Il prigioniero della notte
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 3
Anna e Lucas
Quando mi sono accorta che era uscito il nuovo romanzo di Federico Inverni, "Il respiro del fuoco", mi sono ricordata che dovevo ancora leggere "Il prigioniero della notte": ho pensato di dover colmare questa lacuna quanto prima. L'anno scorso infatti avevo comprato il libro con la speranza di leggere finalmente un buon thriller: è stato così?
Posso affermare con sicurezza che il romanzo è di buon livello, scorre e si fa leggere precipitosamente per quanto riguarda la trama: i colpi di scena si susseguono e il lettore di certo non si annoia, fino ad arrivare ad una conclusione dove rimane aperta la porta della speranza.
Lo stile invece non lo definirei scorrevole, la prosa è ricercata e le descrizioni abbondano, a volte le ho trovate fin troppo ridondanti.
L'atmosfera è cupa, nera, spettrale, per certi aspetti mi ha ricordato "Il suggeritore", però rispetto a quest'ultimo "Il prigioniero della notte" si sofferma molto meno sui particolari efferati e violenti dei crimini per indugiare di più sulla psicologia dei personaggi. Del resto, l'autore afferma nella "nota" in fondo al libro di essere molto affascinato dal tema della memoria e del ricordo, quindi è sicuramente più interessato a ciò che proviene dalla mente rispetto alla descrizione minuziosa di violenze raccapriccianti.
In conclusione, il libro mi è piaciuto e lo consiglio, soprattutto agli amanti dei thriller dalle cupe e lugubri atmosfere a sfondo psicologico, dove però non si è del tutto spenta la debole luce della speranza.
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La sindrome di Cotard
La sindrome di Cotard è una sindrome psichiatrica caratterizzata dalla convinzione illusoria di essere "morti", di avere perso tutti gli organi vitali o tutto il proprio sangue (FONTE WIKIPEDIA). Ed è proprio questa la condanna che il detective Lucas deve sopportare ogni giorno, dove un tragico evento in passato gli ha sconvolto la vita, ma ciò nonostante Lucas è un Detective con la “D” maiuscola,il suo intuito,la sua visione dei fatti e la sua sensibilità, fanno di Lui una persona speciale capace di risolvere casi impossibili.
E sembra proprio un caso impossibile quello che stavolta gli si è parato davanti, dopo la scoperta di una donna trovata morta in un campo senza alcun segno di violenza, Lucas sa che non si tratta di un caso isolato, ma che si trova davanti ad un assassino che continuerà a seminare il panico finche non raggiungerà il suo scopo.
A chiamarlo in causa per risolvere questo caso arrivato ormai ad un vicolo cieco è stata Anna Wayne, profiler psichiatra, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un’esperienza traumatizzante.
Questo libro è come una matassa di lana ingarbugliata, dove il susseguirsi dei fatti si intrecciano tra loro, spaesandomi sulla convinzione di chi sarebbe potuto essere l’ ipotetico assassino. L’idea è molto originale è una buona storia l’autore è stato molto bravo a “sbrogliare” una bobina piena di intrecci, ottima la descrizione dei personaggi, dei luoghi, degli stati d’animo specialmente quella degli attori principali. Però nonostante tutto non ha acceso quella scintilla che cercavo,ho trovato alcune parti forse un po’ troppe descrittive (sicuramente utili per il susseguirsi dei fatti e a far conoscere più approfonditamente alcuni aspetti legati ai protagonisti), rallentando un po’ il “tiro”, e a parte l’inizio e la fine le scene di suspense sono un po’ “scarsine” a parer mio,ottimi invece alcuni colpi di scena utili per deviare verso una conclusione per nulla scontata.
In conclusione il libro mi è piaciuto, forse mi aspettavo qualcosina in più ma va bene cosi, la lettura è stata fluida e piacevole, è un autore che terrò d’occhio anche per i prossimi lavori sperando di trovare quello che non ho trovato qui.
Buona Lettura
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Aspetto il prossimo
Era da un po' di tempo che non leggevo un thriller così accattivante. Di solito, ho una predilezione per quelli americani ma sin dalle prime pagine, mi sono subito resa conto che Il prigioniero della notte non aveva niente da invidiare. E' incredibile.
Siamo a Haven, Lucas è un detective molto bravo tanto da essere impiegato solo nei casi più difficili. Dopo una giornata di lavoro infernale, si ritrova, suo malgrado, a dover seguire il caso di un serial killer con la profiler Anna Wayne. Da questo momento in poi, la trama si dipana in un susseguirsi di rivelazioni e svolte imprevedibili. La sensazione costante è che mentre la storia sta prendendo una certa piega, all'improvviso, succede qualcosa che porta il lettore in un'altra direzione.
Lo stile è coinvolgente, scorrevole e ricco di suspense. Per non parlare dell'originalità e dell'ottima introspezione psicologica dei due protagonisti.
Le vicende si svolgono nell'arco di pochissimi giorni e vengono raccontate principalmente dal loro punto di vista ma con un piccolo particolare: quello di Lucas è in terza persona mentre quello di Anna è in prima. Una scelta inusuale che potrebbe infastidire il lettore, invece non crea alcun problema.
Lucas e Anna sono due personaggi molto interessanti: Lucas è un uomo indecifrabile, freddo ma ha una logica deduttiva e intuitiva superiore a molti altri detective e per questo molto rispettato. Non prova emozioni ed è incapace di relazionarsi con gli altri. Invece, Anna è una donna determinata, molto coraggiosa nonostante quello che ha vissuto in passato e per questo, si è impegnata tantissimo per diventare una brava profiler.
Mi è piaciuto molto il loro modo di rapportarsi. Entrambi hanno un passato doloroso alle spalle e hanno pagato un prezzo per gli errori che hanno commesso.
Grandissima cura nelle descrizioni degli ambienti e non solo, ma senza appesantire in alcun modo la lettura.
Non mi dispiacerebbe se qualcuno decidesse di farne un film. Intanto, non vedo l'ora che venga pubblicato il prossimo libro di quest'autore.
Consigliato!