La casa dei notai
Letteratura italiana
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L'apparenza è tutto
Filippo Penati elabora ne La casa dei notai una nuova figura di commissario, che corrisponde al nome di Giorgi,
“una persona normale, che non alcun vezzo e alcun vizio, nessuno elemento caratterizzante come l’impermeabile do Colombo. Ha qualche problema familiare e una figlia adolescente, Elena, ha una passione per le Harley Davidson.”.
Qui si trova ad indagare sulla morte di una donna, Bruna, moglie di uno dei notai più famosi di tutta la città. E lo fa con un suo particolare metodo,
“svolge il suo ragionamento con la stessa logica utilizzata nella risoluzione di un’espressione algebrica. Passaggio dopo passaggio fino al risultato finale.”
L’indagine si rivela ostica sin dall’inizio, c’è uno scandalo da evitare e le apparenze da salvare ad ogni costo. La rispettabilità dietro ad un velo spesso di ipocrisia, di tradimenti e di arroganza. Un muro di omertà e di vergogna che sta per essere eroso piano piano, giorno dopo giorno. E chi lo fa è punibile all’estremo. Alla morte.
Un bel giallo, scritto con una prosa fine e perspicace. Una trama che segue fedelmente le categorie di genere. Un’analisi precisa e corretta dei personaggi, studiati a fondo, nell’intimo e nelle loro peculiarità, per ricostruire una vicenda oscura, dove il lusso maschera “ciò che non si dice”, ciò che è inesprimibile, ma per questo non meno violento ed accecante. Una sottile e perfida violenza psicologica che va colta ed assaporata piano piano, perché sfuggente ed annientante nella sua totalità. Un ottimo libro, una conseguente lettura elegante e sofisticata.