L'uomo nero e la bicicletta blu
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 6
Sorrisi e lacrime...
Anni '60, Bagnago, Romagna.
Gigi, 10 anni, ha solo tre grandi sogni: la bicicletta blu con le cromature dorate, lo scudetto al Bologna...e fidanzarsi con Allegra.
Baldini ci fa entrare nella sua vita, e per oltre due terzi del romanzo ci tiene lì, incollati alle parole di questo ragazzino, alla sua voglia di racimolare qualche soldo, di stare ad ascoltare le storie dei vecchi al bar, di vivere i turbamenti della prima "mano nella mano"...
Vita di provincia color seppia...quella dei festival di Sanremo guardati alla Casa del popolo perché le televisioni erano ancora appannaggio di pochi, quella dei roghi di San Giuseppe che trasferiscono il cielo stellato sulla terra, quella dei ragazzini che giocano a pallone, corrono su bici sgangherate e rubano le angurie dai campi.
La vita di chi ha poco, pochissimo, ma che, in questo microcosmo fatto di piccole cose e personaggi singolari, riesce comunque a tirare avanti...ed essere anche felice.
Fino a quando, all'improvviso, l'infanzia finisce...e non anagraficamente.
Qui inizia l'ultimo terzo del romanzo...quello in cui Baldini fa ciò che gli riesce meglio in assoluto: ti sbriciola, ti spezza in due, ti prende e ti taglia a pezzettini.
Perché puoi essere grande e corazzato quanto vuoi, ma di fronte alle storie in cui arriva l'Uomo nero, sarai sempre disarmato come un bambino, incapace di comprendere il Male, in balia di un malessere a cui non riesci mai a dare un nome e un volto.
È stato inevitabile, per me, tornare con la mente a Brondolo, da Ettore e Narciso, nella storia de "L'estate del cane bambino" (Pistacchio/Toffanello)...e proprio come allora mi ritrovo a lasciare, su queste pagine, lacrime e pezzi di cuore...
Conobbi questo autore con "Mal'aria"...e dopo avermi letteralmente tramortito con un finale di quelli che ti gelano il sangue, giurai che non mi avrebbe più colto impreparata, che ormai sapevo...
Illusa io.
E bravo Baldini, sei riuscito a farmi piangere di nuovo.
Ma quante emozioni...
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LA MIA TERRA
La mia terra, lo scrittore nato nel mio piccolo paese in cui è stato anche assessore, praticamente un eroe nazionale per noi romagnoli…. può la mia recensione essere obiettiva?
Gigi è un bambino di dieci anni che vive nella campagna degli anni sessanta. Vive in quella terra, che è anche la mia, dove i campi sembrano più estesi del cielo. Un inizio di romanzo che racconta la semplicità dei tempi, dove tutti ci si interessa un po’ di tutti e dove ogni “fatto” diventa racconto. La casa del popolo, i soldatini, le tradizionali focarine, una povertà di mezzi figlia di quei tempi.
Si può avere nostalgia di un tempo in cui non si è vissuti? Questo mi ha trasmesso questo romanzo. Un tempo in cui i film si vedevano tutti insieme, dove il tempo si trascorreva all’aperto, dove la terra aveva un valore e la semplicità e la frugalità avevano corpo.
Dove le persone buffe erano considerate persone e non emarginati. Il tempo dei miei genitori e ancora prima dei miei nonni.
Baldini però insegna che se la semplicità si è persa negli anni e nel progresso, la malvagità è propria dell’uomo in ogni tempo e Gigi diventerà adulto velocemente.
Un noir che mi ha colpita per l’inatteso finale. Ho sorriso ripetutamente e di gusto all’inizio, ho urlato d’irritazione nella parte centrale e ho pianto alla fine. Certamente la parte che narra la vita rurale dell’epoca può risultare un po’ pesante, a me ha affascinato perché racconta episodi molto simili a quelli già ascoltati dai miei affetti quindi, rispondendo alla domanda iniziale che mi sono posta, no, non credo di riuscire ad essere completamente obiettiva.
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un libro che fa sorridere, commuovere
Libro piacevole da leggere e sicuramente consigliato caratterizzato da episodi e macchiette divertenti. Molto bella e commuovente la parte finale del libro anche se troppo sbrigativa la conclusione rispetto al resto del libro, si sarebbe dovuto dedicare più spazio riguardo i destini dei vari personaggi.
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In principio fu Harper Lee...
...nel 1960 con "Il buio oltre la siepe", nel 2000 Joe Lansdale con "In fondo alla palude",nel 2001 Niccolò Ammaniti con "Io non ho paura", nel 2002 ancora Lansdale con "La sottile linea scura" e nel 2011 Eraldo Baldini con "L'uomo nero e la bicicletta blu". Nel primo Scout, nel secondo Harry, nel terzo Michele, nel quarto Stanley Junior, nel quinto Gigi, sono tutti i rispettivi protagonisti bambini -narratori di storie da "grandi" di vite vissute al limite e di riflessioni che fanno capire come certe vicende possono cambiare la vita e ritrovarsi già vecchi. Però Baldini non può annoiare per 200 pagine e nelle ultime 75 racchiudere tutta la forza emotiva ed esplosiva del succo di tutto il libro tutto in un colpo!
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Commuovente :)
È stato facile immaginare Bagnago nella mia mente: il classico paesino emiliano, dove tutti si conoscono e conducono la vita di campagna tranquilla e un po monotona.
Non capisco proprio di tutte queste critiche negative: lo stile di scrittura è piacevole; spesso compaiono scene buffe e divertenti, fino ad arrivare agli ultimi 2 capitoli del libro.
Qui inizia la discesa, frettolosa ma non per nulla interessante, anzi....direi coinvolgente.
Purtroppo non nascondo la mia commozione nel leggere alcuni passaggi o l'amarezza di alcuni episodi.
Tuttavia lo consiglio. Un bel libro non ho nulla da aggiungere, forse se le ultime pagine erano un po più curate circa i destini delle persone lo avrei apprezzato ancora di più.
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L'uomo nero e la bicicletta blu
Attirata dal solito risvolto di copertina mi sono lanciata nella lettura di questo romanzo che però mi ha lasciato un po' d'amaro in bocca.. La partenza è buona, ma ci si arena prima di metà libro perchè la storia langue, e ad eccezione di alcuni siparietti simpatici non succede niente di importante, questo qualcosa viene promesso e rimandato con mezze frasi allusive fin quasi alla conclusione, ma quando accade il racconto è sbrigativo e poco incisivo, quasi ormai fosse finita la benzina... Peccato, perchè l'idea e l'atmosfera ricordano un po' "Io non ho paura" di Ammaniti, ma il risultato non è all'altezza della promessa....