Il labirinto dei libri segreti
Letteratura italiana
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Un labirinto di parole
Ho finito il libro solo perchè volevo capire dove gli scrittori volevano arrivare. Non l'ho capito. Noioso e senza senso. Ad ogni capitolo si apre una porta nuova che non porta da nessuna parte, un labirinto di parole.
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Di thriller ha ben poco
Il titolo ad effetto e la bella copertina attraggono senza dubbio l'occhio di un lettore alla ricerca di una storia piena di misteri. I quali ci sono senza ombra di dubbio, ma lo stile in cui é raccontata la storia mi fa venire il mal di mare. Infatti, il punto di vista si sposta continuamente tra i vari personaggi: Maria Callas, Chopin, Nostradamus, Jim Morrison, Oscar Wilde e potrei andare avanti. Ogni volta che un personaggio prende la parola, ci ritroviamo a cambiare epoca e in terza persona veniamo a conoscenza in che modo sono legati alla protagoniosta. Al contrario, quando il punto di vista é quello di Jacqueline, la storia é vissuta in prima persona. Le vicende sono ambientate principalmente nel 2001 a Parigi, pochi giorni prima dell'11 settembre (vi ricorda qualcosa?). Jacqueline sembra essere la chiave per risolvere un mistero secolare e ad accompagnarla verso la soluzione una carrellata di bizzarri personaggi. Come al solito non mancano i "cattivi" che stranamente vediamo solo nelle ultime pagine. Vi confesso che ad un certo punto non riuscivo proprio a capire dove volessero arrivare i due autori e speravo che andando avanti la cosa mi sarebbe parsa più chiara invece continuo a farmi delle domande. Non mi ha coinvolta, personaggi con comportamenti alquanto assurdi (per esempio la poliziotta che dopo un sogno decide che il suo destino é aiutare la protagonista invece di arrestarla.) e che capiscono sempre cosa devono fare dopo una folgorazione (capita spesso a fine capitolo)