Il veleno dei ricordi Il veleno dei ricordi

Il veleno dei ricordi

Letteratura italiana

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Chi racconta non ha più memoria. Nessun passato, solo schegge confuse, e nessuna speranza di ricomporle. L’unico indizio è scritto sul suo corpo, dove sono state rinvenute persistenti tracce radioattive. Grazie ai dialoghi con lo psichiatra che lo ha in cura, tuttavia, a poco a poco in lui riaffiora il volto di una donna, sempre più insistente: non ricorda il suo nome, ma sente di averla amata. Dopo di lei, lo raggiungono voci e suoni di una città distrutta – una città costretta a un’esistenza pietrificata sotto lo sguardo feroce della Centrale. In quella città è intrappolata la sua memoria, ed è lì, all’ombra della Centrale, che comprende di dover tornare per recuperarla, è soltanto lì che può sperare di incontrare la donna misteriosa che lo sta richiamando a sé. Fuggito dalla clinica in Alaska dove era ricoverato, l’uomo approda nella città fantasma, dove le risposte ai suoi interrogativi arrivano accompagnate da incontri con persone che, come lui, sono in cerca del proprio passato, tra case abbandonate popolate di ricordi altrui, prati vetrificati e la Centrale che domina come un grande mostro dormiente. Nella zona contaminata i nuovi ricordi affiorano potenti, legati alla donna amata, ma anche a un amico comune. Riemergono frammenti del tempo perduto… lo sbocciare di un amore, la nascita di un’amicizia, le discussioni appassionate, le partite a scacchi, le passeggiate, il lavoro alla Centrale. Tuttavia gli oggetti sembrano restituirgli anche un passato colpevole, l’ombra di un tradimento che si allunga sino al giorno dell’incidente nucleare, ripercorso nel suo drammatico crescendo. Matteo Fontana prende il disastro ecologico più tragico di tutti i tempi – l’esplosione di uno dei reattori della centrale nucleare di Chernobyl – e ne estrae il nucleo fondamentale: il tradimento nei confronti della natura, degli uomini e delle loro relazioni, di se stessi. Trascinando in un’atmosfera incandescente protagonista e lettori verso l’unica possibile espiazione.



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Il veleno dei ricordi 2018-03-24 18:32:35 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    24 Marzo, 2018
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Un uomo sopravvissuto

Il protagonista del libro di Matteo Fontana, Il veleno dei ricordi, è un uomo che ha perso la memoria a causa di un grave trauma. Viene ricoverato in una clinica in Alaska, ed è in cura dal dottor Mills, uno psichiatra, che dopo svariati esami si rende conto che l’uomo ha subito una forte esposizione radioattiva. E’ sopravvissuto ad un disastro nucleare, di proporzioni immani; e nei dialoghi tra i due, poco alla volta, riaffiora il ricordo di una donna:
“E’ per lei che sono tornato . E’ lei la mia splendida donna dai capelli dorati, è lei che mi lega a questo luogo, col suo amore radioattivo fatto di ricordo e di rimpianto.”.
Dopo di lei, riaffiorano voci e suoni di una città che non ha nome, ma che si tratta molto probabilmente di Piypat, la città più vicina al reattore di Chernobyl. Una città fantasma, cancellata, che tuttavia è ben fissata nella memoria dell’uomo. Per questo motivo, cercando di recuperare una identità perduta e nell’illusoria speranza di ritrovare la donna amata, fugge dalla clinica e torna nella città. Conosce così persone che vagano, alla ricerca, e gli tornano in mente frammenti di un tempo perduto, un ricordo dimenticato, un dolore sempre più forte.
Il libro è scritto sottoforma di manoscritto, in cui la voce parlante è il paziente del dottor Mills. Un espediente antico che inizia con Cervantes e arriva fino a Manzoni e oltre. L’autore, però, abilmente, mescola parecchi differenti riferimenti letterari: il tentativo del paziente di recuperare la memoria riecheggia molti testi di casi psichiatri (es. Oliver Sacks), la storia è ambientata in uno scenario post-nucleare, la riflessione ossessiva sul tempo e sulla identità richiama temi molto cari a Marcel Proust (citato chiaramente alla fine del romanzo). Inoltre c’è una visione di fondo determinata che contrappone la natura al mostro della centrale nucleare. Così:
“Matteo Fontana prende il disastro ecologico più tragico di tutti i tempi- l’esplosione dei reattori della centrale nucleare di Cernobyl- e ne estrae il nucleo fondamentale: il tradimento nei confronti della natura, degli uomini e delle loro relazioni, di se stessi. Trascinando in un’atmosfera incandescente protagonista e lettori verso l’unica possibile espiazione.”
Una bella lettura.

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