Il settimo manoscritto
Letteratura italiana
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Un giallo-thriller lineare e rilassante
Il giallo-thriller che ci presenta Fabrizio Santi racconta di un vecchio manoscritto dai segreti indecifrabili che viene rubato e di uno scrittore di gialli con la crisi della pagina bianca che si immerge nei panni dell'investigatore dei suoi libri. Roma e le ambientazioni descritte nei minimi particolari danno un senso piacevole ed immersivo, non troppo stancante, compensato da brevi capitoli composti da circa 6-7 pagine (in media).
La storia di per sé è semplice e rilassante, il lettore viene accompagnato dalla curiosità di scoprire i misteri che si celano dietro il manoscritto e vuole sapere perché tutti ne sono interessati; pecca nel trasmettere suspance tranne che nella parte finale e un po' in quella centrale. Il lato d'azione c'è, ma in alcuni momenti ricorda una serie o un film di quelli che vengono trasmessi in solitamente in televisione, non banale, ma forse già visto (ex. infiltrarsi dentro un monastero o venire drogati e lasciati in un posto sperduto).
Nel complesso si è soddisfatti di come il protagonista giostra la narrazione e prende sempre la strada giusta anche con qualche fallimento (non sempre a causa sua), giungendo grazie all'aiuto della co-protagonista a delle conclusioni.
Note sui voti:
Ero indeciso sul voto dello "Stile", avrei messo 3.5 (anche se non si può) perché a tratti l'ho trovato scialbo, anche se il linguaggio era ricco e ampio non era sempre apprezzabile. Ho approssimato in difetto non potendo dare un 4 pieno.
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RECENSIONE ‘IL SETTIMO MANOSCRITTO’ DI FABRIZIO SA
RECENSIONE
Una trama affascinante implementata in una Roma dai risvolti gotici e misteriosi, si sente la familiarità dello scrittore nel descrivere la grazia della città in cui è nato e vive da sempre. Il tutto inizia con Salviati, un giallista da tempo senza ispirazione e a corto di risorse economiche. Ed ecco che un’occasione alquanto pericolosa e al contempo allettante arriva a stuzzicare la sua eterna voglia di ricoprire il ruolo di detective anche nella realtà, oltre che nell’immaginazione. Un uomo mascherato una sera si presenta di fronte a casa sua e gli propone di scoprire chi ha rubato un prezioso manoscritto del cinquecento dal monastero San Gregorio al Celio. La polizia sembra essere incapace di risolvere il caso, proprio perché dietro si nasconde forse un mistero antico secoli. Per fortuna al fianco di Salviati giungerà Elena, una bibliotecaria alquanto carina e intelligente. Un mistero che viaggia nel tempo su tasselli preziosi che attraverso gli affascinanti luoghi antichi romani resta in sospeso fino alla fine. L’Unicum, il manoscritto che sembra celare un prezioso e importante segreto, non può essere decodificato da nessuno? Chi può avere interesse a rubarlo? E chi è l’uomo che lo ha incaricato di trovare il ladro? L’autore riesce nel suo intento mischiando all’interno della trama la presenza di sette segrete e alchimia profana. Mi ha affascinato il contenuto dell’Unicum, citato a grandi linee. Il suo enigmatico testo sembra eclissare dietro il valore di un racconto apparentemente fantastico, qualcosa di veramente autentico soprattutto per il campo della medicina generale. Era molto che non leggevo un giallo di simile calibro, ma soprattutto l’autore rende questo genere come nuovo tramite il gioco di un rompicapo che si districherà sulle linee di un puzzle all’apparenza impossibile. Consiglio il libro agli amanti del thriller avventuroso!
FRANCESCA GHIRIBELLI