In nome del Padre
Letteratura italiana
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Morte apparente
E’ indubbio che il tema della morte apparente abbia sempre rivestito un particolare interesse, e non solo letterario, perché l’ipotetico risveglio di un essere umano, costretto in una cassa posta sotto terra o in un loculo, deve essere un’esperienza fra le più atroci, proprie del sepolto vivo.
All’eventualità si ovvia secondo norme di legge che, tuttavia, non possono escludere, almeno in casi del tutto eccezionali, che il fatto possa accadere.
Carlo Bordoni, autore anche di opere di genere fantastico, ha affrontato questo tema con In Nome del Padre, un romanzo che tuttavia esula dal genere, proponendo una storia, fra passato e presente, che si alterna armoniosamente secondo un’impostazione per capitoli e che, passo dopo passo, fa confluire il tutto in un unico grande disegno di notevole effetto e che induce il lettore a proseguire speditamente onde giungere alla conclusione con l’inevitabile chiarimento del mistero.
L’Io narrante è uno scrittore che si ritira nella casa dei genitori, prossima al golfo di La Spezia, per scrivere un romanzo; siamo in estate, c’è caldo e lui, nonostante la presenza della moglie, è un essere solo, una condizione che si trascina dall’infanzia e che lo porta a vivere una dimensione interiore estranea alla realtà.
In questo contesto il ricovero in ospedale di un vecchio in pessime condizioni, con gli arti atrofizzati come se fosse stato costretto a giacere per molti anni, e in possesso di una patente intestata al padre del protagonista fa scattare una vicenda dai toni tenebrosi, di incroci fra fantasia e realtà che finiscono con il renderla perfettamente credibile.
Si entra così nel genere horror, anche se un po’ particolare, vista la natura e la dimensione psicologica dello stesso.
Non vado oltre, per non pregiudicare all’eventuale lettore il piacere di scendere con il personaggio principale in un turbine parossistico, a cui poi verrà data una spiegazione più che logica, alla fine come si conviene, ma un dubbio resta: sarà stato poi così?. Ed è questo dubbio, insinuato abilmente nelle ultime righe, che toglie nuovamente certezze, fa nascere ipotesi e ridona vigore a un’idea creata da una fantasia sì fertile, ma non avulsa dalla realtà.
Bordoni si dimostra una volta di più un autore capace di tenere in equilibrio una storia che di per sé potrebbe essere fragile, ma che in un ambito comprendente la misteriosa fine di una presunta strega, alcuni riti esoterici praticati da giovani in cerca di emozioni, simbolismi ricorrenti, quali quelli dei tarocchi, un pizzico di erotismo, acquista una forza autonoma che progressivamente avvince e stupisce.
Inoltre, le parentesi dei capitoli non di genere, peraltro funzionali al racconto, evidenziano una capacità di approfondimento, anche filosofico, non comune e forniscono un ritratto chiaro della solitudine di un uomo, una condizione sempre più presente nella nostra epoca.
In Nome del Padre è un bel romanzo, che avvince e fa riflettere, ed è un vero peccato che non sia più reperibile nelle librerie, né presso l’editore, prematuramente scomparso.