L'ordine imperfetto L'ordine imperfetto

L'ordine imperfetto

Letteratura italiana

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Firenze, viale dei Colli. Il ricco e potente imprenditore Alfonso Nassi è stato ucciso per un trauma da corpo contundente. A indagare sull'omicidio viene chiamata Valeria Bardi, meglio nota come la "commissaria". La dedizione al lavoro e il suo grande fiuto le hanno valso la fama di migliore profiler del Centro Italia e l'hanno portata, unica donna, a dirigere la Squadra Mobile fiorentina. Bella senza enfasi, allegra, alta e un po' irrobustita dagli anni, di notte combatte contro i suoi fantasmi - il divorzio, il difficile rapporto con la figlia ventenne, il peso delle crudeltà che incontra - per essere forte e intuitiva di giorno, mettere ordine nel mondo del crimine e gestire le grane del commissariato e le pressioni del Questore. I sospetti cadono dapprima su Tea, la moglie di Nassi, da cui si era appena separata, e i suoi amici Stefano e Giorgio - alquanto intimi - fin dai tempi dell'Università. Ma ci sono in ballo anche gli interessi dell'azienda della vittima, legati a speculazione edilizia e inquinamento ambientale. Tra interrogatori e alibi da confermare, un inaspettato ritrovamento: il diario sentimentale che Stefano ha affidato al suo PC, fonte preziosa di informazioni sulle ambigue relazioni tra i sospettati e non solo.



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L'ordine imperfetto 2020-07-01 15:43:45 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    01 Luglio, 2020
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Valeria, diligente spazzina del crimine

Valeria Bardi è una signora di mezza età, alta, piacente, anche se un po’ arrotondata dagli anni, bonaria e materna con coloro che le stanno a cuore, scarsamente mattiniera e amante della buona cucina. Tuttavia è anche un segugio infaticabile sul lavoro. Infatti ricopre l’incarico di Capo della Squadra Mobile presso la Questura di Firenze, anche se lei preferisce farsi chiamare “commissaria” al femminile, e svolge le sue funzioni con implacabile determinazione. Immagina sé stessa come una solerte casalinga che s’è messa d’impegno a far pulizia in tutti gli angoli luridi, con l’unica differenza che questi non sono negli ambienti di casa sua, ma a Firenze, la città che lei tanto ama.
La incontriamo per la prima volta impelagata in due spinosi casi. Il primo, appena accennato, riguarda un pezzo grosso fiorentino che fa pressioni perché le indagini che lo interessano siano riaperte, il secondo, fresco di giornata, è un brutto omicidio avvenuto in una sontuosa villa alla periferia della città. La vittima, Alfonso Nassi, ricco e potente imprenditore edile, è stato assassinato con un violento colpo alla nuca portato con un oggetto contundente non identificato. Inizialmente non c’è nessuna indicazione su chi possa essere l’autore del crimine, anche se i moventi potrebbero essere parecchi. Alfonso era un individuo che suscitava odi e invidie, ma non ci sono indiziati o, al contrario, ce ne sono troppi, ma nessuno incriminabile con prove irrefutabili.
La moglie, Tea Altieri, è separata da un mese, è fuori di casa assieme alla figlia adolescente, ospiti di una coppia di suoi amici, i dottori Giorgio Navarri e Stefano Morante, che sono stati, un tempo, innamorati di lei e, forse, ancora lo sono. Lei, però, è immobilizzata da una gamba ingessata sino all’anca forse causata da violenze domestiche. I due amici, che potrebbero aver agito per amore della donna, hanno un alibi, come pure tutti gli altri parenti di Alfonso, i suoi pochi amici e coloro che potrebbero avercela con lui per il suo comportamento da spietato squalo negli affari.
Le indagini proseguono lente e in modo ondivago, sino a quando alcune intuizioni di Valeria e un paio di nuove, drammatiche circostanze consentiranno di svelare quanto è realmente accaduto, oltre a portare alla luce una serie di brutte vicende connesse.

“L’ordine imperfetto” non è un vero e proprio romanzo giallo, inteso come un enigma che il lettore è invitato a risolvere assieme agli inquirenti. Non segue, cioè, le famose venti regole teorizzate da Van Dyne né fornisce, puntualmente, gli indizi e le tracce per sbrogliare la matassa.
È da classificare, piuttosto, come un attento resoconto di una indagine poliziesca, che procede con i tempi reali, secondo schemi concreti e credibili, seguendo tutte le piste, anche quelle che si riveleranno false. Non ci sono subitanee scoperte, prodigiose rivelazioni scientifiche o folgoranti illuminazioni. In uno stile formalmente impeccabile l’A. ci presenta la squadra investigativa e i protagonisti del crimine con diligente cura, mostrandoci le loro personalità e introducendoci con garbo nel loro mondo. Così, mentre facciamo la conoscenza con la Commissaria, con l’Ispettore capo Manuele Belgrandi, non tanto segretamente innamorato di lei, e con tutti gli altri agenti, veniamo messi a parte degli indizi che lentamente si accumulano nel fascicolo di indagine. Scopriamo, assieme agli inquirenti, i misteri che circondano Tea, i suoi due spasimanti, Giorgio e Simone, il defunto Alfonso e lo sporco mondo in cui agiva.
Complessivamente si tratta di un romanzo gradevole che si lascia leggere con facilità e piacere. Come detto non ci sono colpi di scena o azioni mozzafiato, ma la storia corre tranquilla e sicura sino al finale, eticamente auspicabile, senza far perdere al lettore interesse o voglia di proseguire.
Forse l’unica pecca che ho rilevato è un certo distacco nella narrazione. Pur assaporando con piacere l’umanità dei personaggi, apprezzando l’accurata descrizione dei caratteri e della città, ho fatto fatica ad appassionarmi, a immedesimarmi in qualcuno o nella storia in sé stessa. Storia che ho sentito un po’ impersonale e fredda.
Però Valeria e la sua squadra suscitano simpatia e, tutto considerato, ritengo che sarebbe interessante farne una conoscenza più approfondita in nuove indagini letterarie, anche in virtù della prosa, veramente elegante e perfetta.

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