La cappella dei penitenti grigi
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 4
Complesso ingranaggio ma che riesce ad intrattener
La Cappella dei Penitenti Grigi è un thriller storico in cui il racconto si dipana su due livelli e in cui la trama principale è più complessa di quello che sembra: una trama è ambientata nel passato e l’altra ai giorni nostri creando un intreccio complesso di personaggi.
Questo genere di thriller già ci è noto ed è stato reso famoso da Dan Brown e Glenn Cooper, per poi diventare preda di molti emuli, più o meno all'altezza.
Maurizio Lanteri e Lilli Luini hanno il pregio di non voler imitare gli illustri colleghi. Come già detto la struttura narrativa del loro romanzo è basata sull'alternanza tra presente e passato (molto usata e tipica di Cooper), ma il ritmo è molto diverso e la ricostruzione e i dettagli storici sono molto più accurati. Impossibile non notare il grande lavoro di ricerca che c’è dietro questo libro: con molta precisione vengono descritti i luoghi visitati dai protagonisti e i fatti storici sono riportati fedelmente. E’ notevole la descrizione della Camargue, una zona molto particolare del territorio francese che viene fatta vivere al lettore con dovizia di particolari.
Sono molti i personaggi, forse troppi, ognuno con qualcosa da nascondere, ognuno agendo con una scopo ben preciso (chi per uno scoop giornalistico, chi per un articolo universitario chi per nascondere un crimine…). Appunto perché sono così tanti i personaggi risulta un po’ difficoltoso capire chi siano i veri protagonisti, ma nonostante ciò ogni personaggio è ben caratterizzato svolgendo un ruolo ben preciso nella storia e diventando a sua volta un tassello di un gigantesco puzzle.
La curiosità del lettore viene stuzzicata già nelle prime pagine in cui i due autori forniscono pochissime informazioni sugli eventi narrati passando subito ad altro. Vengono lanciate tante piccole esche in ogni capitolo inducendo chi legge a non volersi staccare dalla lettura per saperne di più. Pagina dopo pagina nascono mille congetture quando finalmente si è convinti di essere arrivati alla conclusione del mistero ecco che nelle pagine successive si scopre che è solo una piccola punta di un iceberg che nasconde molto di più.
La lettura non è molto scorrevole soprattutto per i molti fatti narrati e per la presenza di parecchi personaggi ma nonostante ciò i due autori sono riusciti a creare un intreccio fittissimo di storie e segreti in cui si rimane intrappolati come in una regnatela.
Tutto inizia con il ritrovamento del corpo di una donna, appartenente ad una giornalista parigina, Deanne Brèchet. La colpa inizialmente viene fatta ricadere su una ricercatrice della Sorbona, Fabienne Lacati, a cui la giornalista era legata sentimentalmente.
La relazione tra le due donne non è idilliaca: Daenne è innamorata mentre Fabienne vede la presenza della donna come un intralcio alla sua carriera come ricercatrice. Daenne viene poi ritrovata morta e
viene incolpata Fabienne poiché la sera prima del ritrovamento le due avevano avuto una violenta lite. Peccato per Fabienne che non sia la prima volta che si ritrova invischiata in una storia del genere. A toglierla dai casini è l’insegnate italiano Daniele Ferrara, trascinato ad Aigues-Mortes da un suo vecchio amico che sta lavorando su un servizio storico per conto di una tv. Da questo momento in poi i due cominciano ad indagare scoprendo una rete di intrighi che li porterà molto lontano.
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La cipolla ha molti strati
Ho appena finito di leggere La cappella dei penitenti grigi, di Lanteri & Luini. Si tratta dell'ultima fatica della copia di autori, un thriller storico che si dipana su due piani temporali (anche se in realtà i piani sono ancora di più). Tutto nasce intorno alla strana confraternita che dà il titolo al romanzo. Cosa si nasconde dietro di essa? Molti, molti misteri. C'è una storia d'amore nella Francia del 1730, ma anche una serie di omicidi che si chiamano l'un l'altro come ciliegie e avvengono ai nostri giorni... omicidi che ne nascondono altri, in tempi precedenti. Personaggi affascinanti (forse troppi, ma la storia è assai complicata) che si intrecciano come serpenti... Bello davvero. Una escalation continua, dopo l'ottimo Bruja e i molti altri titoli della prolifica coppia. Da tenere d'occhio!
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Un mistero che attraversa la storia
La copertina mi ha conquistata subito. La sinossi prometteva benissimo. Cercavo un thriller storico e ne ho trovato uno scritto davvero bene.
Inizia delineando i personaggi e creando un po’ di suspense intorno alla famosa Cappella dei Penitenti Grigi.
Si tratta di una tecnica narrativa affinché il lettore entri gradualmente nella storia e ne respiri l’atmosfera intrisa di mistero e si lasci affascinare dalla location in cui avviene la vicenda, la città fortificata di Aigues-Mortes, in Camargue.
La storia decolla quasi subito e si inerpica seguendo una serie intricatissima di misteri da svelare e altrettanti omicidi a catena. Il mistero ruota intorno alla storia dell’antica Cappella dei Penitenti Grigi. Fabienne Lacati è una giovane ricercatrice della Sorbona che sta scrivendo una tesi sull’aspetto non soltanto archittettonico della famosa Cappella dei Penitenti Grigi. Di pari passo, iniziano i delitti. La prima vittima è Deanne Bréchet, una giornalista parigina, legata intimamente a Fabienne, sulla quale ricadono subito i sospetti. Molto si cela sugli appartenenti alla misteriosa Cappella e per aiutare Fabienne c’è l’italiano Daniele Ferrara. Tutti i personaggi, principali e non, risultano ben delineati e descritti a tutto tondo.
La Cappella dei Penitenti Grigi è un thriller scritto a quattro mani da Maurizio Lanteri e Lilli Luini.
Gli autori hanno fatto un ottimo lavoro. Hanno mescolato in maniera sapiente gli ingredienti del thriller, passando dall’azione all’aspetto storico, riuscendo a non trascurare quell’alone di mistero che rende avvincente la trama del romanzo. Il lettore viene travolto dal succedersi degli accadimenti che alternano il presente al passato, con un risultato avvincente, misterioso ed emozionante. Un thriller riuscito e con un segreto che ha attraversato la storia per essere svelato.
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La cappella dei penitenti grigi – Commento di Brun
Thriller storico scritto da due autori italiani che imbastiscono una storia molto articolata intorno a una setta: “… Esistevano i Penitenti Grigi di Aigues-Mortes, da più di quattrocento anni. Alleviare i mali del corpo e dell’anima, accompagnando chi soffre a un sereno trapasso. Un’opera di misericordia, compiuta in espiazione dei propri peccati.”
Aigues-Mortes è una cittadella fortificata della Camargue: “Luigi IX ha bisogno di un porto nel Mediterraneo, per organizzare la sua spedizione. Così acquista queste lande desolate dai monaci …”
Lì si recano Fabienne Lacati, ricercatrice della Sorbona con “una carriera accademica d’eccellenza” e “Deanne Bréchet, giornalista d’assalto che rimesta nel torbido dell’alta finanza, improvvisamente interessata alla storia dei Penitenti Grigi”.
Quando la giornalista, legata a Fabienne da un rapporto ambiguo, viene ritrovata uccisa, si pensa che “… l’hanno ammazzata perché ha visto o sentito qualcosa”.
In questo delitto sembra facile ricondurre l’omicidio a Fabienne: “Una donna indefinibile, messa lì apposta per interpretare il ruolo del colpevole predestinato”.
Fabienne però viene scagionata e, sentendosi in pericolo di vita, indaga con Daniele Ferrara, un collega italiano del quale si innamora.
Tutto sembra ruotare intorno ai misteriosi Penitenti Grigi: “… I membri della confraternita di cui io mi sto occupando operano ancora nell’ombra, celando chissà quali interessi.”
“Avete un Priore? Eletto ogni anno?”
“Ora la carica è vitalizia …”
“… Ecco spuntare un Priore in carica. E non uno qualsiasi. Il Domaine Claparède non è il più grande allevamento di tori della Petite Camargue, ma di certo è il più prestigioso.”
Intanto si verificano altri casi sospetti di omicidio: sul lago di Ginevra, viene ritrovata senza vita Estelle Martinez di Radio Chablais … “la deejay più famosa dell’Alta Savoia”. Stessa sorte per il guardiano della cappella dei Penitenti Grigi e per Diego, professore universitario e amico di Fabienne.
Il romanzo si fonda su una formula di grande successo: quella di abbinare il thriller a un filone storico misterioso e occulto. In questo caso quello dell’intolleranza religiosa che nel XVII secolo vide l’ortodossia cattolica contrastare il movimento degli ugonotti.
Gli autori sono abili a mantenere le fila di una storia complicata nella quale il lettore corre più volte il rischio di perdersi.
Lo stile è efficace, giornalistico, sorretto da sorprese, delitti, scheletri rinvenuti nella cripta, passaggi segreti e tutti gli altri ingredienti che tengono desta attenzione e curiosità.
Bruno Elpis