Ischia
Letteratura italiana
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Vacanze a Iscià...Isss...Ischia, l'isola davanti
Si è acceso l'ennesima Gauloises il Commissario Jules Rène Magrite mentre, lasciato il traghetto nel porticciolo ischitano, guadagna, abbracciato con Michelle Lapierre, la stretta strada per l'arbergo e la stazione termale. "Finalmente", avrà pensato, mentre in testa gli ronzano le note struggenti di qualche canzone di Frèhel, sulla soglia dei sessanta , una donna che è stata capace di farlo innamorare e non fa niente se è un giudice conosciuto mentre assicurava alla giustizia un bastardo che in Bretagna aveva fatto fuori donne e bambine, loro due sono riusciti a tenere fuori dal loro piccolo mondo antico gli orrori della vita.
Ad Iscià, no,a Ischia, "i Francesi si sà hanno difficoltà a pronunciare correttamente il nome dell'isola verde", il commissario conosce Peppe 'o Francese, un ex galeotto finito nelle prigioni parigine per un delitto d'onore, per vendicare la sua bellissima Denise,ex prostituta, finita fra le rudi mani di un criminale russo: Dragan il rosso. Fra poliziotto ed ex galeotto, si instaura un'amicizia che via via diventa sempre più profonda, Pèpè Couteau, questo il nomignolo francese dell'ischitano, si offre come guida alla coppia di innamorati. Gianni Mura/Peppe si rivela una guida superba, si capisce che oltre ad una grande passione per la cultura francese lo scrittore milanese ne coltiva una altrettanto profonda per l'Isola Verde, ma non è un amore cieco, perchè critiche feroci alla cemetificazione e agli interessi camorristici alla quale certa amministrazione sembra essersi arresa non vengono lesinate fra le righe del romanzo.
Dunque Pèpè e Magrite durante il soggiorno sull'isola vengono coinvolti in un delitto, quello di un giovane rumeno assassinato dalla Camorra, la giovane compagna , grazie all'intervento dei due amici riesce a sfuggire dalle grinfie del Capo clan che controlla i traffici di droga sull'isola, ma fantasmi antichi riaffiorano e Pèpè si lascia irretire da propositi vendicativi...mon tabac,mon bistrot du coin / tous les jours pour nous c'ètait dimanche..." a cantare è ancora la magnifica Frèhel perchè non si rinuncia mai a conquistare un po di felicità, soprattutto se si è assaporato l'Amore nel nostro passato.