Il vicolo delle cause perse
Letteratura italiana
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Il made in Italy che produce qualità
Perchè puntare su giovani stranieri, su scrittori che lanciano un libro da urlo a livello mondiale e poi rimangono "impantanati" nel loro successo, senza riuscire a creare dei secondi o terzi libri all'altezza? Perchè, se in patri abbiamo autori di settore, che non hanno nulla da invidiare e magari sono meno conosciuti.
E' l caso di Caludio Paglieri, un giornalista che, si è prestato alla letteratura gialla, e da anni è sulla breccia dell'onda con il suo personaggio: il commissario Luciani, un harry Hole made in Genova, che con una vita strampalata e piena di incongruenze, ha fatto del suo intuito un'arma inafallibile...o quasi!!!
Dopo il bellissimo "Domenica Nera", il lettore si ritroverà di fronte ai numerosi tormenti che, il "Sistema" italiano, lascia nel protagonista, il quale è in perenne lotta fra la giustizia e l'apparente insormontabilità degli scogli politici e burocratici che il nostro paese erige, sfavorendo di fatto chi lavora e si impegna e premiando i più furbi e potenti.
Ma, è il caso che inquieta Genova, dopo l'uccisione brutale di una segretaria d'azienda, che risveglia Luciani dal torpore...pesci troppo grossi sembrano impigliarsi in questa storia!
Luciani diventa un personaggio scomodo. Di fatto il commissario sta smaltendo le ferie prima delle dimissioni ma, il caso lo inquieta, lo spinge a pensare ed ad indagare, pestando i piedi a colleghi e a personaggi ingombranti.
Un libro bellissimo, una penna veloce e sicura, che riesce a sviscerare personaggi e situazioni complicate con una semplicità spiazzante...il tutto condito con colpi d scena che non faranno tirare il fiato al lettore.
Un libro ed un autore da conosce ed amare per gli appassionati del genere.
...orgogliosi di essere italiani, almeno in letteratura =)
Buona lettura
Indicazioni utili
Intrigante!
Claudio Paglieri è genovese; giornalista del Secolo XIX, scrittore, eccellente ( secondo me) autore di gialli.
Questo non è il suo primo romanzo giallo, bensì il secondo, dopo "Domenica nera", ambientato nel mondo del calcio.
Il terzo è "La cacciatrice di teste".
Piacevolissimo, intrigante quanto basta, con dei protagonisti che si ricordano.
E , per i genovesi, come già nei romanzi di Morchio, è incantevole trovare una Genova "diversa", e nello stesso tempo uguale, a quella che viviamo ogni giorno, talvolta senza metterne a fuoco i particolari.....
La storia parte bene:
"«Barbara Ameri sedette alla scrivania e accese il computer e la stampante. Ci volevano un paio di minuti prima che fosse pronta. Devo stare calma, pensò, non ho fatto niente di male e non ho niente di cui preoccuparmi ».
Un inizio intrigante, che invoglia a proseguire...
Il protagonista del romanzo, come pure degli altri due, è il commissario Luciani, un pò...sui generis; anoressico, rigoroso, pieno di travagli personali, tra cui un rapporto tormentato col vecchio padre, di cui non condivide la visione della vita. Intorno a lui ruotano bei personaggi; il suo vice Giampieri, totalmente diverso nello stile di vita, nel condurre le indagini; l'ispettore Calabrò, e Iannace, che ricorda molto il Catarella di Camilleri.
Una vicenda intricata e coinvolgente con fughe, morti misteriose, tradimenti, colpi di scena...che tiene avvinti al romanzo fino all'ultima pagina!