La bestia
Letteratura italiana
Editore
Silvia Daveri (Arezzo, 1982) ha lavorato per anni come giornalista pubblicista. Oggi vive in campagna con il suo compagno, papà Franco, un cane da coccole, un gatto nero e una gatta degustatrice d’acqua. Al termine degli studi universitari in comunicazione ha deciso d’iscriversi alla Scuola Annuale di Narrazioni Arturo Bandini di Arezzo, esperienza che l’ha formata come scrittrice e durante la quale ha scritto La Bestia, suo primo romanzo
Recensione della Redazione QLibri
ACQUA SUL FUOCO
Nel pensiero comune e dominante, una Bestia, con la B maiuscola, rappresenta un essere intriso di malvagità, brutalità e istinto animale. La Bestia di Silvia Daveri aggiunge a queste caratteristiche una goccia di inquietante umanità.
Prima di iniziare il romanzo, l'autrice ci avvisa che l'idea che ha condotto alla stesura di questo libro parte dalla leggenda della Bestia del Gevaudan, un animale che in Francia, alla fine del Settecento, porterà alla morte decine e decine di persone. Leggenda o verità? I resoconti storici ci portano a considerare la seconda e ciò che la rete ci mette a disposizione sono immagini dipinte di un essere mostruoso.
Romanzo adatto agli adolescenti meno impressionabili, racconta la storia di Marie, quindicenne abitante di Le Malzieu. A lei e agli altri abitanti di questo piccolo paese di pastori, toccherà fronteggiare la furia della Bestia, che si abbatterà su vasta parte del territorio. Ciò che all’inizio pare solo l’attacco di un animale feroce e sanguinario, dischiuderà, agli occhi di Marie, un passato tenuto segreto alle orecchie dei più giovani. Carico degli ardori adolescenziali e del coraggio irresponsabile dei ragazzi, pur risultando poco plausibili, a noi adulti, le azioni e i pensieri di Marie, i teen-ager a cui il romanzo è destinato, sicuramente apprezzeranno.
Di ambientazione affascinante e con personaggi la cui presenza, nella Francia del Diciottesimo secolo, rappresentano la storia così come realmente accaduta, è scritto in linguaggio semplice e ritmato. Questo, se da un lato aiuta il romanzo nella sua fluidità, dall’altro suggerisce che, al contrario di quanto avvenuto per la parte storica, non vi sia stata da parte dell’autrice una ricerca approfondita nella scelta delle parole.
Il libro è composto da circa 200 pagine e alla fine si arriva molto velocemente. Anche in questo caso, gli aspetti da valutare sono uno opposto all’altro: lo srotolarsi impetuoso e spontaneo della trama riflette forse le identiche passioni giovanili a cui si rivolge, dall’altro lato al finale è serbato poco spazio, sufficiente a bruciacchiare il loro tumultuoso ardore.