Il segreto del commendator Storace
Letteratura italiana
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Un grande segreto a Sestri Ponente
Renzo Bistolfi vive a Milano dove lavora come manager in una società internazionale. Ha precedentemente pubblicato I garbati maneggi delle signorine Devoto, Il coraggio della signora maestra, e Lo strano caso di Maria Scartoccio. Ora scrive Il segreto del commendator Storace. Un libro ironico, che conduce il lettore all’indietro nel tempo, al lontano 1957, dove si:
“dosa perfettamente ironia e drammaticità, in un equilibrio che fa sorridere anche quando meno te lo aspetti.”.
Ma chi era il commendator Storace?
“Il commendator Storace Lisandro era stato un armatore. Non di prima grandezza, d’accordo, ma pur sempre un armatore.Prima della guerra i suoi tre bastimenti con le iniziali LS sul fumaiolo avevano solcato i mari di mezzo mondo. Era partito all’inizio del secolo col fratello Leopoldo e avevano fatto fortuna in Argentina. Dopodiche il commendatore era tornato in Italia e aveva seguito i suoi affari da Genova, mentre il fratello se ne occupava a Buenos Aires.”.
Ora lui è stato spesso sul punto di morire, ma con un ultimo sprazzo di vita cerca di sistemare tutti i vari tasselli della sua complicata vita. Così richiama a sé quel nipote, Nick Storace, americano, di cui non si era mai troppo occupato. Un ragazzo con:
“un viso triangolare ed affilato, le orecchie a punta, i capelli corvini e arruffati e il grosso naso arrossato, che insieme alla magrezza del volto, alle spalle un po’ curve tipiche degli individui lunghi e secchi, e allo sguardo timido ed inquieto, tradivano un carattere schivo, taciturno.”
Davanti a lui, al maresciallo suo amico, al monsignore che tante volte gli ha somministrato l’estrema unzione e alla fidata Iole vuole rivelare il segreto del suo matrimonio. Già perché il commendatore è stato sposato, con Gilda, che amava uscire con degli strani occhialini e i guanti in pizzo sangallo, che un giorno, dopo l’ennesima mattana, lo ha lasciato e di lei non si è saputo più nulla. Ma il commendatore non ha dimenticato, e ora vuole parlare. Ma non ce la fa e muore. Il nipote a questo punto, incuriosito e determinato a scoprire la verità, incomincia ad indagare qua e là, poiché:
“ce n’è già abbastanza di gente che mi detesta, uno più o uno meno….”.
Un romanzo scritto con classe e con garbo, con divertente e sottile humour, ironico. Riporta all’indietro con precisione rivelata anche dai singoli dettagli e dall’ambientazione. Ne consegue un piacere nel leggere questo libro, perfettamente congegnato nella trama che risponde ai canoni classici del genere, e ironico nel raccontare e dipingere i personaggi che lo animano all’interno.