Immagina i corvi Immagina i corvi

Immagina i corvi

Letteratura italiana

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Spinòsa è un piccolo paese arroccato sulla Murgia pugliese, circondato dal nulla, fuori dal tempo, con pochi contatti col mondo esterno. Qui, nel giugno del 1986, si abbatte una serie di eventi in apparenza scollegati: un'ondata di terribile siccità che mette in ginocchio il paese, un'inspiegabile invasione di corvi, l'improvviso collasso di un bambino che pare vittima di possessione diabolica e infine un orribile omicidio che sprofonda gli abitanti in un clima di terrore e sospetto, ma soprattutto riporta alla luce le vicende di un passato che molti avrebbero preferito rimanesse sepolto…



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Immagina i corvi 2014-12-03 20:29:14 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    03 Dicembre, 2014
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Corvi con corvi non si cavano gli occhi...

Libro consigliatomi da un amico, origini pugliesi, come l'autore Luigi Sorrenti.
Luigi, io ho seguito il tuo consiglio.. ho immaginato.
Ho immaginato i corvi, ho immaginato un'invasione di corvi in un piccolo paesino della Puglia, ne ho immaginato le conseguenze, il terrore tra la gente, le inevitabili esasperazioni mistico-religiose, soprattutto se l'arrivo degli uccellacci neri è accompagnato da orribili omicidi ed inspiegabili raptus di follia, facilmente assimilabili a possessioni demoniache, su bambini prima sereni e tranquilli.
E mentre immaginavo, mi rivedevo bambino nel mio paesino natale in Puglia, che tanto assomiglia alla tua Spinosa (nome di fantasia, probabilmente gemellata con la Canosa di banfiana memoria), e quello che può sembrare un racconto di fantasia non mi è parso più tanto .. immaginario.
E ne sono rimasto piacevolmente coinvolto ed attratto.. soprattutto durante i primi capitoli.
Poi però qualcosa è cambiato: mentre girovagavo da spettatore silenzioso tra le strade di Spinosa, mentre ascoltavo invisibile i discorsi della gente nella piazza centrale, come se fossi un loro concittadino e non un forestiero... ad un certo punto il sogno s'è interrotto.
Ed inizialmente non riuscivo a capirne la causa... poi credo di aver intuito cosa 'stona' nel racconto: il linguaggio.
Eh già, Luigi, da pugliese doc dovresti capirmi.. non puoi far parlare un contadino, un umile cittadino di un paesino di campagna, come se fosse un professore universitario o un illustre avvocato; oppure i bambini, per quanto fossero di origini benestanti, sono comunque bambini di 10 anni che vivono in un desolato paesino distante pochi chilometri dal capoluogo ma anni-luce dal mondo ed è poco verosimile che possano esprimersi e ragionare come adulti fatti e vissuti.
... questo, secondo me, è quello che manca.. i dialoghi non sono realistici, non sono cioè calati nel contesto di quella piccola cittadina pugliese, e distruggono l'atmosfera rustica e quasi medievale abilmente costruita nei primi capitoli.
Forse qualche frase in dialetto, magari italianizzato per renderlo più comprensibile, stile Montalbano insomma, avrebbe dato quel tocco in più a tutto il romanzo.
Ed avrei anche evitato le frequenti ripetizioni... non è un teleromanzo, inutile riepilogare le puntate precedenti.
Ma nel complesso una piacevole sorpresa questo libro, con una trama originale ed un'ambientazione inusuale ma efficace e consona allo sviluppo della trama stessa.

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Immagina i corvi 2014-09-17 07:07:34 ferrucciodemagistris
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    17 Settembre, 2014
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Suggestione delittuosa

La gente vive di stereotipi e, di conseguenza, esclude o, ancora meglio, non percepisce situazioni che debordano dal proprio percorso mentale. L'esperienza della vita insegna ciò che è bene e ciò che è male ma sono pochi coloro che riescono a penetrare attraverso questi due bastioni. Ecco, allora, che l'orrore piomba addosso all'improvviso con tutta la sua crudeltà tale da lasciare attoniti, inebetiti, sconvolti.

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Immagina i corvi 2014-08-31 07:32:05 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    31 Agosto, 2014
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UNA STORIA INTRIGANTE

"Immagina".......
immagina di leggere un libro, iniziarlo e diventare a far parte della comunità di Spinosa.
Immagina un paese che mette in evidenza l'ipocrisia della gente.
Immagina persone che credono che il solo andare in Chiesa possa salvare la loro anima,
persone che sperano di essere bravi credenti solo perchè dicono preghiere nella casa del Signore.
Immagina poveri che vengono disprezzati e discriminati.
Immagina un popolo che preferisce credere nel Demonio piuttosto che vedere il male
in qualcuno che si conosce personalmente.

"...si guardò in giro spaesata, vide volti sfigurati, occhi spiritati, bocche contorte e spalancate che, con fervore, intonavano parole d'amore e di speranza. E più il fuoco strepitava alle loro spalle, più quelli alzavano il volume delle loro voci".

Questa è Spinosa, un paese in cui tutti gli abitanti contribuiscono alla fine a incasinare le indagini in corso
per via di vari omicidi, con la loro voglia di chiacchierare e di curiosare.
Persone che, per un motivo o per l'altro, hanno nascosto qualcosa del loro passato nei loro cuori.
Persone con comunque, anche se alcuni solo nel loro piccolo, hanno coscienze sporche e sono sempre pronti
a puntare il dito su qualcuno, senza però mai prendersi la responsabilità di ciò che accade.

Un libro avvincente e intrigante, un noir in cui lo scrittore tende a coinvolgere poi personalmente
il lettore stesso, fin dalle prime pagine.
Un libro intenso che scava nell'oscurità dell'animo della gente, con un finale forse un pò troppo veloce per
i miei gusti, troppo frettoloso, ma comunque un buon finale, tagliente ed inaspettato.

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Immagina i corvi 2014-07-27 10:03:41 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    27 Luglio, 2014
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IMMAGINA I CORVI

Finalmente un giallo all’Italiana! Basta con i thriller “stranieri” e “pluri-stellati”, dove tutto è preconfezionato per un pubblico internazionale. Questo libro mi ha fatto assaporare i nostri bellissimi paesini; scenari e realtà veramente unici, dove ancora tutto scorre come un volta. Tutti si conoscono fin dall’infanzia, mettendo a nudo vizi e virtù; solo i segreti a volte riescono a resistere, ma poi verrà un giorno che “i corvi faranno la loro comparsa e allora tutto sarà portato alla luce”. Verità che saranno difficili da accettare anche se……….
Tutta la vicenda si svolge in un ipotetico paesino tra la Puglia e la Calabria, che viene dipinto a meraviglia dalla penna di Luigi Sorrenti. I personaggi sono veri, quasi tangibili, i loro volti sembrano quelli di persone già conosciute; rispecchiano in pieno il classico abitante di queste piccole comunità sparse per l’Italia. La storia scorre piacevolmente verso il finale che riserva una sorpresa degna dei migliori autori gialli. Ho apprezzato la particolarità da parte dell’autore di inserire alcuni riferimenti al futuro prossimo, in modo da rendersi conto che la vicenda andrà in una certa direzione, ma nello stesso tempo senza rivelare le esatte dinamite. Un libro veramente interessante che può tranquillamente competere con i big del thriller.

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Immagina i corvi 2014-03-12 12:05:27 Rokiweb
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Rokiweb Opinione inserita da Rokiweb    12 Marzo, 2014
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IMMAGINA....

“Immagina. Immagina tutto ciò. E’ quanto ti è accaduto un pomeriggio d’estate di parecchi anni fa. L’estate che segnò la tua vita, la vita di un intero paese. L’estate del 1986. L’estate della grande siccità. L’estate che per tutto il mondo fu quella di Maradona. Per gli abitanti di Spinòsa, fu l’estate dei corvi.”

Queste poche frasi racchiudono l’essenza del libro, sono il fulcro della storia. Di che libro sto parlando? Parlo del romanzo “Immagina i Corvi” di Luigi Sorrenti, editore TEA collana tre60
Parliamo del romanzo, come potrei classificarlo? Per alcuni aspetti mi viene in mente Edgar Allan Poe, per come descrive l’ambientazione cupa, sinistra, misteriosa, quel tocco di diabolico, quasi Gotico. Senti la paura sulla pelle, le strade deserte, l’afa, il caldo che ti si appiccica addosso. Per altri aspetti mi ricorda molto“Gli uccelli” di Alfred Hitchcock, come nel film, anche in questo romanzo abbiamo un’invasione di corvi, si impossessano del paese, senti il silenzio prima dell’arrivo, il terrore nelle persone, lo vedi nei loro occhi. Arrivano inquietanti, hanno un ruolo importante nella trama. Come il personaggio misterioso tutto vestito di nero, chiamato l’uomo dei corvi che arriva e sparisce con loro.
Piano piano si arriva al thriller con il primo morto ammazzato, una morte violenta, una morte che riporta al 1986, sì la famosa estate del 1986. Ed è proprio questa morte inaspettata, che fa ritornare alla memoria degli abitanti quella tragica estate. Portando con sè tutti i segreti nascosti e sotterrati per anni. La paura nella gente la senti, la percepisci, come il sospetto verso tutti, e per chi sa cosa è successo, la paura di essere scoperto.
Questo morto dà inizio al giallo, iniziano le indagini, gli interrogatori, la chiusura delle persone nel non parlare, nel non vedere quello che succede, i vari pettegolezzi di paese. Additandosi l’uno contro l’altro per sviare le indagini. Puntando il dito verso quelli “strani”.
Una storia che fin dalla prima pagina ti cattura e non ti molla fino alla fine del libro. Una trama originale ed intrigante. Il ritmo è sempre alto, non ci sono cedimenti, buchi, è una corsa contro il tempo per trovare il colpevole. L’autore usa uno stile di scrittura particolare, il libro è tutto in terza persona, tranne alcune parti che sono in seconda persona, come volesse renderti partecipe della storia. Una scrittura fluida, semplice, lineare ed essenziale. I capitoli sono suddivisi per personaggi, un modo semplice per non fare confusione.
E’ un romanzo corale, tanti personaggi ben caratterizzati, tutti sono principali e al contempo secondari, la Marchesa Donna Filomena, il fabbro Beppe Lorusso, il giornalista Romeo Grimaldi, l’Ispettore Guido Taviano, Don Raffaele, la Famiglia Corsi, i bambini Alice, Simone, Ennio, Giosuè e tanti altri. Ma il Personaggio più importante è Spinòsa, il paese. Molto ben descritto, ti sembra di vederlo, di viverci. Un paesino, uno come tanti, con la corruzione, l’omertà, le superstizioni, l’ignoranza verso colui che è diverso, dove tutti sanno tutto di tutti, di bigotti. Il classico paese dove la gente scappa, i giovani scappano, con le stradine strette impolverate, dove si ritrovano in piazza a spettegolare, dove il bene si confonde con il male e viceversa. Ma noi sappiamo benissimo che in giallo niente è come sembra…aspettatevi un finale spiazzante!!
Devo dire che questa opera è stata una bella sorpresa. Sì mi aveva colpito la copertina e la storia, ma non pensavo che fosse cosi complessa, intrigata ed il tutto fino alla fine, senza lasciarti un attimo di respiro. Per tutti coloro che volessero fare notte fonda, consiglio vivamente la lettura di questo romanzo.

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Immagina i corvi 2014-02-02 20:20:03 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    02 Febbraio, 2014
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L’ESTATE DEI CORVI

Spinòsa. 1926. Un piccolo paesino pugliese è protagonista di un’estate strana… la chiamano l’estate dei corvi, tutti se la ricordano, anche oggi: erano arrivati un giorno, si erano impadroniti dei cieli e di ogni luogo in cui era possibile nidificare e il loro arrivo aveva stranamente coinciso con l’inizio della siccità e di orrendi delitti. Semplice coincidenza o superstiziose credenze?

Spinòsa. Oggi, 1986. I corvi sono tornati e portano con sé la mancanza di acqua e il ritorno di antiche paure, credenze popolari che si credevano sepolte per sempre sembrano tornare bruscamente alla ribalta e alla luce del sole che attanaglia e colpisce senza sosta la Murgia pugliese. Nuovi delitti flagellano il piccolo paesino protagonista di questa storia: le sue strade polverose e crepate per la mancanza di pioggia sono teatro di omicidi che somigliano incredibilmente a quelli di sessant’anni prima…

se solo la vecchia chiesa ormai caduta a pezzi potesse parlare per raccontare cosa accadde, per svelare le cose di cui fu muta testimone; se solo i vecchi non si chiudessero nelle loro case, impauriti dai ricordi di giorni passati a pregare che la pioggia finalmente bagnasse la terra e il male, che si era impossessato della loro vita, tornasse da dove era venuto…

E’ un romanzo che parte forte, con un’idea che lascerà il lettore con l’amaro in bocca: nonostante ciò il primo capitolo fa ben pensare per il proseguimento dell’intero libro; le vicende si susseguono in breve tempo e non si ha neppure il tempo di metabolizzare tutte le tristi vicende che accadono, che subito si viene catapultati nel racconto di una nuova tragedia. L’autore non nasconde mai tra le righe cosa accadrà, anzi spesso, a ogni fine capitolo, rivela del futuro dei protagonisti, facendo restare il lettore un po’ di stucco (w la suspense!). Nella seconda parte a mio avviso si perde il filo della storia, troppi avanti e indietro tra presente e passato rendono difficile seguire gli ingranaggi della storia… il finale del libro non è del tutto scontato, ma quasi, a pensarci bene.

Ho iniziato questo libro aspettandomi un genere che in realtà non è mai stato trattato se non marginalmente; ho letto commenti in cui alcuni lettori dicono di aver riconosciuto le atmosfere di Zàfon e le invenzioni di Edgar Allan Poe… ho letto e apprezzato entrambi questi autori, ma io, a dir la verità, ho riconosciuto un pizzico di Stephen King e di un suo capolavoro in particolare e mi trovo in totale disaccordo con quanto scritto sopra in quanto Zàfon avrà si delle atmosfere particolari, ma ha il merito di snocciolare le sue storie in pochi e brevi capitoli, mentre per il grande Poe… beh non posso dir nulla.

Non lo so ragazzi… questo libro non mi ha pienamente convinto, l’ho chiuso con un po’ di aspettative non soddisfatte: a voi l’ardua sentenza!

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