Io so chi sei
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Gli alberi dritti finiscono dentro alle aiuole
Il romanzo è costruito sulla tensione psicologica indotta da un misterioso stalker che – attraverso un cellulare recapitato nella cassetta postale di Lena – induce nella vittima l’illusione che Saverio, l’amante scomparso nell’Arno in preda ai fumi dell’alcol o della droga, sia ancora in vita (“C’è qualcuno che ti provi, che ti abbia mai provato che sia davvero lui?”).
Da quel momento, tutte le azioni di Lena sono dettate dalla sudditanza psicologica (“Ma la regola era una sola: lui comandava e lei ubbidiva”), dalla paura (“Aveva l’odore della paura addosso, nel respiro, nei capelli, sulla pelle, ed era un odore onesto, quasi buono, preferibile a tanti falsi odori…”), dal desiderio di ritrovare in vita la persona amata (“Faccio quello che vuoi se mi dimostri che è vivo”), che - detto tra di noi - ha un profilo odioso e insopportabile nel passato della protagonista.
Lena deperisce (“Aveva perso altro peso…”), si annienta (“Comprò altra vodka”), mentre una frase ricorre nel romanzo: “Gli alberi troppo dritti finiscono dentro alle aiuole”. Intanto in suo aiuto interviene un grezzo agente di polizia (ho trovato fastidioso e a tratti incomprensibile il suo modo rudimentale di esprimersi, che sostituisce la narrazione)…
La costruzione del romanzo è eccessiva e macchinosa, la protagonista miete più rabbia che pena. Il finale è… lì, da giudicare quanto a verosimiglianza e credibilità, anche se a questo mondo tutto sembra possibile.
Giudizio finale: artificioso, ipertrofico, estenuante.
Bruno Elpis
Indicazioni utili
- sì
- no
In gabbia
Adrenalinico. Morboso. Angosciante. Thriller psicologico bellissimo, che ti afferra fin dalla prima pagina e non ti molla fino all’ultima, lasciandoti addosso molteplici sensazioni ed una grande aspettativa per il seguito, visto che si tratta del primo episodio di una trilogia. Lena è prigioniera della sua vita, per colpa di un amore malato, che pensa di avere perso e che crede di aver poi ritrovato. Con un sottile e costante ed invasivo gioco psicologico viene portata a fare cose che non farebbe mai e si sente la colpa addosso per tutto questo, perché va oltre un limite che non credeva oltrepassabile. Cade in un abisso profondo. In questo abisso cade anche il lettore che la segue e la spia, in ogni sua mossa, con il desiderio di aiutarla a sciogliere i nodi che ha dentro se stessa. Uno stile ed una trama semplicemente perfetti, che non lasciano scampo.