L'uomo che dorme L'uomo che dorme

L'uomo che dorme

Letteratura italiana

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Da un po' di tempo, Antonio Costanza ha preso la vita contromano: non per scelta e nemmeno per ostinazione. A quarant'anni, è vittima di un'indolenza che niente riesce a scalfire, neppure i brutali omicidi di due prostitute. Non sarebbe troppo grave se Antonio fosse solo Antonio. Invece è anche il dottor Costanza, psichiatra e consulente del Tribunale per i crimini violenti. Uno che se la vede con disadattati cronici, finti pazzi e bastardi veri. Così, quando l'ombra di un serial killer si allunga su Salerno, città sospesa tra vecchi sapori di provincia e vanità da metropoli sul mare, Antonio fa l'impossibile per non essere coinvolto. Vagamente sociopatico e teneramente narcisista, se ne resta ripiegato in un guscio di piccole fobie, appresso alle scelte dell'ex compagna e a un rapporto complicato con il figlio. La sveglia però sta suonando, tanto più che di mezzo ci si mette una giornalista dal sorriso favoloso. Il sonno della svogliatezza è finito e al dottor Costanza toccherà sondare la mente omicida di uomini che odiano le donne, trascinato in un caso in cui la Legge sembra incapace di fare giustizia. Corrado De Rosa attinge alla sua esperienza di psichiatra, perito in vicende giudiziarie eccellenti, per costruire una commedia nera dal tono amaro e scanzonato. La dedica a una generazione a tratti infantile, maldestra in amore, che è cresciuta con i Lego rimanendo incastrata tra i mattoncini colorati delle possibilità e le macerie del disincanto.



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L'uomo che dorme 2018-06-06 06:44:57 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    06 Giugno, 2018
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Uno psichiatra forense

Il dottor Costanza è il protagonista indiscusso de L’uomo che dorme di Corrado De Rosa. Un romanzo che viene dalla casa editrice Rizzoli, inserito nella nuova collana “Nero”, ma che in questo caso non vede una vera e propria “detection” o azione, del tutto assente, nulla di eclatante o di veramente sorprendente. Nessun colpo di scena al cardiopalma.

Tutta la narrazione ruota intorno al dottor Costanza, uno psichiatra forense. Nel corso della sua attività lavorativa viene a contatto con ogni sorta di umanità: dallo psicopatico al truffatore seriale che si finge pazzo per sfuggire alla galera al delinquente mafioso. Qui ha di fronte l’omicidio di due anziane prostitute. Lo psichiatra dorme poco, perché la notte gli scatena l’adrenalina, sia quando è di turno in ospedale che in carcere. Ha qualche fobia, ma sa interrogare le persone, e soprattutto scruta i suoi pazienti guardandone il viso. Lui è:

“esperto di strategie per svincolarsi dalle sventure. Per liberarsi da potenziali seccatori ci vogliono flessibilità e spirito di iniziativa. Mai dare un orario fisso rischiando che la situazione precipiti. Mai dire “ci sentiamo quando vuoi”. Sorridere, e rilanciare sempre con un “Faccio io”. Che non è né un “Ti chiamo io più tardi”, né un “te lo porto io”. “Faccio io” significa mille cose, compreso che, dopo mezz’ora, avrebbe potuto riconsegnare a domicilio quella mozzarella di bufala con le lentiggini.”.

Ha un figlio Luca, con qualche problema adolescenziale, di cui si occupa, anche se a tratti con poca voglia; e una ex moglie Sara, che l’ha abbandonato e ora ha un nuovo compagno, che non incontra, ovviamente, le sue simpatie. Un uomo che

“… se sei uno stronzo finto buono o un finto buono stronzo”!!

Ambientato in una Salerno sonnecchiante, per cui:

“Salerno ha un’altra fissazione: la reductio ad Salernum. Sia che uno squalo della Groelandia venga pescato al largo delle coste portoghesi, sia che a Tokyo uno scienziato abbia fatto la più grande scoperta della storia moderna, c’è sempre un cugino della moglie dello zio del fratello della mamma del nonno del pescatore di squali o della scienziato giapponese che ha origini salernitane.”

Il romanzo è intrigante e affascinante. Un viaggio nella mente umana, sconvolta e deviata, che non può che essere considerato un ottimo esordio all’interno di

“una commedia nera che fa riflettere con il sorriso.”.

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