Il telefono senza fili Il telefono senza fili

Il telefono senza fili

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Spartaco Benedettini e la moglie Vanessa pur vivendo insieme risultano divorziati. In questo modo, Spartaco deve pagare alla moglie un congruo assegno mensile esentasse. Il paese, scoperta la magagna l’ha segnalata a chi di dovere, e i coniugi Benedettini sono al momento indagati per truffa. Dalla loro villetta cominciano a sentirsi litigi quotidiani, fino al giorno in cui la donna sparisce. La notte precedente alla scomparsa, più di un testimone sostiene di aver visto il Benedettini trasportare nel baule dell’automobile un sacco dalle dimensioni inquietanti. Così i vecchietti del BarLume vanno a denunciare il Benedettini per omicidio ma mentre proseguono le infruttuose ricerche del cadavere della donna a sorpresa di cadavere se ne scopre un altro.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il telefono senza fili 2014-10-15 08:17:13 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    15 Ottobre, 2014
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Eravamo 4 amici al Bar...

In questa nuova avventura di Malvaldi i 4 vecchietti (Aldo, Gino, Ampelio e Pilade) sono alle prese con un nuovo e misterioso caso: una donna, Vanessa Tonnarelli, è misteriosamente scomparsa in seguito ad una aggressiva lite con l’ex marito Gianfranco Benedetti, uomo dal quale la donna risulta essere legalmente separata ma effettivamente non solo ancora convivente, ma anche, collaboratrice e socia nella gestione di un agriturismo.
Le vicende sono narrate nella località “Pineta” e si svolgono intermante nel “Barlume”, il bar gestito da Massimo con l’aiuto della banconiera Tiziana. La neocommissaria Alice Martelli di cui sappiamo che «era elbana, che era laureata in fisica oltre che in economia e che era single» e che «aveva un bel cervello, che era in grado ci cambiare umore con la velocità di una pulce che salta, e che si drogava di capuccini», prontamente si interessa al caso credendo senza indugi alle parole dei 4 vecchietti perché consapevole che la realtà di una cittadina è ben diversa da quella di una metropoli; le voci che corrono hanno sempre un fondo di verità. E qual è il modo migliore per la diffusione di informazioni? Due sono gli strumenti consigliati:
1) il cd. «enunciato noto come Teorema Fondamentale del Pettegolezzo (o TFP),» che « costituisce il nocciolo della complessa teoria del gossip, e comprenderne il significato è di fondamentale importanza per chiunque voglia farsi i fatti degli altri con efficienza» nel caso di conoscenze occasionali;
2) «[…..] il professionista delle chiacchiere da bar» che « invece, sa che per far viaggiare velocemente una malignità di qualsiasi tipo è necessario parlarne alle persone che conosciamo appena e che incrociamo sporadicamente per quei quattro discorsi superficiali tanto utili per rendersi conto che abbiamo tutti gli stessi problemi, chi più chi meno»,
Suddiviso in undici capitoletti il romanzo scorre rapido tra le mani del lettore che viene immancabilmente rapito dalle vicende a ritmi di “giri di boa” e “cambio-scena” inaspettati ma perfettamente calzanti. Scritto con un linguaggio forbito ed alternato con un vernacolo tosco-pisano; il libricino offre al lettor-detective risate, riflessioni, inflessioni amorose e un po’ di sano relax dalle peripezie giornaliere che ognuno quotidianamente affronta. L’unica difficoltà nella lettura può riscontrarsi proprio nell’uso onnipresente della carenza Toscana, cosa che se da un lato ne è l’ inconveniente dall’altro ne è il tratto distintivo e maggiormente apprezzabile.
La serie del “Barlume” è attualmente composta da 5 opere, questa è nello specifico la quinta ed ultima uscita ma può tranquillamente essere letta senza dover rispettare l’ordine cronologico di pubblicazione. Un romanzo sinceramente simpatico, capace di far ridere di gusto e squisitamente piacevole da leggere.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
a tutti coloro che non hanno letto i precedenti capitoli della serie del "Barlume" e a chi invece già li conosce e dunque ha presenti le seguenti opere:
- La briscola in cinque,
- il gioco delle tre carte,
- il re dei giochi,
- la carta più alta

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Il telefono senza fili 2015-11-09 14:11:52 MrsRiso13
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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    09 Novembre, 2015
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Se telefonando io volessi recensirti

# Pronto?
& Ciao, Come stai?

# Io bene, tu? Tornata dal viaggio?
& Si, una breve gita d'evasione dalla monotonia, qualche giorno di pausa più che un vero viaggio.

# Dove?
& A Pineta. Sai quel paesino sulla costa, dov'è ci abitano quei simpatici vecchietti, che bivaccano al bar del nipote.

# Ah si! Adesso ricordo, quei pettegoli del BarLume?
& Si, proprio loro, quei quattro ottantenni o quasi, sempre pronti a dir male di questo e di quello. Stavolta l'avevano con i proprietari dell'agriturismo vicino al Danubio. Quei due venuti dall'Umbria, che dicono siano divorziati, ma che vivono insieme. Per fartela breve Vanessa, la moglie, un giorno sparisce. Subito al bar s'invoca l'omicidio.

# Tanto per cambiare?
& Figurati, Aldo, Ampelio,il del Tacca e il Rimediotti non aspettano altro, ma stavolta erano supportati anche da quell'altro. Quel mago del canale regionale, come si chiama, il Luminoso, anche lui inneggiava all'omicidio, con le sue frasi in rima.

# E Massimo?
& Massimo cosa? Vedrai cosa deve fare un po' tira indietro e un po' gli da spago. Ma sai cos'ha fatto? Ha aperto un ristorantino con Aldo, vicino al bar, gomito a gomito. Prendi un aperitivo al BarLume e fai cena da Aldo. Sul cibo veramente non c'è nulla da dire, tutto buono. Inoltre, secondo me, tra la nuova “capa” della polizia e Massimo c'è del tenero. I vecchietti stanno cercando di realizzare l'inciucio. Io ho questo sospetto,comunque quando vai mi dirai.

# Sai che io quando vado, rimango delusa.
& Perché? Per la lingua. Si certo il dialetto è un po' faticoso, ma infondo il toscano lo capiscono tutti, dopo “quello che sciacquò i panni in Arno” è diventata una lingua familiare. Devo dire che stavolta mi è sembrato più predominante, secondo me non si sforzavano più di parlare l'italiano, in mia presenza. Sarà che sono diventa di famiglia.

# L'omicidio c'è stato o no?
& Si, si c'è stato, ovviamente. Comincio a credere che quei quattro portino un po' sfiga, comunque per telefono non ti racconto nulla, meglio che ti dica di persona. Fammi solo aggiungere che stavolta il caso è strano, tanto aleatorio, simpatico per carità, ma un po' tirato per le orecchie. Loro dicono che ci sta, che queste cose succedono, ma se vuoi sapere la mia, non mi hanno convinto completamente. Ho un po' storto il naso alla fine.

# Ma se non ti convincono, cosa ci vai a fare?
& Sai la gente, il paese, i vecchietti, sai quel mondo così familiare da farti sentire a casa. Ti circondano e ti sembra di essere sempre stata li con loro, di non essere mai andata via. Quando ti immergi nella loro vita e come se tu prendessi una sedia per sederti al bar tra amici, in infradito e costume con il telo sottobraccio. Sono un po' come i miei nonni, li conosco, capisco le loro battute, vedo Massimo e le sue arrabbiature, osservo Tiziana e le sue paure, siamo tutt'uno per un po'. Mi portano in vacanza.

# Questo è vero, facciamo così la prossima volta vengo anche io.
& Ok! La prossima volta ti chiamo prima di partire... a leggere!

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Il telefono senza fili 2015-08-24 10:53:51 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    24 Agosto, 2015
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Il ritorno dei vecchietti del Bar Lume

Per i vecchietti del Bar Lume questa è la quinta avventura, se escludiamo i sempre più numerosi racconti inseriti nelle antologie collettanee della Sellerio.
Questa volta i quattro “penzionati” di Pineta, insieme al “barrista” Massimo Viviani ed alla nuova commissaria Alice Martelli (introdotta nella serie proprio con uno dei racconti brevi) si trovano ad indagare sulla misteriosa scomparsa della signora Vanessa Benedetti, proprietaria e gerente di un agriturismo a Pineta. Accusato dell'omicidio il marito dal quale era ufficialmente divorziata, ma solo per ragioni fiscali/economiche. Ad accusare l’uomo dell'omicidio oltre ai quattro ficcanaso per innata vocazione, anche un apparentemente infallibile sensitivo/cartomante: Atlante il Luminoso, il quale in televisione afferma di sapere dov'è la donna. Tuttavia, dopo pochi giorni la situazione si complica oltremodo a seguito di quello che sembra, a tutta prima, un sorprendente suicidio e di una altrettanto sorprendente ricomparsa (non dico di più per non svelare troppo la trama).
Come al solito la soluzione arriverà come una improvvisa folgorazione a Massimo che, aiutato, questa volta, dall'ortopedico Cesare Berton, già conosciuto in un precedente romanzo, individuerà il bandolo dell'ingarbugliata matassa.
Malvaldi, come al solito è una garanzia: i suoi romanzi, scritti con uno stile impeccabile, scivolano lisci come la seta, dall'esordio all'epilogo. Dopo poche pagine si comincia a parlare e, quasi, a pensare con l’esilarante cadenza toscana dello scatenato quartetto divertendosi alle loro fulminanti battute in vernacolo.
La trama gialla, mai banale, non è, però, di quelle che fanno perdere il sonno alla ricerca della soluzione. È più l’ordito attorno al quale l’autore intesse un’abile descrizione dei vari personaggi e dell’atmosfera che si respira nel paesino di Pineta, quest’ultima così ben tratteggiata che pare di odorare il profumo del salmastro e della resina dei pini in quelle afose giornate agostane tipiche della riviera tirrenica.
“Il telefono senza fili” non è forse il migliore dei romanzi della saga, ma, come ho avuto modo di dire in passato, trovarsi un Malvaldi da leggere è come incontrare un amico con il quale non si sono avuti contatti per un certo tempo: senza aspettarsi da lui cose superlative il solo fatto di poterci passare un po’ di tempo in compagnia rallegra lo spirito e rende lievi i minuti trascorsi assieme.
Vorrei chiudere, però, con una tiratina d’orecchie (o meglio, una petizione), non a Malvaldi, ma alla Sellerio. Come detto sopra questo è solo il quinto romanzo della serie, ma Malvaldi ha scritto anche otto racconti brevi ambientati al Bar Lume di Pineta (L'esperienza fa la differenza; Il Capodanno del Cinghiale; Azione e reazione; La tombola dei troiai; Costumi di tutto il mondo; Aria di montagna; Non si butta via nulla; Fase di transizione). La Sellerio, con sapiente abilità commerciale, ha inserito questi racconti nelle antologie che rilascia in ben precise cadenze stagionali (per Natale, Capodanno, Ferragosto, inizio delle scuole, etc.). Ora, per un appassionato della serie, come chi scrive, che non si sente in obbligo di seguire anche tutti gli altri giallisti della scuderia Sellerio, sta diventando sempre più difficile tenere il passo con le vicende della premiata ditta Ampelio Viviani & Co. Infatti, per quanto ogni romanzo sia perfettamente autonomo, le storie sono, comunque, collegate da un tenue fil rouge che ne sequenzia la successione cronologica assieme all'evoluzione della vita dei personaggi principali. Dispiace, quindi, scoprire che s’è perso qualcosa nel frattempo, perché contenuto in questa o quella antologia che non si è voluto o potuto comprare. Non sarebbe il caso, dunque, di riunire quanto già pubblicato in un’unica raccolta? Ormai materiale ce n’è abbastanza per riempire un corposo volumetto tutto di racconti del Bar Lume: visto il successo che hanno queste storie credo che sarebbe anche economicamente conveniente per l’Editore.

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Consigliato ovviamente a chi ama Malvaldi, ma in genere a chi vuol distrarsi leggendo un libro brioso e distensivo scritto in ottimo italiano con stile sciolto ed arguto.
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Il telefono senza fili 2015-02-22 12:43:12 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    22 Febbraio, 2015
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Indagini fra una briscola e il biliardo

Il gruppo di vecchietti del “BarLume” ritorna in scena per affrontare in questo giallo ben due casi. Il contesto è quello già noto ai lettori di Malvaldi: il BarLume nella località di Pineta, solo apparentemente tranquillo luogo balneare del litorale pisano. In realtà il successo del gruppo di investigatori dilettanti, protagonisti con questo di cinque romanzi, ha comportato, come per la Vigata di Montalbano o la Gubbio di don Matteo, una lievitazione del tasso di criminalità locale.
Anche in questo romanzo i vispi ottantenni agiscono da gruppo di sostegno del “barrista” Massimo, vera mente del nucleo d’indagine, applicando scientificamente il TFP ( teorema fondamentale del pettegolezzo) che trova nel bar “unico luogo oggettivamente democratico” la sede fondamentale per il pettegolo.
Come per tutti i romanzi gialli meno si parla del contenuto criminoso più si fa contento l’autore e il potenziale lettore. È sufficiente dire che la conclusione delle indagini è la sintesi di un brillante lavoro di squadra dove, scontato il supporto dei “quattro soprammobili di modernariato semoventi”, le capacità logiche e tecnologiche di Massimo operano in brillante sintonia con la grinta della nuova commissaria di polizia: una sintonia che sembra preludere a futuri sviluppi e a nuovi romanzi. Questo sempre che chi ha la competenza in materia tenga in buona salute i quattro vecchietti ai quali, anche per affinità anagrafiche, va tutta la mia simpatia.
Lo stile è quello già collaudato con successo: un vernacolo toscano simpaticamente sboccato, un’ironia spumeggiante che coinvolge anche note di costume, una raffica di battute che consigliano cautela nella lettura in ambiente pubblico per evitare imbarazzanti sghignazzate. Il punteggio pieno ha una precisa motivazione: se la lettura serve anche (non solo, per carità!) ad aiutarci a rendere più gradevole l’esistenza, questo libro lo merita pienamente.

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Gli altri libri della serie e a chi non li ha letti, ma vuole avere il piacere di una lettura rilassante
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Il telefono senza fili 2014-12-01 22:13:16 luvina
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luvina Opinione inserita da luvina    02 Dicembre, 2014
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Il telefono senza fili

Eccoci all’ultimo capitolo in ordine cronologico della saga dei vecchietti del Bar Lume e del “barrista” Massimo.
La storia come negli altri romanzi si dipana scorrevolmente fra pettegolezzi da bar, battutacce toscane e personaggi di contorno nella ridente Pineta, proprio al culmine della stagione estiva.
Questa volta i misteri da risolvere sono ben due: la scomparsa della proprietaria di un agriturismo e il presunto suicidio di un mago. Saranno sempre Massimo con la sua intelligenza matematica e i vecchietti con la loro curiosità a risolvere il caso aiutati questa volta anche dalla commissaria Martelli che entrerà quasi di diritto a far parte della banda.
I romanzi del Bar Lume non apparterranno all’alta letteratura ma sono scritti benissimo, divertono, avvincono il lettore con storie più che probabili ma soprattutto ci offrono perle di vera saggezza come il Teorema Fondamentale del Pettegolezzo o TFP -la diffusione di informazioni avviene principalmente attraverso conoscenze occasionali- o il monologo in difesa dei notai. Aspettando la prossima avventura intanto questa è sicuramente da leggere

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Gli altri romanzi del Bar Lume
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