L'intermittenza
Letteratura italiana
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Elpi-logo n. 20
L’amore ai tempi della crisi.
L’amore ai tempi della crisi … forse non esiste. Forse è stato spodestato dai tradimenti e dagli inganni.
“L’intermittenza” è, anch’esso come “Un sabato con gli amici”, un romanzo insolito per Camilleri. Ambientato nel nord Italia, descrive (inesistenti) splendori e (molteplici) miserie di un’azienda che cerca di sopravvivere alla crisi, anche con espedienti e trame nelle quali, di fronte al potere economico, ogni valore viene sacrificato.
Personaggi e clima sono omologati al cliché imperante: la proprietà aziendale è rappresentata da un rampollo inetto e incapace; il management è cinico e spregiudicato; le relazioni – piuttosto che essere rapporti umani – sono tresche, complotti e infedeltà; la sopravvivenza dell’impresa sembra essere garantita più da connivenze e appoggi politici che da competenze e meritocrazia.
Il teatro ove si celebra il decadimento economico contemporaneo è la Manuelli, premiata ditta che per sopravvivere ha una strategia ben precisa: rilevare un’impresa sull’orlo del fallimento a un prezzo stracciato. Non importa se, per ottenere lo scopo, si compromettono i diritti dei lavoratori che, come unica formula di difesa, adottano un comportamento al quale spesso assistiamo anche nella vita reale: abbarbicarsi su una gru, occupare la fabbrica, minacciare di gettarsi da un cornicione, per rivendicare spettanze legittime e sperare di sollecitare l’opinione pubblica.
Mauro De Blasi è il direttore generale e cerca di reggere il suo potere con un’astuzia che lambisce la malafede e rasenta il dolo. Non fosse per un insolito disturbo, che in lui compare e s’intensifica: un black-out temporaneo della coscienza, che interviene all'improvviso e lo isola dal mondo circostante. Una patologia forse più pericolosa della moglie, la fedifraga e capricciosa Marisa, forse più insidiosa dei due vicedirettori, che aspettano l'occasione giusta per spodestare il capo.
“All'improvviso dentro il suo cervello una venuzza, esile meno di un filo di capello, si spezza”.
Interessante vedere, insieme a Camilleri, se esiste una sorta di giustizia distributiva, una forza superiore – il caso? – che interviene a riequilibrare iniquità e sperequazioni. Un romanzo troppo simile alla nostra vita di tutti i giorni e agli spettacoli cui, spesso impotenti, assistiamo.
Bruno Elpis
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Bolla di silenzio
Montalbano è molto lontano. Purtroppo. Questo libro è un intreccio di insignificanti storie di tradimenti e amanti e corna. Marisa, Mauro, Guido sono brutti personaggi. Anche la storia dell'azienda Manuelli, che è sullo sfondo, sa di poco. In un'epoca di crisi, in cui le aziende crollano come birilli, in cui i valori hanno perso significato, questa storia lascia veramente poco. Di bello c'è solo la scrittura scorrevole di Camilleri, ma non c'è sostanza, non c'è storia, non c'è nessun personaggio di rilievo. Speriamo che ritorni lo stile dei libri di Montalbano e che questo, per Camilleri, sia stato solo un episodio di intermittenza.
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gli spietati
Veloce e asciutto come la sceneggiatura di un film di denucia anni '70 di Petri o Damiani, con L'intermittenza troviamo un Camilleri ben diverso da quello dei gialli di Montalbano o dei romanzi storici siciliani. Si tratta di una saga che si dipana veloce nel giro di solo alcuni giorni nel mondo spietato e corrotto della grande industria italiana, tra capi famiglia scaltri ma vecchi e senza un seguito dinastico valido, amministratori delegati arrivisti e senza scrupoli, sopraffatti a sua volta da vicedirettori scaltri e calcolatori che ne seducono le consorti, donne bellissime, zoccole e senza scrupoli. E poi nuovamente giovani bellissime nipoti di ex magnati dell'industria che tentano la scalata usando il proprio corpo come ultima e unica risorsa disponibile, segretarie votate a custodire segreti cruciali sedotte da abili manipolatori; e in fondo, proprio sul fondo, un mare di povera gente, di operai, di formiche spazzate via dal vento impetuoso dell'avidita' e del potere. Una scelta imprenditoriale guidata dal calcolo politico corrotto mette in ginocchio dall'oggi al domani centinaia di lavoratori ai quali disperati non resta che barricarsi sulle ciminiere nel tentativo sempre vano di scongiurare il peggio. Un racconto veloce, incalzante, che corre via in un fiato lasciando amarezza e pessimismo, ma non certo incredulita', in quanto la realta molto spesso - forse anche in questo caso - supera la finzione.
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thriller aziendale all'italiana...
Un thriller aziendale a ritmo serrato...ogni frase ed ogni descrizioni ci giunge diretta,senza fronzoli e quasi senza respiro.E' la realta' economica e aziendale nell'Italia dei nostri giorni.Un mondo che non guarda in faccia in nessuno pur di arrivare al denaro e al successo,mentre migliaia di operai perdono il posto di lavoro.Una grande aziena,la Manuelli,il presidente,ormai anziano "il vecchio Manuelli",il figlio, Beppo,classico "figlio di papa'" buuono a nulla:solito caso italiano di super macchinone con patente ritirata,Mauro De Blasi,direttore generale dell'ziena,in vero e propio "squalo"...per caso,ogni tanto,comincia ad avvertire delle "intermittenze"...il mondo intorno a lui si blocca per dei brevi istanti,non e' grado di sentire e di proferir parola....la prima volta succede una mattina davanti allo specchio, di fronte ai suoi occhi appaiono delle lettere bianche che annunciano una morte,la sua,quasi imminente....ma...Mauro e' completamente coinvolto dai suoi complotti per curarsi seriamente di questo...e...poi ancora altri personaggi Marisa,la moglie superficiale e frivola,Guido Marsali,vicedirettore generale,Anna segretaria di Mauro,Birolli,presidente dell'Artenia e Licia,la sua bellissima e brillante nipotina...Una storia di complotti e tradimenti economici,politici,sentimentali,umani...Di Cammilleri ho letto "Un sabato con gli amici" e in questo nuovo scritto ho ritrovato le stesse "secche" descrizioni,lo stesso sguardo lucido,dei personaggi "estremamente contemporanei"...odio,vendetta,denaro,potere,apparenze...la triste Italia dei nostri tempi...con "audaci" colpi di scena.
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Un nuovo piacevole Camilleri
Camilleri abbandona lo stagionato commissario Montalbano ed affronta da par suo, con una scrittura stringata ed efficace, il torbido mondo degli affari, dove potere, sesso, politica ed imbrogli finanziari si intrecciano in una vicenda incalzante,densa di colpi di scena ove i deboli imbelli soccombono e gli squali privi di scrupoli sembrano trionfare. Ma.. Ecco il colpo di teatro finale, che ci farebbe commentare manzonianamente che, in fin dei conti, una giustizia compensatoria esiste, ed arriva al momento opportuno. Il romanzo scorre piacevolmente, si legge d'un fiato, è ben congegnato e ci rivela come sempre un Camilleri all'altezza della sua fama ed ottimo conoscitore dei tempi poco limpidi e convulsi in cui viviamo.
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L'intermittenza di Andrea Camilleri
L’intermittenza, l’ultimo libro di Camilleri non può non richiamare alla memoria: "Un sabato con gli amici", stesso stile secco ed essenziale quasi a cogliere e collocare i personaggi (il lettore riesce, questa volta, a districarsi tra i vari nomi dei personaggi e loro relativi ruoli e legami grazie all’elenco presente all’inizio del libro) all’interno delle proprie crepe morali.
Siamo dentro il mondo degli affari sporchi, dell’imprenditoria spietata e predatrice, della politica cialtrona e opportunista. Senza soluzione di continuità s’intersecano i rami dei vari settori alla cui base ci sono profitto, convenienza e malaffare, ma Camilleri idealmente vuole spezzare questo fil rouge di vasi comunicanti inventandosi: L’intermittenza. “Silenzio totale, assoluto, come se intorno gli fosse sorta una bolla d’aria insonorizzata, inglobandolo. I muscoli paralizzati, non obbediscono agli impulsi inviati dal cervello. Poi, senza preavviso, si sblocca. Il contatto con il mondo viene ristabilito. Per una frazione di secondi i rumori hanno un così forte innalzamento di volume che gli rintronano dentro la testa, lo stordiscono”.
Una corrente che si alterna o un black-out momentaneo interrompono ambizioni ed illusorie vanaglorie di chi mercifica tutto quello che tratta.
Siamo in una metropoli del nord (Camilleri istantaneamente assume un registro linguistico formale e composto), al centro il patriarca-presidente di una grande industria, la Manuelli il cui figlio, Beppo, una nullità totale, ricopre indegnamente la carica di vice Direttore generale; il Direttore del Personale, Guido Marsili è un rullo compressore, senza ripensamenti, senza scrupoli, freddo e implacabile, ma con una segreta passione per la poesia e il Direttore generale Mauro De Blasi, manager importante che tiene tutto sotto controllo, eppure…avvisaglie di défaillance lo frastornano e lo lasciano inerme: “Fu allora che ebbe lacerante certezza della prossimità della sua morte”. La crisi nazionale aleggia sul Paese e la Manuelli fagocita l’azienda Artenia di Birolli sull’orlo del fallimento. Mauro De Blasi porta avanti trattative segrete, offrendo una certa cifra per il pacchetto azionario dell’azienda soccombente: trarre utili in diminuizione delle tasse. Personaggi maschili tagliati con l’accetta, di sordido profilo, sempre pronti a captare l’affare losco, ma mantenendo esteriore liceità e a trattenere il potere senza cedimenti. Tagli del personale, cassa integrazione galoppante e trattative con il politico di turno tracciano un quadro economico e finanziario molto simile alla realtà odierna. Le figure femminili assumono connotati propri dell’ambiente in cui vivono, Marisa, la bella moglie di De Blasi, ricca ed annoiata incline ai tradimenti; Anna, la segretaria di Mauro, la sua vita pubblica sicura e motivata contrasta con la privacy deserta e vuota, facile agli abbagli amorosi; la bella nipote di Birolli, Licia, consulente del capo di un grande gruppo industriale, Luigi Ravazzi, si occupa di economia con grande disinvoltura. Eppure queste donne, apparentemente così risolute, granitiche per il lavoro che svolgono e per i ruoli che ricoprono, sono da Camilleri rappresentate sempre con estrema cautela e, spesso, spogliate dalla scorza esteriore che le caratterizza. La donna, l’eterno femminino appare in tutto il suo spessore e anche l’oca cristallizzata nella sua apparenza gradevole e accattivante mostra le sue fragilità interiori. In questo romanzo Camilleri assume il ruolo di evocatore dei destini italici, senza cadere nella trappole della retorica e nelle insidie del moralismo. In una prosa curata e controllata, dove le parti dialogiche non sono meno a quelle narrative - riflessive non c’è scampo alfine per chi vuole alzare sempre la bandiera del vincitore. Ha ancora fatto centro Camilleri? Senza aspettarsi il capolavoro o l’intuizione geniale, a mio modesto parere e da fans della prima ora, risponderei di sì.
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Camilleri ???
Precisiamo che sono un fan di Camilleri; adoro il suo stile e il respiro delle sue pagine, e non solo quelle dedicate al commissario Salvo Molntalbano.
E proprio per questo motivo che mi aspettavo qualcosa di più.
In realtà, se non avessi letto la prima di copertina non avrei mai riconosciuto lo stile del "Maestro"
E' sempre un bel libro, non lo nego, ma non è quello che si è predisposti ad attendersi da Camilleri.
E' una storia “contemporanee”, in sintonia con le virtù (poche) e i vizi (tanti) di questa nostra Italia stretta tra politicanti corrotti e manager truffaldini.
Per chi non ha mai letto nulla di Camilleri sicuramente un gran bel libro, per i sui lettori più assidui, sotto la media.
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L'intermittenza
Una grande azienda, con migliaia di occupati, in crisi, con un Presidente anziano, Manuelli, dai principi “etici” ormai superati dai tempi. Il figlio, incapace, Vice Direttore Generale in quanto figlio, il Direttore Generale, De Blasi, cinico, freddo, pronto a chiudere stabilimenti e a licenziare centinaia di operai e a deviare sui suoi conti generose somme derivate da operazioni di acquisizione al limite della legalità, il Direttore del Personale, Marsili, senza scrupoli, fedelissimo di De Blasi ma anche amante di Marisa, la moglie.
Ministri e sottosegretari corrotti, spionaggi, tradimenti, sesso, denaro. Un mondo di squali, quello della grande industria italiana, descritto magistralmente da Camilleri, che ricorda molto da vicino i veri fatti di cronaca che leggiamo tutti i giorni sui giornali. Personaggi duri, tagliati con il coltello, delineati dal loro agire, dalle loro parole più che dalle descrizioni dell'autore.
Un racconto incalzante, nessuno sembra uscire da vincitore, tranne De Blasi, ma ha un problema: momentanee perdite di contatto con la realtà, una strana intermittenza....
Un thriller veloce, coinvolgente, da lasciarsi prendere per mano e farsi condurre e la lettura risulterà facile e molto piacevole.