in rete sui social network con tutti i rischi del caso. A svolgere l’indagine assieme alle forze dell’ordine troviamo inoltre Galeazzo Trebbi, il vero protagonista, dotato di un grande intuito ed abituato a discorrere in dialetto. Trebbi è un investigatore privato, ex poliziotto che non ha perso il gusto dell’indagine, disilluso al punto giusto causa vicende personali, ma estremamente analitico nel suo lavoro e pronto anche (quando serve) ad adottare comportamenti discutibili pur di raggiungere l’obiettivo.
Attraverso Trebbi ed i suoi colleghi poliziotti che affianca nell’indagine ufficiale, il lettore verrà catapultato in un mondo nel quale al di sotto della facciata pulita e rispettabile di alcuni individui della “Bologna bene” si nasconde un sottobosco di orrori. Un mondo sconosciuto alla massa, ma pulsante, che si colloca tra mondo reale e realtà virtuale perché la rete, quella parte della rete inaccessibile ai più, permette di soddisfare la sete di violenza di molti individui e Trebbi imparerà che cambiano i modi ma non i fatti e che “L’uomo non è migliorato, ha solo imparato a diffondere le informazioni ma rimane un instancabile mostro privo di vera coscienza, rimane un intollerabile predatoreo una facile preda”.
Indicazioni utili
Sara
Un pc, una serie di messaggi in chat, una conoscenza che sembra diventare sempre più profonda, con confidenze sempre più intime e private e con uno schermo a far da divisore, un appuntamento. Perché la voglia di conoscersi dal vivo, di andare oltre la tastiera è sempre più forte. Lei si chiama Sara e di lavoro è una educatrice mentre nel tempo libero è volontaria alla Casa delle donne. È una ragazza dal carattere volitivo e determinato; è coraggiosa, brillante, curiosa. Accetta di incontrarlo, lui che ha mani lunghe, abbronzate e curate, lui che non teme il giudizio, lui che non teme la vergogna e non conosce il senso del pudore, lui con cui sta chattando da quattro mesi e che non è un maniaco perché se così fosse certamente si sarebbe già scocciato di quel giochino, in quel piazzale antistante al monastero di San Michele in Bosco. Da quel momento di Sara si perde ogni traccia. Piero Nadalini, suo amico trentenne ed ex tossico, salvato proprio dalla giovane da perpetrati atti di autolesionismo manifestatosi in una moltitudine variegata di modi, vede venir meno il suo unico punto fermo. Spinto da Ada decide di rivolgersi a Trebbi perché egli è l’unico che può ritrovarla, che può trovare il capo di questa così intricata matassa. Ma per convincerlo deve prima di tutto superare la barriera di ostilità di quest’ultimo ancora astioso per l’abbandono di sua figlia Irene da parte di costui, anni prima, davanti al pronto soccorso quando più di aiuto esso aveva bisogno.
Decisosi ad indagare per mero senso del dovere e della giustizia, Trebbi si renderà ben presto conto che il modus operandi del maniaco ha avuto anche altre vittime, tutte scomparse a Bologna nel medesimo modo. L’indagine lo porterà ad affrontare l’oscurità del mondo digitale, un mondo fatto di violenza e sopraffazione, di uomini che odiano le donne, di uomini senza scrupolo e pronti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo.
Quello delineato da Massimo Fagnoni, dottore di filosofia da anni impiegato nella polizia municipale di Bologna anche quale operatore dei servizi sociali e psichiatrici comunali, è un noir perfettamente orchestrato e caratterizzato da una trama articolata e solida, una trama priva di sbavature che conquista e avvince pagina dopo pagina.
La grande maestria dell’autore risiede anche nel suo sapersi destreggiare tra realtà e finzione riuscendo a toccare tematiche sottese, quali la violenza all’universo femminile, la dark net, l’evoluzione della nostra società in tutte le sue dinamiche più cupe e sottese.
Un giallo dai ritmi serrati che colpisce per solidità del narrato e per contenuti che sanno invitare alla riflessione il lettore.