L'innocenza dell'iguana
Letteratura italiana
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Una sparatoria e un mistero risolto.
E' l'undicesimo giallo della serie che riguarda il personaggio di Enrico Radeschi, cronista di nera con curiosità da investigatore. Le vicende nelle quali è coinvolto come cronista sono due: una è prettamente milanese, l'altra, più complessa ed articolata, vede il bravo Radeschi viaggiare in lungo e in largo, investigando con due compagni estrosi e spericolati.
Il giallo si apre con un delitto, quasi nel centro di Milano. Un motociclista con tuta nera, casco integrale e moto con targa coperta spara su due uomini: uno, titolare di un autosalone di lusso muore quasi sul colpo, l'altro , speaker di una radio privata, se la caverà con varie ferite. Le indagini brancolano nel buio, non è chiaro quale in realtà doveva essere la vittima, quale il mandante e per quali motivi. Il socio del morto sembra l'indiziato numero uno, dato che vendeva auto a prezzo maggiorato con la complicità di clan mafiosi, intascandone i profitti. Contemporaneamente prende avvio l'altra storia, nella quale Radeschi è in compagnia con il Danese, un amico dal passato oscuro, imprenditore italo-greco, socio, fra l'altro, di una banda di rapinatori russi. Il Danese, delinquente sì, ma dal cuore d'oro, ha perso moglie e figlia saltati in aria nell'incendio di una macchina. La vendetta è d'obbligo, con l'aiuto di Radeschi e di una coraggiosa e brillante minorenne, Liz, che lo accompagna come un'ombra e che aiuta i due amici con le sue straordinarie doti di hacker nel violare i sistemi informatici più complessi, doti che le sono utilissime anche per individuare chi potrebbe essere stato l' autore del duplice delitto. Ne individua tre, inizia così la caccia ai presunti colpevoli, tra pericoli e ostacoli d'ogni genere, che termina con un imprevedibile colpo di scena.
Un inatteso colpo di scena conclude anche la prima storia, con una svolta finale decisiva che sorprende gli investigatori milanesi, il bizzoso vicequestore Loris Sebastiani e la sua agente Carla Rivolta: una sorpresa che inchioda sia il mandante che l'autore della sparatoria e che permette anche di arrestare importanti boss mafiosi.
Le vicende sono intriganti e coinvolgono il lettore per l'incalzare degli eventi e le sorprese che non mancano. Grazie anche ai personaggi che le animano, ben caratterizzati da Paolo Roversi. A cominciare da Enrico Radeschi, cronista di nera con il pallino dell'investigatore e con storie sentimentali sconclusionate. Gira su una vecchia Vespa gialla e non sa nascondere smarrimento e nostalgia per la morte di un unico, grande amico, il suo cane Buk, consolandosi come può, in casa di un'amica, con due piccoli cuccioli. L'amore per i cani è sintetizzato da un pensiero di Schopenhauer, che già conoscevo e che lui cita con rimpianto: :"Chi non ha mai avuto un cane non può sapere cosa significa essere amato". Ma anche la giovane Liz ha un debole per gli animali: ha salvato due cuccioli di pipistrello, se li porta dietro e li libera infine quando diventano autosufficienti. E l'iguana del titolo? E' piccola, indifesa, e il burbero Danese la tiene con sè, sotto la maglia: l'ha chiamata Iris, come la figlia che crede morta nella macchina in fiamme e che l'avrebbe ricevuta in dono dal padre. Un piccolo animale innocente ad una bimba adorata e innocente: una corsa contro il tempo, quasi a recuperare un'innocenza perduta, una corsa tra pericoli che incombono e speranze che via via si affievoliscono.
Roversi sa tenere il lettore nell'incertezza fino al termine, il finale non è mai scontato e riserverà, come di consueto nei libri gialli, sorprese. Poche sorprese invece per quanto riguarda il mondo dell'informazione, che Radeschi frequenta da professionista e che amaramente giudica con un'illuminante riflessione: " Del resto, non è necessario che tutto quello che si pubblica sia vero, basta che la gente si incuriosisca. D'accordo, è squallido,, orrendo persino: ma là fuori, è un brutto mondo per tutti, no?".