Il guardiano Il guardiano

Il guardiano

Letteratura italiana

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Corpi mutilati, sezionati, irriconoscibili, vittime di una mano esperta e priva di esitazioni. Un macabro spettacolo di fronte al quale la polizia brancola nel buio. Chi si diverte a uccidere seguendo un rituale tanto preciso e spietato? E qual è l’inspiegabile movente? Le indagini sembrano a una svolta quando si fa strada l’ipotesi di un serial killer, un camionista francese, chiamato il “Macellaio”, ricercato in patria per un omicidio simile. Ma Marco Corvino, che segue per il suo giornale questa pista, comincia a nutrire dei dubbi quando, durante un’autopsia, viene ritrovato in un corpo un frammento d’acciaio a più strati.



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Il guardiano 2012-03-29 16:26:49 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    29 Marzo, 2012
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La lunga notte del Sensei

Il katana, per un samurai, è più di una semplice spada, è il suo spirito,è la parte più importante del guerriero,è il coraggio.Spesso nei tempi antichi i forgiatori erano profondamente gelosi delle proprie opere d'arte. Un giorno,si racconta, i più grandi forgiatori di tutti i tempi Goro Niudo Masamune e Muramasa Sengu desisero di mettere alla prova le loro rispettive spade.Chiamarono così un sant'uomo a fare da giudice alla loro contesa. Il monaco allora appese le katane dei due samurai alla sporgenza di un fiume con la lama immersa nell'acqua che scorreva e rimase per qualche ora ad osservare quello che accadeva.L'arma di Murasama Sengu,guerriero duro e sanguinario, chiamata Juuki Fuyu (diecimila inverni) tagliò tutto quello che finiva contro il suo filo:foglie,pesci, rametti. Yawara Te (mano delicata) il katana di Masamune non tagliò nulla,tutto quello che finiva vicino al suo filo veniva dolcemente deviato. I due forgiatori a fine giornata furono chiamati dal monaco che decretò il vncitore:Goro Niudo Masamune! Muramasa Sengu incollerito chiese perchè il vincitore era il forgiatore della spada che non aveva tagliato nulla. Il sant'uomo per niente impressionato guardò negli occhi i due guerrieri e spiegò ciò che aveva visto nel fiume:"la prima spada è sicuramente tagliente ma portatrice di sangue, è una spada malvagia che non fa differenza tra ciò che taglia,la seconda,invece, è notevolmente più tagliente ma non taglia senza motivo ciò che è innocente". Lugli ha scritto un thriller intriso di saggezza orientale, sappiamo fin dall'inizio, chi è l'assassino, conosciamo le vittime, abbiamo un eroe, il cronista di nera Marco Corvino,ma lo scrittore riesce comunque a sorprenderci ed affascinarci fino all'ultima pagina come un monaco zen .A Roma c'è "La scuola senza nome" una setta segreta presieduta da un Sensei che ha ormai perso il contatto con la realtà e fa a pezzi, proprio come Juuki Fuyu, tutti quelli che non rispettano le ferree regole del Bushido. Marco Corvino, deve lottare con una moglie ormai stufa, un capo che lo vorrebbe fuori dal giornale e poliziotti e giudici che invece lo vorrebbero fuori dai piedi,darebbe chissa che cosa per raggiungere il fudoshin (la mente immobile) lo stato mentale del samurai che permette
di affrontare tutto e tutti, come un salice con le radici ben piantate nella terra e i rami sempre pronti ad una leggera accomodante resistenta che niente può spezzare,ma il satori , l'ultima illuminazione, sarà lungo e doloroso da conquistare.
a cura di Luigi De Rosa

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Arte della guerra,l'adepto,saggi e romanzi sulla filosofia giapponese che guida il confronto tra guerrieri sia con spade che a mani nude.
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