Il gioco delle ultime volte
Letteratura italiana
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Un tragico gioco introspettivo
Margherita Oggero si cimenta con una storia dei giorni nostri ne Il gioco delle ultime volte. Purtroppo la lettura del testo non mi ha entusiasmato, la storia in sé e per sé sarebbe bella, è l’impianto narrativo a non convincere.
Il libro inizia con la storia di Ale, diciassette anni, figlia della buona borghesia torinese, viziata e scontenta, che si getta sotto un tram. Nel mentre i suoi genitori stanno facendo un viaggio in Costa Azzurra, inconsapevoli della tragedia che sta per piombargli addosso. Dall’altra c’è Nicola, giovane medico del pronto soccorso che per primo l’ha in cura. Finisce il turno e va a casa. E’ pronto per un lungo weekend da trascorrere con gli amici a Chamois, dove incontrerà un amico che non vede da molto tempo: Matteo. Li separa un evento che ha segnato entrambi nel passato. Riusciranno ad affrontare le insidie insite nel “gioco delle ultime volte”. E quest’ultimo in che cosa consiste?
“Ci si ricorda dell’ultima volta che abbiamo fatto o ci è successo qualcosa e ci si racconta agli altri. Un esercizio di introspezione e anche si storytelling.”.
E cosa ha a che fare con la giovane ragazza? Che si salverà?
Un romanzo dominato da un collante universale, denominato, appunto “destino”, per cui:
“Due, cinque minuti avrebbero fatto la differenza. Invece. Le unghiate del destino, quelle che possono segnarti per mesi, per anni o per sempre. Che tu te ne renda conto o no.”
Non solo: anche l’incoscienza percorre tutta la vita dei personaggi:
“Le loro convinzioni inconciliabili hanno entrambe sostanza di verità. Senza incoscienza la giovinezza sconfina troppo presto nei piatti orizzonti della maturità, ma se la corteggiamo chiudendo gli occhi come a moscacieca non possiamo sapere come finirà il gioco. “
Un romanzo di per sé ben scritto, ma slegato nella sua interezza. Le due vicende vengono narrate a pezzi, saltando di qua e di là. I personaggi scarsamente descritti, una prosa che è elegante e raffinata. E’ la trama, l’intreccio che stenta a decollare e che non convince fino in fondo. Peccato.
Indicazioni utili
- sì
- no