Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Il manoscritto scomparso di Siddharta
 

Il manoscritto scomparso di Siddharta Il manoscritto scomparso di Siddharta

Il manoscritto scomparso di Siddharta

Letteratura italiana

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Emiliano Bezzon, comandante della polizia locale di Varese, ambienta il suo nuovo giallo a Valsolda, in un paesaggio lacustre e montano affascinante e al tempo stesso inquietante. I personaggi che mette in scena - compreso il grande Hermann Hesse - sono tutti altamente credibili. Giorgia del Rio, affascinante psicologa di coppia milanese di mezza età, si reinventa come investigatrice privata sulla pista di mariti infedeli. Il nuovo mestiere la porta a lunghi appostamenti vicino a Lugano, all'uscita dei postriboli legali svizzeri frequentati soprattutto da italiani in cerca di facili avventure. Durante uno di questi appostamenti conosce casualmente Luna, giovane escort italiana con un figlio piccolo e una madre anziana da mantenere, e con lei nasce una sorta di amicizia. Giorgia trova una nuova cliente, una raffinata signora milanese che le chiede di indagare sulla morte del marito, precipitato apparentemente in modo casuale in un dirupo a Valsolda. L'indagine riporta Giorgia nei dintorni dei postriboli svizzeri e nei luoghi dove ha a lungo vissuto il suo scrittore preferito, Hermann Hesse. E proprio il manoscritto di "Siddharta", il romanzo più celebre di Hesse, si rivelerà al centro di un intrigo sorprendente che Giorgia riuscirà a risolvere con la collaborazione di Luna, del comandante della stazione dei carabinieri di Porlezza Gianfranco Maiani e della bellissima e giovanissima capitano Doriana Messina.



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Il manoscritto scomparso di Siddharta 2017-11-09 09:53:51 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    09 Novembre, 2017
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Herman Hesse a Valsolda

Emiliano Bezzon, comandante della polizia locale di Varese, presto di quella di Torino, scrittore appassionato, pubblica con la casa editrice Robin, Il manoscritto perduto di Siddharta.
Giorgia del Rio, psicoterapeuta di coppia, milanese, si è da qualche tempo convertita a fare l’investigatrice, pur senza licenza, a caccia di mariti infedeli:
“Giorgia aveva superato da qualche anno la fatidica soglia del quarant’anni ma continuava a mantenere un aspetto attraente, seppure non appariscente, si curava e cercava di condurre una vita sana, con il giusto cibo e le abitudini più sobrie, pur non disdegnando qualche sgarro alle regole, per una buona mangiata, una piacevole bevuta o una nottata brava con le persone giuste e affidabili. La sua non era la bellezza sfolgorante del capitano, ma erano ancora molti i maschi che le lanciavano occhiate di approvazione e ancor di più quelli che, conoscendola, le rivolgevano apprezzamenti e corteggiamenti. Appena arriva a Valsolda aveva attirato gli sguardi di tutti, quelli inquisitori delle donne e quelli più espliciti degli uomini, e, a partire dal dottore, diversi si erano fatti avanti, rassicurati dal fatto che era sempre in giro sola e nella sua casa non si veda mai nessuno oltre a lei.”
Spesso la sua nuova redditizia “professione” la conduce ad effettuare lunghi ed estenuanti appostamenti vicino a Lugano, presso quelli che gli svizzeri chiamano “postriboli”. Al rientro da uno di questi le capita proprio di offrire un passaggio ad una di queste ragazze che lì offrono le loro attenzioni particolari ai clienti: lei si chiama Luna,e a differenza del solito, è italiana, e con un figlio piccolo da mantenere. Tra le due nasce una sorta di amicizia e di particolare confidenza, e promettono di mantenersi in contatto. Rientrata a Milano, Giorgia si ritrova con una nuova, strana, cliente: Tecla Longoni, raffinata, e una signora ancora molto bella, anche se avanti con gli anni, che le presenta un caso ben diverso dal solito: il marito, l’avvocato Mario Longoni, è deceduto cadendo in un dirupo in Valsolda, dove si era ritirato a vivere dopo aver conseguito la pensione nella vecchia casa di famiglia, e dove Tecla a volte lo raggiungeva nei fine settimana. La donna non è convinta dell’accidentalità della morte, nonostante le indagini compiute dai carabinieri del posto non abbiano portato a nulla. Così incarica Giorgia di indagare e di recarsi, soprattutto, nei luoghi dove peraltro ha vissuto, scritto e dipinto un famoso personaggio come Hermann Hesse. Fingendo di essere la nipote di Mario, Giorgia cerca di ottenere delle informazioni più precise, corteggiando il medico locale e conquistando l’amicizia con il parroco Don Cesare e della moglie del maresciallo dei Carabinieri. Questo ben presto comprende tutto, ma decide di usare la stessa Giorgia come preziosa alleata, perché a lui qualcosa in quella morte non lo ha mai convinto fino in fondo. Ai due si aggiunge ben presto il Capitano Doriana Messina, che in Valsolda aveva compiuto la sua prima indagine di successo, stabilendo una profonda amicizia sia con il maresciallo che con sua moglie. Si aprono varie piste possibili investigative: un prezioso manoscritto di Hermann Hesse scomparso dalla casa dei Longoni e un vecchio compagno di scuola che lo cerca affannosamente per comprarlo, un antiquario che lo ha ricevuto da uno sconosciuto, la vera personalità del Longoni sempre in cerca di nuove amanti, e una strana figura che lo segue e gli lascia messaggi minacciosi. A dar manforte agli investigatori arriva anche una vecchia amica del Capitano, famosa anatomopatologa, che conferma la sua intuizione: lo zaino non è caduto con il suo proprietario nel dirupo, e non c’è traccia di polvere sulle scale della cantina, a conferma che qualcuno è stato lì e a provveduto a pulire accuratamente. Proprio in quella cantina dove avrebbe dovuto trovarsi il manoscritto. Col proseguo delle indagini si scopre che in realtà si è trattato di omicidio, ma occorre trovare un colpevole ed un movente. Sarà proprio una intuizione precisa di Giorgia a dare la svolta definitiva alle indagini, che andrà a ribaltare la stessa identità di uno dei personaggi chiave del testo.
Valsolda, con la sua quiete misteriosa, il mormorio del lago Ceresio, le luci e le ombre dei suoi boschi, sa anche essere lo sfondo ideale per questa storia di fascino e di segreti inconfessabili, di inimmaginabili passioni, di morti e di delitti. E l’ambientazione è quasi una seconda protagonista: una tavolozza di colori tra il blu del lago di Lugano e il verde delle montagne, colorata da macchie vivide e forti che sono i dieci borghi che la compongono. Un giallo raffinato e molto descrittivo nelle ambientazioni, un po’ meno nella caratterizzazione dei personaggi. Una trama affascinante ed intrigante sulla scia tracciata anni orsono da un famoso scrittore come Antonio Fogazzaro, e il suo Piccolo mondo antico. Ma non solo: un navigatore attento e scrupoloso sulle tracce lasciate da un altro importante personaggi: Herman Hesse e il suo manoscritto, i suoi dipinti. Un giallo da gustare, tra una passeggiata e l’altra nell’ammaliante Valsolda.

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