Il re dei giochi
Letteratura italiana
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Al BarLume arriva il Re dei giochi
Mentre al BarLume Marco Malvaldi fa arrivare il biliardo nuovo, ossia il protagonista, inanimato e materiale, che dà il titolo a questo simpatico giallo, Il Re dei giochi, una madre e un figlio hanno un misterioso incidente d’auto. Lei resta in coma vegetativo e per il figlio non c’è niente da fare. Cosa si nasconde dietro l’incidente? Il destino o un’azione mirata all’omicidio?
La solita comitiva dei quattro arzilli pensionati, brontoloni, burloni e ficcanaso, non vede limpidezza in questa situazione. Per loro c’è quasi sempre qualcosa di marcio. I quattro anziani riescono a vedere l’intrigo dappertutto e sanno scavare nei segreti altrui, grazie alle voci di paese e ai loro interrogatori fuori dal comune.
Massimo, il proprietario del BarLume, è costretto a fare da balia a tutti e quattro gli amici, affamati di pettegolezzi. Anche Massimo, per quanto abbia vari grattacapi, pensieri e fantasie erotiche a occhi aperti sulla sua giovane dipendente, Tiziana, non riesce a non farsi coinvolgere dall’indagine investigativa dilettantesca, ma efficace, dei quattro pensionati. Massimo è uno che sa ascoltare e mettere insieme i tasselli del puzzle, anche quando c’è di mezzo un crimine.
L’indagine è svolta alla vecchia maniera, cioè si basa sull’analisi logica e sulle dicerie dei conoscenti o dei testimoni. Riesce a risultare anche produttiva e simpatica, per il dialogo infuso di toscanismi.
Il paesino di Pineta, sul litorale nei pressi di Pisa, nato dalla fantasia di Marco Malvaldi, è molto caratteristico e suggestivo ed è un’ottima cornice per le vicende che ruotano intorno al BarLume.
Una lettura spensierata e che riesce a intrattenere e appassionare il lettore.
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Davvero piacevole
“Il re dei giochi” è il terzo volume della tetralogia di gialli dedicata al BarLume. Avendo già letto i primi due un anno fa sto cercando di recuperare in vista della prossima fiction con Filippo Timi (!!!).
I protagonisti sono Massimo, “barrista” e nipote di Ampelio, uno dei quattro vecchietti tremendi ed impiccioni che stazionano nel suo bar (gli altri sono Aldo, il Del Tacca e il Rimediotti) e che tra una partita a biliardo e un chinotto commentano gli ultimi fatti di Pineta. L’altro personaggio fisso è Tiziana l’avvenente aiutante barista di Massimo che però in questo terzo volume ci abbandona causa matrimonio.
Il fatto sul quale i nostri si trovano ad indagare è la morte per incidente stradale della vedova di un costruttore e del suo bambino. Della trama non dirò di più primo perché è un giallo, secondo perché essendo un libro godibilissimo non voglio rovinare il piacere della scoperta.
A me piace moltissimo Malvaldi, scrive molto bene rendendo facile il dialetto toscano anche per chi toscano non è ma soprattutto diverte facendoci riflettere e questo non riescono a farlo in molti. In questo romanzo vengono trattati temi etici e religiosi non da poco (il finale può essere sconcertante) ma sempre con un tocco di leggerezza che non vuol dire pochezza. Massimo poi, il vero detective della storia, ci porta dentro ai suoi ragionamenti piano piano, come uno di casa, e nello stesso tempo ci erudisce con le sue “deviazioni” di matematico. Il vero gioiello del racconto è però il quartetto di pensionati che rendono il pettegolezzo da bar e la lettura della cronaca locale sul giornale verità assunta facendoci ridere di gusto ai loro battibecchi. Fa da sfondo la provincia italiana con i suoi vizi e le sue virtù ma qui resa incredibilmente vitale nella ricostruzione dell’immaginario borgo marittimo di Pineta.
Insomma non sarà alta letteratura ma Malvaldi riesce ad accostare l’intelligenza, il saper scrivere, al puro divertimento e di questi tempi non è poco.
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Senilità in giallo
Il "Re dei giochi" è il biliardo nuovo che giunge al BarLume di Pineta, mandando in fibrillazione i più assidui avventori: quattro aitanti ottantenni, i quattro acciaccati moschettieri che animano i gialli di Mavaldi con pettegolezzi, alterchi, espressioni idiomatiche e dialettali, osservazioni più o meno fuorvianti, congetture quasi sempre strampalate. Quattro clienti tanto fedeli quanto fallimentari per il bilancio del bar.
Vittima dell’arzillo spirito di nonno Ampelio, dell’intellettuale Aldo, del conservatore Rimediotti e del tradizionalista Pilade Del Tacca è Massimo, un giovanotto di belle speranze che, dopo essersi laureato alla Normale di Pisa, ha pensato bene di dedicarsi alla gestione del bar coadiuvato dalla procace Tiziana.
Argomento del momento – tra una bevanda rovesciata e il commento del quotidiano sportivo - è l’incidente stradale nel quale è perito un ragazzino: Giacomo Fabbricotti, figlio di un ricco costruttore. Con lo sfortunato giovane sull’auto viaggiava la madre Marina Corucci, che viene condotta all’ospedale in coma. Marina è la segretaria di Stefano Carpanesi, candidato sindaco per il centro sinistra alle imminenti elezioni amministrative. La donna non sopravvive e il lutto si abbatte come un fulmine a ciel sereno sia sul partito, sia sugli avversari politici.
L’evento è una tragedia fortuita o nasconde un delitto?
Senza ombra di dubbio è un reato, forse a sfondo politico, forse a sfondo patrimoniale, per le fantasiose illazioni dei quattro nonnetti maldicenti, impertinenti e sospettosi. Suo malgrado, Massimo si trova a ragionare sui fatti, infastidito dalle invadenti abitudini degli inopportuni avventori del suo bar. Ragiona e intuisce. E non si dà pace finché…
Marco Mavaldi cattura con la simpatia dell’allegra brigata da lui ideata e compone un intreccio che segue i canoni del giallo classico imbastito sullo scheletro della farsa. Approfittando della matrice toscanissima, la sceneggiatura si fonda su dialoghi vivaci, battute divertenti e ritornelli-tormentoni, pronunciati da personaggi familiari e vivi. Talmente efficaci che in loro probabilmente riconosciamo qualche nostra conoscenza…
Bruno Elpis
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Gialli intelligenti e che creano affezione ai personaggi.
l'omicidio ritrovato
L'incidente d'auto sulla statale, in cui muore un ragazzo e rimane gravemente ferita la madre, può essere dovuto a un tragico destino, ma la morte della donna, ormai in coma irreversibile, per embolia è troppo per
incolpare ancora il nefasto fato. Non sono nati ieri Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca. Hanno fatto la guerra, loro. Che qui c'è puzza di omicidio si sente da lontano e 'ste 'ose le intuiscono prima degli altri.
Di nuovo Pineta, villaggio di mare e di omicidi, dove i 4 vecchietti con la loro ironica toscanità, tra un caffè e una partita al nuovo biliardo, spettegolano e deducono per risolvere il caso. Naturalmente, là dove gli ottuagenari fallano, arriva la burbera logica del "barrista" Massimo, che pur disprezzando i vecchi curiosi, non riesce a non fare altrimenti. Il giallo e la storia di una "intera" comunita' si mescolano ancora in un romanzo ben riuscito dai risvolti imprevisti. Divertente e credibile, tiene il lettore impegnato in una storia variegata, mai noiosa e sotto i suoi occhi si dipana un finale non scontato. Notevole la capacità dello scrittore di sviare l'attenzione dai particolari rilevanti amalgamandoli al resto delle vicende, senza far perdere di brio all'intreccio.
Signore e Signori fate il vostro gioco, non perderete!
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Tra un colpo di stecca e l’altro
Ritorna il BarLume con una novità. Un biliardo all’italiana fa ora da cornice ai ragionamenti dei nostri terribili vecchietti, Ampelio il nonno, Aldo l'intellettuale, il Rimediotti pensionato, e il Del Tacca del Comune. Tra un colpo di stecca e l’altro trovano il tempo di commentare le ultime novità del paese. Ed è proprio in una di queste sessioni pomeridiane che apprendono la notizia di un terribile incidente stradale, dove perde la vita un ragazzo e la madre è gravemente ferita. Quale migliore occasione per ipotizzare un nuovo omicidio. Peccato che manchi sia la causa sia il movente. Finisce così che Massimo, suo malgrado, si trova a dover tenere a bada i quattro improvvisati detective, che rischiano una denuncia da parte del commissario Fulco. Ma il nostro “barrista” è troppo curioso e troppo testardo per non lasciarsi coinvolgere da questo enigma. Ma si tratta veramente di omicidio? Scopriamolo insieme in quello che è il romanzo più riuscito della serie.
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Stimolante
Mi è difficile spiegare il principale motivo di profondo fascino che questo racconto mi ha provocato senza rischiare di pregiudicare l'ammirevole lavoro della progressiva costruzione della tesi finale... ma ci provo: si tratta dell'eterno dilemma dell'uomo di fronte a libero arbitrio e necessità, di come provi a difendersi contando di volta in volta su razionalità, fede e passione, oscillando tra il bisogno di sentirsi parte della società ed il suo rifiuto quando la percepisce giudice non richiesto delle prorie azioni e pensieri... Ecco, per utilizzare un termine desueto è un libro che definirei edificante, perchè stimola a riflettere sul senso della vita e sulla sua bellezza, spesso drammatica. Ambientazione, personaggi ed interpreti sono una sicurezza per chi conosce gli altri 2 episodi Malvaldiani, una piacevole sorpresa per gli altri: ovvero vita di bar di provincia e vivivide menti pensanti e sferzanti, nonostante (o proprio per) età avanzata e sfortunate vicissitudini varie, che emanano una saggezza mai didascalica e tanto meno supponenente, alleggerita e condita da un umorismo spesso irresistibile.
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il barlume
sembra di leggere di un bar che tutti noi abbiamo visto almeno una volta nella vita, con questi vecchietti indiavolati e un barista amabilmente succube di loro. molto simpatica la descrizione del locale fatto visitare a molti arredatori con le loro idee bislacche, lontane anni luce da cio' che voleva massimo e sopratutto i quattro "stagionati". in questo ambiente i 4 ottuagenari coinvolgeranno il barista, suo malgrado, ad indagare su un fato di cronaca avvenuto in paese, pineta appunto. molto divertente e leggero da leggere
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Quattro amici al bar
Quattro nonnetti lenti di gamba ma ancora svelti di cervello e con una lingua che "svernicia i muri" , fanno del BarLume il loro punto di ritrovo . Tra una partita di biliardo , una marea di pettegolezzi e le sfuriate del barista Massimo (nipote di uno dei quattro) si inciampa in un delitto. Ma non è un giallo...più che altro un puzzle...dove alla fine tutti i tasselli vanno al loro posto e danno a Massimo la risposta su chi sia il colpevole.
Molto divertente l'intercalare toscano dei protagonisti ottuagenari, la loro battuta pronta spesso irriverente.
Leggerò sicuramente anche i precedenti libri di Malvaldi.