Il muro dell'apparenza
Letteratura italiana
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Un giallo d'autore
Giulia Campi è un commissario di polizia che vuole chiudere con il passato, amareggiata, delusa per il tradimento del suo uomo, al punto di farsi trasferire da Milano a Sparàgi, in Sicilia.
Qui troverà collaboratori prevenuti, come del resto lo è lei stessa, e avrà il difficile compito di giungere alla soluzione di un efferato delitto, scontrandosi con due realtà: ciò che appare e ciò che veramente è.
Sulla trama, trattandosi di un giallo, non dirò altro, limitandomi solo a segnalare che la vicenda è veramente avvincente.
Sabrina Campolongo ha avuto il grande pregio di mantenere un perfetto equilibrio fra le dinamiche tipiche del genere (scoperta del reato, indagini e chiusura delle stesse con l’identificazione del colpevole) e un’analisi dell’ambiente, dell’atmosfera e dei personaggi veramente encomiabile.
Del resto questa sua capacità di scavare dentro, di penetrare sotto la pelle per giungere alle parti più recondite dei protagonisti l’avevo già riscontrata nel suo bel romanzo Il cerchio imperfetto.
In questo giallo ha saputo unire tensione e approfondimento in modo tale da far pervenire il lettore alla conclusione appagato e anche consapevole di avere fra le mani un prodotto non fine a se stesso, ma anche una lezione di vita, una ripresa di quei valori morali che la nostra società va scordando ogni giorno.
Se non sapessi che Sabrina ha ben altri programmi, le proporrei di dare un seguito a questo lavoro, perché personaggi così ben disegnati come Giulia Campi e il suo assistente Alfano meritano di essere protagonisti di altre vicende, formando un’accoppiata perfetta come Montalbano e Fazio, o come Ricciardi e Maione.
Nel caso specifico, trattandosi di uomo e donna, inoltre ci sarebbe la possibilità di ulteriori svolgimenti, a cui tuttavia l’autrice sembra aver posto ostacolo nelle ultime pagine annunciando l’imminente matrimonio di Alfano.
E’ una lettura che, se anche richiede un po’ d’attenzione per seguire la logica coerente dell’intreccio e per assimilare quegli approfondimenti dei personaggi sempre proposti al momento giusto, risulta assai gradevole e facile, tanto che le pagine scorrono senza intoppi, senza affaticamenti, al punto che è possibile pensare di raggiungere la fine in poche ore.
Quel che più conta, però, è che, chiuso il libro, ci si accorge che non è stato puro svago, ma che dentro di noi è rimasto qualche cosa e che figure come il commissario e Alfano rientreranno in quelle immagini che crea la nostra fantasia e che conserviamo come se si trattasse di persone che abbiamo conosciuto veramente, individui che, nonostante pregi e difetti, rappresenteranno per noi un caro indelebile ricordo.
Per quanto ovvio, raccomando vivamente la lettura di questo bel romanzo.