L'uomo di Innichen L'uomo di Innichen

L'uomo di Innichen

Letteratura italiana

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Dan, fotografo pubblicitario separato dalla moglie, cerca di ricucire il suo ruolo di padre con Roby il figlio undicenne. Una disgrazia apparentemente casuale lo precipita nella disperazione. E nell’orrore. Al richiamo di una promessa spezzata con il sangue, si snoda una vicenda agghiacciante tra la città di Novara, il lago d’Orta, un’agenzia pubblicitaria di Milano e le vette di Innichen, in alta Val Pusteria. Pagina dopo pagina, si squarcia il sipario su un incubo che taglierà il fiato ai lettori, prima dell’ultimo sconvolgente colpo di scena. Chi è l’Uomo di Innichen? E chi è realmente Dan?



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L'uomo di Innichen 2012-04-26 11:34:42 kobe
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kobe Opinione inserita da kobe    26 Aprile, 2012
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Innichen

Fa sempre piacere avere conferme da un autore. L’opera prima di Camillotto (Il manipolatore di sogni) mi aveva letteralmente entusiasmato, quindi mi sono avvicinato a questo secondo romanzo pieno di aspettative, che sono state puntualmente soddisfatte.
Non è un giallo in cui c’è da scoprire l’assassino e lanciarsi in chissà quali congetture, ma un thriller un po’ sui generis in cui il lettore è invitato a seguire passo dopo passo un padre disperato nella folle ricerca del killer del proprio figlio. E come è ben descritto nella quarta di copertina (che grazie al cielo non toglie niente alla storia), lo scopo non è tanto sapere “chi”, quanto trovare il responsabile per consumare la tremenda vendetta. Occhio per occhio, dente per dente.
La trama è intrigante e la lettura liscia come l’olio, perché oltre ad essere scritto bene è anche organizzato in capitoli brevi e con un carattere diverso (corsivo) quando si passa dal racconto del padre (in prima persona) a quello dell’assassino.
A mio avviso Camillotto dimostra ancora una volta che questo genere letterario è un pretesto per affrontare un tema che a lui deve essere molto caro, ossia il rapporto padre-figlio, con tutte le sue implicazioni affettive ed emotive, con i dubbi che inevitabilmente ti attanagliano quando devi educare e crescere un’altra creatura, con il senso di responsabilità e a volte di colpa che ne consegue.

Non voglio anticipare niente, anche se è evidente fin dalla prima pagina, ma qui non si tratta solo di calarsi nei panni del padre e pensare a cosa farebbe ciascuno di noi di fronte ad una tragedia così grande, si tratta anche di sforzarsi di assumere il punto di vista del killer e riflettere su cosa può spingere un uomo a compiere azioni così efferate.

Se vi piace il genere, vi consiglio vivamente di scoprire questo autore!!

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L'uomo di Innichen 2011-04-14 18:02:03 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    14 Aprile, 2011
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L'uomo di Inichen

Il libro mi è piaciuto, fila dritto come una spada e quando sulla trama comincia a farsi luce, colpisce come una sciabola.
Partiamo però con grado...Camillotto è ora che i tuoi personaggi escano dal mondo pubblicitario e si cominci anche a tastare nuovi percorsi professionali e non rimangano chiusi nell'ambito del marketing. (Wow si scateneranno le critiche!!!)
Per il resto la storia si legge con estrema scioltezza, il tutto dovuto a dei capitoli brevi ed alla bravura dell'autore nello svelare una trama che si sviluppa egregiamente, anche se alcune cose vengono scoperte dal protagonista in modo quasi casuale e fortunato, ma si sa la fortuna aiuta gli audaci ed il nostro Dan, protagonista assoluto della storia è un soggetto audace.
Ma la mia attenzione, forse anche per il lavoro che svolgo e per i miei studi, è catturata dalle ultime pagine che non voglio raccontare ma che sono impregnate di cause che rendono l'antagonista una vittima della famiglia e di se stesso ammorbidendone quasi il profilo.
Il libro ve lo consiglio, signore e signori, Camillotto è uno degli scrittori che meriterebbero molto più risalto rispetto a tanti altri autori ma lo sapete, questa potrebbe essere un'opinione che viene piegata, probabilmente, da quel mondo del marketing che al nostro autore piace tanto ma che a volte lo dimentica.
Camillotto si è affacciato sul panorama letterario con una grande opera prima "Il manipolatore di sogni", si è confermato egregiamente con "L'uomo di Innichen". PROMOSSO e non attendere altri tre anni per la stesura di un nuovo libro perchè noi lettori siamo affamati insaziabili.
Buona lettura a tutti.
Syd

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L'uomo di Innichen 2010-11-03 21:19:37 Cristina V
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    03 Novembre, 2010
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Imperdibile 3

L'uomo di Innichen è un gran bel giallo!!!
Lo so che l'aggettivo BELLo è banale e riduttivo, ma è il primo che mi viene in mente!il più spontaneo, non studiato....

Fin dalla prima pagina di questa storia, si respira il dolore. Poi l'angoscia. La tensione. La paura. La follia.

Mi ha affascinata, all'inizio, il "graffito" trovato dal protagonista su un muretto, che dà l'input a tutta la vicenda.
E' vero e profondo...ed ha un finale spaventoso.
Lo trascrivo qua, perchè l'avrò riletto almeno 20 volte..e lo posso fare senza timore, perchè non toglie alcuna sorpresa a chi ancora non l'ha letto...

" Se un uomo vi uccide perchè ha falciato
le vostre speranze,
siate così incoscienti da farne germogliare di nuove.
Se un uomo vi uccide perchè ha derubato
le vostre ricchezze,
trovate il coraggio di ricominciare.
Se un uomo vi uccide perchè ha calpestato
la vostra dignità,
siate così forti da riscattarla con il perdono.
Me se avete un figlio,
e un uomo lo uccide,
non affidate quell'uomo al giudizio di Dio,
e non consegnatelo al castigo degli uomini.
CERCATELO,
TROVATELO,
E STRAPPATEGLI IL CUORE.

Dalla ricerca dell'assassino, per mettere in atto la sua vendetta, parte un'indagine splendidamente narrata, densa di sorprese e di colpi di scena.

Un mio inciso, che riguarda in particolare la figura del protagonista, Dan Principato, nella veste di padre.
Già ne Il manipolatore di sogni avevo apprezzato molto i passi che raccontavano il rapporto tenerissimo di Max Bassetti con la figlia Virginia.
Le parole a lei rivolte nelle pagine finali del romanzo erano dolcissime e strappa-cuore!
In questa storia ho trovato ancora più coinvolgenti i passi dedicati al difficile rapporto padre- figlio.
Difficile, perchè la sua condizione di padre separato ed allontanato senza pietà dalla ex moglie,lo costringe a lottare, per conservare il suo ruolo e l'affetto del figlio Roby.
Si respirano momenti di intenso dolore, che culmina -e diventa ossessivo - con la misteriosa morte per incidente stradale del ragazzino.
Da qui il suo desiderio cieco di vendetta.
E quando un uomo disperato come lui si sente abbandonato , nella ricerca della verità, dalla famiglia, dalle istituzioni...diventa un leone,inarrestabile nella caccia al mostro.
Nella sua ricerca incontrerà poi personaggi interessanti, che destano simpatia...
Il resto è tutto da scoprire.
Imperdibile!

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L'uomo di Innichen 2010-10-03 18:51:03 Carlo77
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Carlo77 Opinione inserita da Carlo77    03 Ottobre, 2010
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imperdibile

E' un thriller che viaggia sui binari di due sentimenti opposti, amore e odio, che a parer mio sono le colonne portanti del romanzo stesso, non solo per quanto riguarda i protagonisti, ma anche per i personaggi "di contorno", sui quali l'autore si sofferma, ci torna più volte e ad ogni occasione aggiunge un dettaglio in più, andando a completare il personaggio di cui sta scrivendo.
Incredibili le capacità descrittive dell'autore, di fatti, luoghi, persone, cose. Egli riesce sempre a creare quell'effetto di suspence, angoscia e sete di continuare a leggere. Incredibili anche gli intrecci dei vari episodi del romanzo, i quali riconducono sempre ai due protagonisti principali.
A parer mio è un'ottima lettura, che incolla in lettore alle pagine come una calamita.
Un altro dieci e lode a Dario

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L'uomo di Innichen 2010-06-22 16:27:30 Teresa
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Teresa Opinione inserita da Teresa    22 Giugno, 2010
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Imperdibile

Credo che Camilotto in questo romanzo abbia ben rappresentato ciò che di più doloroso ci possa essere nella vita, la morte di un figlio. Si parla sempre del perdono che i genitori devono avere nei confronti degli assassini, ma l'odio è talmente accecante, che l'unica cosa che vuoi fare è rendergli giustizia. Ma non attraverso il giudizio divino, non attraverso il castigo degli uomini, ma trovare e uccidere con le proprie mani chi ti priva del sangue del tuo sangue. Da vittime, ci si trasforma in carnefici e non c'è razionalità, non c'è ragione che ti illumini e che ti fermi nel tuo proposito.
Lo scrittore ci conduce per mano in un percorso che fa riflettere sui motivi per cui, in teoria, siamo tutti dei potenziali psicopatici, se pensiamo al nostro bagaglio di vita e a ciò che diventiamo. Mi fermo qui, non voglio togliere alcuna suspence al libro. Alla fine, c'è un passaggio toccante dello scrittore, che descrive le ragioni del suo ritardo nella pubblicazione del romanzo. Imperdibile.

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