L'onore e il silenzio
Letteratura italiana
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Un antico omicidio di 'ndrangheta o no?
Gianni Mattencini, magistrato barese, ha pubblicato Nel cortile e poco oltre e I segreti degli altri. Ora torna in libreria con L’onore e il silenzio: una vicenda che risale all’indietro nel tempo, in un ambito che fu, dove vigevano leggi e morali differenti dalle attuali.
Siamo nel 1924 in Calabria, dove:
“il progresso ha il sapore del sangue”.
Il progresso ha infatti rappresentato per una piccola cittadina calabrese un avanzamento ma al contempo anche un grande scompiglio. Infatti si sta costruendo ed ampliando la rete ferroviaria, quando:
“Prima di loro Borgodivalle vive l’esistenza tranquilla della povertà; l’esistenza dimenticata dei treni che passano in stazione senza fermarsi o senza che ne scenda o ne salga qualcuno. (…) Erano stati loro ad accendere speranze, risvegliando voglie e appetiti.”.
In tale contesto viene trovato il cadavere dell’ingegnere Alessandro Alessi, responsabile capo dei lavori, orribilmente mutilato. E il suo è un cadavere che parla:
“Hai voglia, se parlava. Diceva tutto quello che c’era da dire: punito per uno sgarbo verso una donna.”.
Ad occuparsi delle indagini è il brigadiere Malsano, affetto da uno strano e fastidioso tic all’occhio sinistro, e per lui non sarà facile orientarsi in un mondo di omertà, di falsità, di cose non dette.
Un giallo di un tempo passato, prodromo dell’attualità. Un tempo di valori differenti dagli attuali, dove:
“Il progresso. Perpetrato a costo di sventrare un altro pezzo di bosco, di violare le sponde di un fiume, di turbare la placida vita di un borgo con i suoi ritmi lenti e che adesso vedeva eccitata la fantasia dalle novità che portavano denaro.”.
Un noir di ottimo spessore narrativo, ben congegnato e dal finale sorprendente. Una lettura colta e fascinosa per una trama abile e perfetta. Un finale inaspettato aggiunge qualità ulteriore ad una bella lettura.