La casa di ringhiera
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Amedeo Consoli, aspirante detective
Amedeo Consoli è un aspirante detective, si appassiona ai crimini e collezionando indizi, articoli, foto, cerca di risolverli a suo modo. Ha un nipote, al quale è molto affezionato, che gli viene affidato dalla figlia quando esce da scuola. Vive in un condominio o meglio in una casa di ringhiera, dove per definizione più appartamenti condividono lo stesso balcone, o meglio ballatoio, e gli affari dei tuoi vicini sono per forza anche affari tuoi. E in questo breve racconto di Recami le vicissitudini dei singoli condomini si intrecciano e diventano una storia unica che parte lentamente ma che raggiunge un climax inaspettato dal quale il lettore esce piacevolmente sorpreso.
Il giallo è più un pretesto per sviluppare certe dinamiche sociali, che meritano qualche riflessione più profonda. In una chiave assolutamente ironica, quasi farsesca, Recami ci mostra quelle che secondo lui sono le reazioni umane quando siamo messi di fronte ad atti criminali: c'è chi fugge, chi si comporta vigliaccamente, chi si paralizza, chi cerca di occultare quello che ha fatto...l'essere umano in certi momenti da il peggio di se stesso. In una serie di eventi che si susseguono quasi senza respiro, vengono coinvolti tutti i personaggi del racconto e dopo una serie di equivoci il tutto si chiude così come è iniziato, casualmente.
Il racconto è originale e piacevole , ed è come un monito o meglio un avvertimento a migliorare i nostri rapporti con gli altri, evitando di chiuderci nei nostri personalismi e badando un po' più alle sofferenze del nostro prossimo.
Indicazioni utili
Via del Corno - Milano.
Francesco Recami prova a dare vita ad una Via del Corno meneghina, descrivendo la vita di una "casa di ringhiera" con i suoi personaggi. bizzarri, particolari o sciatti.
Saldamente al timone della vicenda abbiamo il Consonni Amedeo, un nonno, ex tappezziere, appassionato di cronaca nera e - quasi suo malgrado - investigatore dilettante (che poteva essere un’idea geniale).
Il nostro si divide fra le merendine al nipotino e turpi crimini.
Intorno un microcosmo di altri personaggi “senza qualità” che trascinano la trama un po’ stancamente.
Fino ad un improbabile crescendo rossiniano misto a commedia (?) degli equivoci che – a me – ha ricordato tanto la Congiura degli Innocenti di Alfred Hitchcock, in cui tutti i personaggi (nonno Amedeo in testa) si comportano in modo piuttosto assurdo. E infine l’autore chiude un po’ frettolosamente.
Amedeo e Erika stan lì a chiedersi sogno o son desto?
Donatella si ritrova il marito in casa e i figli spariti e… bo?
Caterina si porta via il figlio che racconta storie pazzesche e… bo? (anzi, si preoccupa di quello che ha detto la psicologa sul disegno).
Angela cerca di far cantare Amedeo e per farlo gli promette che gli racconterà la sua storia (ovviamente nel prossimo libro).
L’unico personaggio con cui ho empatizzato è stato De Angelis e soprattutto sua sorella.
Una delle mie frasi preferite è proprio sua:
“Ma che ti è successo? Ti sei rincretinito?”
Ammetto che nella piattezza generale, un po’ rimprovero ad Amedeo il “blocco” che ha avuto quando il nipote era in pericolo. Mi è sembrato davvero forzato. Penso che nelle intenzioni dell’autore ci fosse proprio quella di descrivere un contro-cliché del detective dilettante che poi si rivela più in gamba di quelli ufficiali a prendere in mano la situazione.
Ma io l’ho trovato un bell’autogol.
Concludendo il caso viene risolto molto per caso e poco per desiderio e - secondo me – c’è più di un debito nei confronti della “Promessa – Un Requiem per il romanzo giallo” di Durrenmatt.
Poco altro saprei dire.
Libro onesto, scritto con alcuni buoni spunti ed alcune descrizioni sfiziose.
Plot e personaggi un po’ sciatti ed incompiuti.
Trama gialla un po' pretestuosa.
Cliffhanger (la storia di Angela) furbetto.
Dello stesso autore, invece, ho trovato mirabile "Il Correttore di Bozze."