L'odore della notte
Letteratura italiana
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Sovrumana capacità di comprendere i drammi
Sovrumana capacità di Camilleri di comprendere i "drammi silenziosi" celati da casi di cronaca (reali o fittizi), di percepire l'inquietante zona oscura presente nei meandri della psiche. Straordinaria è la capacità di raccontare la profondità dell'abisso di disperazione con un linguaggio semplice e accessibile a tutti. Singolare l'empatia che l'autore prova e trasmette per l'orrore della sofferenza psichica, della sofferenza di chi ammazza per amore per poi rimuovere, di chi crede in un amore inesistente, immaginario, presente solo nella "zona oscura" dell'animo di chi si convince che l'affetto e l'amore siano realtà precluse a se stessi!
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L'odore della notte
L'odore della notte parte molto in sordina e francamente risulta tra i romanzi della serie di Montalbano tra i più anomali.
Questa versione letteraria di "Chi l'ha visto?" incolla il lettore nel seguire le vicende dei personaggi del commissariato di Vigata in una caccia all'uomo, non mancando di forti tinte ironiche in alcuni passaggi.
Camilleri forse si sente di dover respirare un attimo anche lui, forse vuole farci capire che Montalbano perde dei colpi? Mmmh non credo proprio!
Sicuramente ci prende per mano e ci conduce con estrema audacia nei meandri oscuri della psiche umana, si a volte il cervello di noi individui è indefinibile soprattutto nei pensieri che generano le azioni e quindi le conseguenze.
Un capitolo finale, quasi gotico, ha attirato lo scrivente in un ritmo vertiginoso e seppur a rilento, conduce ad un finale tinteggiato quasi di horror.
Un Montalbano amante ed amato, questa volta accompagnato durante il racconto da una grave perdita personale...non posso dirvi altro, magari ripensate all'opera della serie immediatamente precedente!!!
Inutile dire che Camilleri non perde un colpo anche questa volta con un romanzo godibile che può solo essere letto.
Buona lettura a tutti.
Syd
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L' odore della notte
Ennesimo romanzo di Camilleri che leggo, naturalmente il protagonista è il mio adorato commissario Montalbano, di cui mi ostino a non vedere la versione televisiva ma che ahimè, accidenti al potere dei media..., immagino con il volto di Zingaretti.
Siamo a Vigata dove un truffatore ha circuito parecchie persone con la promessa di facili guadagni e poi si è dato alla fuga. Insieme a Gargano, questo è il nome del truffatore, è sparito anche un suo collaboratore che non aveva alcun motivo per fuggire, infatti si stava costruendo una bellissima villa in campagna proprio dove sorgeva l' ulivo tanto amato dal nostro commissario e infatti la sua ira non si farà attendere.
Una sola persona in tutto il paese continua ad avere fiducia nel Gargano, è la sua segretaria, la signorina Cosentino, che si ostina a tenere aperto l' ufficio e ad esporsi così ai reclami dei truffati sperando di rivedere al più presto il suo capoufficio di cui è innamorata.
Oltre ai protagonisti, sono svariati i personaggi che si susseguono nel racconto, simpatiche caratterizzazioni di abitanti Vigatesi.
In tutto questo abbiamo un Montalbano che inizia a sentire le prime avvisaglie del tempo che passa ma che non ha ancora perso la sua verve e l' intuito che lo contraddistinguono e l' eterna fidanzata Livia che rimane il porto sicuro nel quale trovare conforto.
Ancora una volta Camilleri dichiara di ispirarsi a un fatto di cronaca oggetto di un articolo redatto dal suo amico Francesco, "Ciccio", La Licata, mentre il tragico e suggestivo finale riprende l'atmosfera decadente del racconto di William Faulkner intitolato Omaggio ad Emilia.