L'allieva
Letteratura italiana
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Detective combina guai
"L'allieva" contiene tutti gli ingredienti per un romanzo piacevole e coinvolgente. E' scritto bene, è scorrevole, contiene un mix armonico di elementi gialli e rosa, è ironico e intelligente. Sicuramente il punto forte è la protagonista, il libro è scritto in prima persona e ognuno di noi può facilmente identificarsi con Alice.
Si, perché Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale, non è sicuramente la prima del suo corso, anzi...(!), però è simpatica, appassionata, ha un amore profondo per il suo lavoro, a volte è goffa, è molto emotiva, ma tra tutte le sue imperfezioni non si può non amarla. Il suo modo di affrontare la vita, il lavoro, l'amore, a mille, tuffandosi senza paracadute, l'avvicina al nostro cuore; il tipo di scrittura che utilizza Alessia Gazzola, facendo descrivere alla protagonista tutte le emozioni, le insicurezze, le paure che prova durante l'azione e gli accadimenti, ci rendono il libro assolutamente coinvolgente e appassionante. Per il resto, il libro è molto ben scritto, si fa leggere con grande fluidità, ci sono tanti personaggi interessanti, con le loro originali personalità che interagiscono in maniera perfetta, non si potrà non arrivare a "tifare" per loro. Anche la trama gialla regge e si dipana in maniera interessante e piacevole. Assolutamente da leggere per evadere e divertirsi.
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Purtoppo sono i dettagli a colpirmi
Alice Allevi è una giovane specializzanda in un Istituto di Medicinale Legale di Roma. All’interno dell’Istituto non è ben vista da quasi tutti i suoi colleghi e superiori che la ritengono non adatta a diventare medico legale. Una sera si ritrova a dover interrompere un party di beneficenza in Istituto per recarsi sul luogo dove è appena avvenuto un omicidio ed effettuare un sopralluogo. Non appena Alice si accorge che la vittima è una sua conoscenza, prende in mano il caso e si lascia trasportare completamente da questo, non accorgendosi che qualcuno che ha a che fare con l’omicidio potrebbe fare di tutto per depistarla e condurla verso altri sospettati che si riveleranno innocenti.
E’ stato un libro che personalmente ho apprezzato sia dal punto di vista della trama che da quello dello stile. Per quanto riguarda la trama non è il classico thriller o romanzo giallo, poiché le indagini e il caso di cui si occupa la protagonista è inframezzato da una storia d’amore che si sviluppa nel corso del libro. Tale aspetto l’ho apprezzato in quanto consente al lettore di avere due binari su cui viaggiare e rendersi conto che le due storie trattate all’interno del racconto si intrecciano in un modo molto interessante. La storia di per sé non è difficile da comprendere, ma occorre seguirla bene per non perdersi alcun passaggio. Il finale mi ha lasciato con qualche domanda che spero potrà essere chiarita nel sequel di questo romanzo.
Lo stile adottato per la stesura del libro è uno stile semplice. Nel primo capitolo viene effettuata l’introduzione dei vari personaggi, a mio parere esaustiva, e tale scelta consente di avere un quadro completo fin da subito sulle varie personalità dei personaggi. La storia è raccontata in prima persona da Alice e la scrittrice è stata brava nel far comprendere tutti gli stati d’animo e le emozioni della protagonista, tanto da indurmi più volte a stare dalla sua parte e a voler scoprire la verità sul caso insieme a lei. I personaggi, seppur non sono tantissimi, sono pieni di sfumature e nel corso del racconto vi è anche un cambiamento da parte di qualcuno di questi che lo porterà inesorabilmente ad essere tacciato di essere un assassino.
Consiglio la lettura di questo libro perché, contrariamente a quanto si possa pensare, non è una lettura pesante da affrontare e capitolo dopo capitolo, entrando maggiormente nel vivo della storia, non si vede l’ora di sapere come andrà a finire la storia e chi dei sospettati è il reale artefice dell’omicidio.
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Mi aspettavo di più
Ho comprato e letto questo libro dopo aver visto la pubblicità della nuova serie tv su raiuno, pensando: "Per trarne una fiction non sarà un capolavoro ma chissà che non ne valga la pena...". Beh, non voglio farne una critica pessima, ma non riesco nemmeno ad individuare una caratteristica che mi abbia colpito particolarmente.
Tralasciamo, ma non troppo, gli errori di ortografia, in particolare le innumerevoli "e" non accentate, soprattutto ad inizio periodo; capisco un errore di distrazione, ma sembra che non si conosca l'esistenza della "e maiuscola accentata" (o la differenza tra voce del verbo essere e congiunzione?). Fa arrabbiare, perchè al giorno d'oggi è in primis il computer a suggerire errori ortografici ed è impensabile che tra scrittore, correttore di bozze e le innumerevoli altre persone che mettono mano ad un libro prima che esca in libreria, nessuno si accorga di così tanti "strafalcioni".
Passando alla trama, ci si aspetterebbe un romanzo giallo, ma non lo è; c'è l'omicidio di fondo che diventa quasi un'ossessione per la protagonista, ma si capisce dal primo momento chi sia il colpevole e come si siano svolti i fatti; forse un po' meno ovvio è il movente, ma di certo non è la storia che ti appassiona e coinvolge. Il resto è il classico romanzetto rosa, con la storia d'amore di fondo ed una protagonista simpatica, ma che alle volte avresti voglia di prendere a schiaffi per come affronta le cose, per la stupidità con cui si lascia abbindolare e trascinare in cose sbagliate.
Il linguaggio è quello diretto e scorrevole dei romanzetti del genere, si lascia leggere senza sforzi e senza guizzi.
Insomma sembra una critica pessima, in realtà non lo è, forse mi aspettavo qualcosa in più dal successo della serie, forse non era il momento adatto per una lettura così leggera; diciamo che è una classica lettura estiva, per quando si cerca qualcosa di divertente ed evasivo senza troppe pretese.
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un po' leggerino!
Ho sentito tanto parlare di questo libro, ma francamente mi trovo a fare la voce dal coro: sarà che sono appassionata di gialli e thriller veri, ma questo l'ho trovato troppo debole e leggero.
Innanzitutto non mi ha convinto la trama del giallo che è praticamente inesistente: troppo banale e debole. All'inizio sembra promettente poi invece si perde quasi subito, il lettore non viene coinvolto nelle indagini se non attraverso i pensieri e il ficcanasare della protagonista, il colpevole è piuttosto scontato e prevedibile già a metà romanzo.
Altro elemento del libro che non ho apprezzato è la protagonista, la specializzanda in medicina legale Alice Allevi. In un primo momento può sembrare anche carina e simpatica: la giovane allieva sfigata e perennemente fra le nuvole, poi alla lunga il suo essere così ingenua e curiosa, me l'ha fatta apparire più che altro tonta e ficcanaso. Oltretutto ad Alice viene ventilata la possibilità di dover ripetere l'anno a causa del suo essere così distratta e incostante, e lei che fa? Invece che impegnarsi a cambiare, continua a fare come ha sempre fatto, anzi forse più sbadata che mai, affidandosi al caso. Sarà che io sono troppo maestrina, ma mi è rimasta un po' pesante.
Poi giusto per non farsi mancare nulla, c'è anche la storia d'amore fra Alice e il figlio del capo (cliché) con tanto di viaggio in Sudan, che ai fin della storia si poteva decisamente risparmiare.
Per fortuna che lo stile del libro è frizzante e ironico, il che aiuta, ma nell'insieme resta comunque un libro banale e piuttosto scontato.
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UN'ALLIEVA SARCASTICA
L'allieva è un libro che si legge piacevolmente, inutile sostenere il contrario. Sarà lo stile così canzonatorio e ironico, sarà la leggerezza con cui si scivola lentamente verso la fine, sarà la facile immedesimazione con la protagonista, ma è inevitabile arrivare alla fine con facilità e in poco tempo.
Non si tratta di un thriller con page turning e suspance elevata, lungi da me sostenere questo: anzi. Questo romanzo è un libro da tratti gialli che però si intreccia con una serie di personaggi che creano invece delle sfumature più da commedia romance che da poliziesco.
Alice Allevi, la protagonista, è una specializzanda di medicina legale con un problema non esattamente trascurabile: è impacciata, imbranata, confusionaria e ritardataria. In un lavoro che richiede un certo tipo di puntualità e precisione, è come la pecora nera da additare continuamente in caso qualcosa non vada come dovrebbe. Attraverso i suoi occhi noi viviamo l'ambiente dell'ospedale e ci circondiamo della classica amica secchiona ma bruttina (Lara), dell'oca piena di sé con tanto carisma (Ambra) e del capo che ovviamente è bellissimo e antipatico (Claudio); inoltre abbiamo i dottori come il Boss, il Supremo e la Wally che vogliono farle ripetere l'anno, perché non si impegna abbastanza - e perché, diciamolo, è un pericolo pubblico. La cosa bella di questi personaggi che apparentemente appaiono un po' stereotipati è che vengono descritti con quell'ironia di fondo che non riesce a non farti sorridere e a farteli amare un po' - od odiare, a seconda dei casi.
La Gazzola prende innumerevoli cliché e li esalta con quel suo stile impareggiabile che porta il sarcasmo ad essere il vero protagonista del libro e a condurti fino alla fine - nonostante i personaggi, a una riflessione più profonda, siano veramente degli eccessi di stereotipi.
La quotidianità dell'ospedale si alterna all'indagine sul caso che sconvolge tanto Alice: la morte di Giulia Valenti, da lei conosciuta soltanto il giorno prima del decesso. La giovane specializzanda non capisce la necessità di evitare dei coinvolgimenti diretti con la vicenda e se ne invischia fino al collo, conoscendo la famiglia più da vicino e avviando una vera e propria indagine personale che la porterà a collezionare una serie infinita di guai.
Infine, ovviamente, fa da sfondo una grande storia d'amore, che nasce repentinamente - la stessa protagonista, verso la fine, si accorge di provare quest'enorme sentimento per qualcuno di cui non sa poi così tanto - ma che è talmente vera e pura che non puoi fare a meno di tifare per loro. Perché Alice è, di fondo, insicura, e fa leva sul lettore questa sua mancanza di autostima che pare si compensi con la vicinanza di Arthur, un giovane reporter di viaggi insoddisfatto del proprio lavoro ma pieno di entusiasmo per la vita e il futuro.
Insomma: tante linee narrative e tanti rapporti umani; troppi, forse, per presentarsi nella categoria di "giallo". Non si può dire che sia un classico del genere infatti, perché la trama dell'omicidio appare quasi un pretesto per descrivere la vita e le relazioni della giovane specializzanda, tanto che a metà lettura personalmente avevo intuito chi fosse l'assassino: è evidente, se si fa attenzione ai difetti di Alice, dove l'autrice voglia andare a parare - per questo il tentativo di sviare i sospetti per un amante del genere può apparire completamente inesistente.
In definitiva: un'ottima lettura, senza pretese particolari, ma che risulta piacevole da leggere proprio grazie al vero protagonista: il sarcasmo, compagno fedele dalla prima all'ultima pagina, che oscura il tema di giallo in sottofondo facendo diventare il libro più una serie di comic relief che di indagini e omicidi, ma che alla fine ti lascia un gran bel sorriso.
E la voglia, nonostante tutto, di sapere ancora qualcosa di più della dolce Alice.
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Un giallo deve essere piacevole?
La categoria “piacevolezza” salva il libro. Ma un giallo deve essere piacevole? Forse no. E qui nasce il dilemma.
Il libro è scorrevole, frizzante, leggero e si legge davvero in una manciata di ore. La protagonista, come già osservato da altri, è davvero lontanissima dalle efficienti e professionalissime anatomopatologhe tanto care ai frequentatori del genere: è imbranata, pasticciona, distratta, sembra finita lì quasi per caso. Eppure, sebbene in alcuni momenti verrebbe voglia di darle uno scossone per smuoverla dalla distrazione e dall’apatia con cui affronta le cose, fa anche una certa simpatia nella sua semplicità di sentimenti, nella sua passione incompresa per la medicina legale, nel suo non essere apprezzata per non sapersi “vendere”, per insicurezza dei propri mezzi.
Ok. Ma l’omicidio? Le prove? Le indagini? Purtroppo ricoprono un ruolo del tutto marginale. Invece ci sarebbero stati tutti gli ingredienti per un giallo avvincente dalle tinte nostrane: una giovane vittima dalla personalità controversa, tanti personaggi della ricca borghesia romana su cui posare l’occhio sospetto, una morte in cui i conti sembrano non tornare. L’autrice però predilige la linea romantica lasciando agli sviluppi del mistero poco più del ruolo di condimento all’innamoramento con l’affascinante figlio del capo, summa di ogni virtù, come da copione, e al rapporto di odio-amore con l’altrettanto affascinante collega, summa in questo caso di diversi gradi di bastardaggine in più, ancora come da copione.
Peccato. Mi è parsa un’occasione mancata, anche perché l’idea della specializzanda appassionata ma maldestra l’avevo trovata davvero interessante, una nota di giovane e fresca normalità.
Direi quindi consigliato ad un pubblico femminile che cerca il rosa anche in presenza di omicidi, con la premessa che deve essere interessato però più alle scelte sentimentali della protagonista che non alle indagini.
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Mah.....
Alice Allevi è una specializzanda in medicina legale, delineata con i classici tratti giovanili dell’inesperienza, ingenuità e sbadatezza. Come ogni “personalità in corso di formazione” è preda dello sconforto dinanzi alle umiliazioni, vuole esercitare la professione ma non sembra proprio tagliata per questo lavoro. Trova la sua forza non in sé ma nel costante incoraggiamento di terzi (amiche quali la coinquilina Yukino, o il superiore Claudio). Per un medico legale esaminare una scena del crimine non è una grande novità, ma per un personaggio come Alice le carte in tavola cambiano quando la vittima di un omicidio è una persona conosciuta.
Un romanzo che convince a metà è quello che si presenta al lettore. La ragazza svampita attratta dagli uomini sbagliati e capace di dimostrarsi meno sciocca delle apparenze nel prevedibile finale non entusiasma e non conquista. Un giallo che di mistero ha poco, che non lascia col “fiato sospeso”, un libro dove i presupposti ci sarebbero ma che è ancora acerbo nel suo sviluppo. Pieno di citazioni musicali quasi forzate il lettore si perde tra una vicenda amorosa e l’altra. Un buon tentativo per essere un primo romanzo ma credo che l’autrice potrebbe fare di più. Lettura semplice, scontata, banale. Sono passati anni da quando l’ho letto ma la ritengo al massimo una lettura da ombrellone o da ragazzi.
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- sì
- no
L'allieva.
"Nel mondo del possibile è plausibile una miriade di cose".
Questo romanzo ha ben poche sfumature gialle e molte rosa, è un'ottima lettura da "sotto l'ombrellone"!
Alessia Gazzola ha una scrittura molto semplice e ha creato un personaggio quello di Alice, la classica ragazza svampita, che non fa altro che combinar guai a causa della sua sbadataggine, sempre con problemi di lavoro ed eternamente attratta da uomini sbagliati, affascinanti, ma allergici a costruire storie d'amore durature e serie.
Un racconto che spesso è divertente, ma dal quale non dobbiamo aver grandi aspettative, non troveremo un giallo che ci lascia con il fiato sospeso o che ci intriga per sapere chi ha commesso l'omicidio, perchè è troppo spesso inframezzato dal personaggio di Alice e dalle sue quotidiane disavventure con superiori, amici e amorosi, per me è stata una lettura semplice e piuttosto banale!
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UN'ALLIEVA LEGGERA MA COINVOLGENTE
Questo romanzo racchiude in sè il thriller, lo humor e l'amore. ebbene si con sorprendente leggerezza e senza complicate descrizioni ed intrecci, alessia gazzola è stata in grado di produrre un lavoro molto coinvolgente e per nulla pesante. pagina dopo pagina ci si appassiona all'individuazione del presunto omicida, ci si appassiona alla relazione amorosa della protagonista e ci si appassiona alle sue avventure tragicomiche. non siamo ovviamente di fronte ad agatha christie ma c'è qualcosa in questo romanzo che ci lega alle sue pagine. ma la vera forza di questo romanzo è sicuramente la protagonista Alice, che con la sua semplicità e con la "sfiga" che la circonda, rispecchia un pò tutti noi.
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Un'allieva difficile
Se qualcuno mi avesse parlato prima di questo libro, certamente non ne avrei rimandato così tanto la lettura. Purtroppo, invece, il titolo lapidario, come nel consueto stile del thriller, unito alla breve biografia dell’autrice, giovane anatomopatologa, all’uscita del libro me ne allontanarono immediatamente: adoro i labirinti del giallo, ma i particolari sanguinolenti di cui, soprattutto alcuni, sono infarciti smodatamente (mi rendo conto che siano funzionali alle storie e necessari, però…), mi impediscono di accostarmici con disinvoltura, pena…infinite nottate insonni! Ma qui il richiamo al genere è solo un pretesto. Il romanzo è frizzante e coinvolgente, ma abbastanza lontano dagli impressionanti “cugini” cui il titolo vorrebbe far riferimento. Fin dalle prime pagine Alice, la protagonista, ci trascina nelle sue tragicomiche avventure, sullo sfondo dell’Istituto di medicina legale ,in cui è specializzanda, attraverso una varia umanità fatta di giovani dottoresse rampanti, assistenti vanitosi come pavoni, irraggiungibili professori universitari, in un mondo abbastanza cinico, in cui ogni “caso”, prima di essere una persona che ha perso la vita, spesso in modo violento e misterioso, è freddo oggetto di studio, utile per dimostrare agli altri le proprie competenze e abilità e progredire nella carriera... Dopo aver avuto a che fare con bisturi e tavoli insanguinati, giovani specializzandi, medici e ricercatori riprendono la propria quotidianità, fatta anche di momenti frivoli, storie d’amore, ripicche, invidie e gelosie, come in un qualunque altro ambiente di lavoro. L’autrice dedica molte pagine alla descrizione di questo mondo, che evidentemente conosce a fondo, che ai più appare inquietante e ricco di un fascino morboso e luciferino, riportandolo ad una prosaica normalità, dove gli attori di questo straordinario teatro, lungi dal trascorrere la propria vita in un lontano lattiginoso acquario, presi unicamente dalle loro macabre indagini, come noi potremmo pensare, vanno a fare la spesa, spettegolano dei colleghi e prendono l’autobus! Fin dall’inizio della storia, Alice ha a che fare con uno strano caso: la morte di una giovane e bellissima rampolla dell’aristocrazia romana, avvenuta in circostanze nebulose e che lei ha incontrato, fortuitamente, poco prima della morte. Tale circostanza allontana Alice dalla freddezza con cui dovrebbe affrontare l’autopsia e i successivi sviluppi delle ricerche. Lo sguardo di Alice davanti al corpo inanimato della sfortunata ragazza è umano e commosso. L’inesperta dottoressa resta irrimediabilmente coinvolta nella storia e Alice non si accontenterà di analizzare campioni e processi biochimici, ma si improvviserà detective, cercando con mezzi propri (e spesso illeciti), di decifrare il mistero. Tra provette e reattivi Alice ci accompagna, attraverso una serie di avventure al limite del credibile, in cui la sua goffaggine e il suo innato talento per cacciarsi nei guai, ci faranno davvero divertire, fino alla risoluzione del “giallo”. Una volta compreso che non ci si trova dinanzi ai complessi casi dei thriller d’oltreoceano, ci si può rilassare e godersi in pace anche le derive rosa della storia (anch’esse abbastanza inverosimili: ma ti pare che Alice, tra tanti, va a incontrare proprio il figlio del suo capo, che naturalmente è bellissimo, di animo nobile e corredato di delizioso accento anglosassone e fascinosissimo lavoro di reporter…ma dai!). Davvero un libro godibile, scritto in un ottimo e piacevole italiano (non sempre capita tra i giovani autori), peccato che si legga così velocemente! Un’unica pecca: non ho capito la necessità dell’autrice di nominare continuamente marchi commerciali di abiti e accessori, che non sono necessari ai fini della storia e appesantiscono inutilmente la narrazione. Boh!