Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Il segreto del commendator Storace
 

Il segreto del commendator Storace Il segreto del commendator Storace

Il segreto del commendator Storace

Letteratura italiana

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Sestri Ponente, ottobre 1957. Quale importante rivelazione dovrà mai fare l'anziano e benestante commendator Lisandro Storace? Da settimane sembra sul punto di morire, ma non si decide mai, e ora ha convocato nel suo ricco palazzo l'arciprete, monsignor Malacalza, il cavalier Damonte, amministratore dei suoi beni, il maresciallo Galanti, e due vicine di casa. Ha fatto arrivare in tutta fretta da New York anche Nicolò, un lontano nipote ignaro di quella parentela. Forse il segreto che sta per essere svelato riguarda la giovane e bellissima moglie del commendatore, che anni prima, in uno dei suoi frequenti attacchi di rabbia, aveva abbandonato precipitosamente il tetto coniugale, senza dare più notizie di sé e lasciando il marito in uno stato di prostrazione. Ma, proprio mentre il commendatore sta per parlare, la sua bocca si chiude per sempre, e forse, per molti, è meglio così. Non per Nicolò Storace, che invece vuole sapere e comincia a fare domande... Così, tra misteriosi vasi che volano da balconi, pericolose scivolate sui binari del tram, lettere anonime e bronchiti persistenti, Nicolò chiede in giro, passeggia tra i vicoli, raccoglie confidenze e sussurri, mettendo insieme i pezzi del variopinto puzzle composto dallo zio e dal complesso di sentimenti, buoni e cattivi, che lo circondava.



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Il segreto del commendator Storace 2018-07-12 08:18:05 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    12 Luglio, 2018
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Un grande segreto a Sestri Ponente

Renzo Bistolfi vive a Milano dove lavora come manager in una società internazionale. Ha precedentemente pubblicato I garbati maneggi delle signorine Devoto, Il coraggio della signora maestra, e Lo strano caso di Maria Scartoccio. Ora scrive Il segreto del commendator Storace. Un libro ironico, che conduce il lettore all’indietro nel tempo, al lontano 1957, dove si:

“dosa perfettamente ironia e drammaticità, in un equilibrio che fa sorridere anche quando meno te lo aspetti.”.

Ma chi era il commendator Storace?

“Il commendator Storace Lisandro era stato un armatore. Non di prima grandezza, d’accordo, ma pur sempre un armatore.Prima della guerra i suoi tre bastimenti con le iniziali LS sul fumaiolo avevano solcato i mari di mezzo mondo. Era partito all’inizio del secolo col fratello Leopoldo e avevano fatto fortuna in Argentina. Dopodiche il commendatore era tornato in Italia e aveva seguito i suoi affari da Genova, mentre il fratello se ne occupava a Buenos Aires.”.

Ora lui è stato spesso sul punto di morire, ma con un ultimo sprazzo di vita cerca di sistemare tutti i vari tasselli della sua complicata vita. Così richiama a sé quel nipote, Nick Storace, americano, di cui non si era mai troppo occupato. Un ragazzo con:

“un viso triangolare ed affilato, le orecchie a punta, i capelli corvini e arruffati e il grosso naso arrossato, che insieme alla magrezza del volto, alle spalle un po’ curve tipiche degli individui lunghi e secchi, e allo sguardo timido ed inquieto, tradivano un carattere schivo, taciturno.”

Davanti a lui, al maresciallo suo amico, al monsignore che tante volte gli ha somministrato l’estrema unzione e alla fidata Iole vuole rivelare il segreto del suo matrimonio. Già perché il commendatore è stato sposato, con Gilda, che amava uscire con degli strani occhialini e i guanti in pizzo sangallo, che un giorno, dopo l’ennesima mattana, lo ha lasciato e di lei non si è saputo più nulla. Ma il commendatore non ha dimenticato, e ora vuole parlare. Ma non ce la fa e muore. Il nipote a questo punto, incuriosito e determinato a scoprire la verità, incomincia ad indagare qua e là, poiché:

“ce n’è già abbastanza di gente che mi detesta, uno più o uno meno….”.

Un romanzo scritto con classe e con garbo, con divertente e sottile humour, ironico. Riporta all’indietro con precisione rivelata anche dai singoli dettagli e dall’ambientazione. Ne consegue un piacere nel leggere questo libro, perfettamente congegnato nella trama che risponde ai canoni classici del genere, e ironico nel raccontare e dipingere i personaggi che lo animano all’interno.



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