Intrighi e morte sull'Adda
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Miraggi e soldi facili
Antonio G. D’Errico, autore prolifico che spazia nei vari campi della cultura. Poeta, scrittore e sceneggiatore , nel 2020 ha scritto il saggio di divulgazione scientifica Il virus delle verità. Ora torna in libreria con il suo ultimo noir, intitolato Intrighi e morte sull’Adda, edito da Fratelli Frilli editore. Un giallo che si distingue, innanzitutto per la narrazione, portata avanti in prima persona, dal professore di religione al liceo Bonfanti; e in secondo per la capacità di entrare nel cuore delle persone e degli eventi narrati. Un lungo flusso di coscienza, travestito da noir raffinato, che colpisce ed intriga il lettore più smaliziato.
Sulle sponde dell’Adda, tra Treviglio e Cassano d’Adda, all’interno di un liceo viene trovato il corpo del custode della scuola, tale Giampiero Rota. Pare essersi impiccato. Pare un suicidio. Ma sarà proprio così? Le verità che ne emergeranno, saranno capaci di sconvolgere un’intera provincia. Chi era veramente la vittima? Quali oscuri segreti ne hanno minato la sopravvivenza?
“Vidi il corpo del custode dell’istituto pendere dal soffitto dell’aula, la testa piegata, la lingua fuori dai denti, privo di respiro. Un intreccio di fili e cavi elettrici aveva segnato un solco profondo intorno al collo, livido e gonfio, mentre verso l’alto era agganciato a una trave che lasciava lo spazio necessario per far passare un cappio.”
Ad una prima esamina emergono incongruenze devastanti:
“non è detto che sia stato un suicidio. Ci sono troppi dettagli che non trovano una ragione. Ad esempio manca la scala per salire e legare il capo dei fili al soffitto. E anche la posizione della testa, piegata in avanti, non spiega il segno del cappio troppo in alto rispetto al collo.”
Un noir che, in sé e per sé, è una riflessione profonda ed acuta dei mali che affliggono la nostra società:
“La morte del custode, senza nessun colpevole, rimaneva un affronto che la società civile non può tollerare. La negazione della verità è la sconfitta di qualsiasi senso di socialità”.
Un giallo scritto con una prosa raffinata e precisa. Il dipinto, puntiglioso e preciso, di una città di provincia, delle sue ombre oscure e minacciose, che ledono e travolgono inesorabilmente anche quella gioventù, che dovrebbe godere di un clima spensierato e godereccio, ma che mostra, invece, tutte le sue qualità negative e di disagio. Un romanzo su cui riflettere in profondità, uno spaccato deciso e lugubre di una società priva di valori fondanti e di felicità.