Il gioco del suggeritore
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 7
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Pensavo meglio
Non conoscevo Donato Carrisi, ma ne ho sentito meraviglie. Forse è per quello che questo romanzo è stato portato fino alla fine, ma mi è piaciuto così così. Premetto per gli appassionati dello scrittore, che ho scorso le recensioni dei miei colleghi e vedo che probabilmente questo non è quello che gli è riuscito meglio, quindi gli darò un'altra possibilità. Detto questo veniamo alla storia di Mila, una detective che ha deciso di lasciare lavoro, città e conoscenti per ritirarsi al sciuro con la figlia in campagna. Poi c'è uno strano uomo col corpo tutto tatuato di numeri accusato di avere sterminato una famiglia ed averne fatto sparire i cadaveri, a che non dice nulla. Finiti entrambi in un gioco perverso si si incontrano e danno luogo alla storia di questo romanzo. Direi che è partito molto bene, con un modo di scrivere chiaro, immediato e nonostante la crudezza di alcune immagini anche quasi delicato e rispettoso. La trama mi ha subito coinvolta i incuriosita, poi, man mano che passavano le pagine si è appesantito, Ho continuato a trovare la storia originale, ma più procedeva e più diventava stanca e apatica.
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Game over
Stavolta, a differenza delle valutazioni degli altri romanzi della serie legata al personaggio di Mila Vasquez, non riesco ad arrivare a più di tre stelle e 1/2.
Non che questo libro, anch'esso bello corposo al pari dei precedenti, non sia nell'insieme di buona qualità; la lettura è infatti scorrevole e presenta anche diverse pagine piuttosto coinvolgenti, oltretutto occorre pure notevole fantasia per imbastire una storia di questo genere.
Tuttavia, ho trovato alcune parti un poco noiose e credo che in un thriller ciò non sia una cosa positiva. In altre parole, non ho riscontrato tra queste pagine la stessa suspense avvertita al massimo grado tra quelle dei precedenti titoli, soprattutto de "L'ipotesi del male" e, in particolare, de "Il suggeritore", primo romanzo (del quale sono fresca di lettura) al cui confronto l'ultimo della serie finisce ora per impallidire irrimediabilmente.
Oltre a qualche parte un po' noiosa, come detto, alcuni passaggi mi sono sembrati troppo frettolosi e la valutazione complessiva non può non risentirne. Peccato, la trama, sullo sfondo di un malefico mondo virtuale. non mi è apparsa del tutto perfetta e coinvolgente come quella degli altri volumi, facendomi rimpiangere la figura del primo suggeritore. Resta comunque un romanzo che svuota la mente e vale la pena di leggere per continuare a seguire le vicende dell'ormai ex agente Mila Vasquez, affascinante e complesso personaggio creato dalla penna di Carrisi.
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Va dove ti porta il cuore
Capitano periodi in cui leggere rimane difficile, così inizi un romanzo e lo abbandoni, poi un altro, finchè non trovi quello che fin dalla prima pagina capisci che è quello giusto, quello che ti riaccende la voglia di immergerti nella lettura e lasciare tutto il mondo fuori.
Il gioco del suggeritore è così, o così è stato per me, mi ha catturato dalle prime righe e in pochi giorni (e solo perchè avevo poco tempo libero) l'ho finito.
A dire la verità un po' tutti i libri di Carrisi mi coinvolgono in questo modo, ma questo in particolare, è un viaggio in un tunnel di paura da cui esci solo alla fine e rimani come quando ti svegli da un incubo, felice di essere nella realtà, forse...perchè "A volte inganniamo la nostra intelligenza con le emozioni perchè non vogliamo accettare la realtà" (pag. 266)
Poco vorrei dire sulla trama in cui i personaggi sono più o meno gli stessi,(essendo un sequel de Il suggeritore) se non che è un thriller psicologico intenso e a tratti adrenalinico.
Un thriller, attualissimo, basato sull'influenza di internet sulla mente umana "Internet è un'enorme spugna:assorbe ciò che siamo, soprattutto il peggio. Nella vita reale siamo costretti ad adattarci per convivere con gli altri, a scendere a compromessi con la nostra natura, ad accettare leggi e convenzioni. A volte dobbiamo indossare una maschera, ma è inevitabile: altrimenti non riusciremmo a far parte della società...In rete invece ci sentiamo liberi da tutta questa ipocrisia, ma è soltanto un'illusione:ci hanno semplicemente lasciato soli con i nostri demoni." (pag 119)
Per chi sa leggere tra le righe, troverà anche sullo sfondo una dura critica alla politica italiana, anche in modo abbastanza esplicito direi.
Non mi piacciono i gialli violenti o sanguinosi, questo infatti non ne ha le caratteristiche, ma allo stesso modo tiene la suspense dalla prima all'ultima pagina.
Unico appunto è il finale, non è la prima volta che mi capita, ma i gialli di Carrisi mi lasciano sempre con un po' di amaro in bocca, come se l'epilogo non fosse allo stesso livello di tutto il romanzo.
Tutto gioca suul'inganno della mente, e quanto essa possa essere facilmente manipolabile, ma il messaggio è che alla fine il sentimento supera sempre la ragione e "il cuore vede ciò che il cuore vuole vedere"
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UN CARRISI SOTTOTONO
Quando ho saputo che Donato Carrisi sarebbe tornato in libreria con un nuovo libro ero entusiasta! E non con un volume qualsiasi ma con uno legato al Suggeritore (uno dei miei libri preferiti dell'autore).
Dopo un inizio scoppiettante e coinvolgente (ho divorato i primi capitoli in poche ore) ho iniziato a percepire qualcosa di diverso rispetto ai precedenti libri. Ho trovato la storia del gioco virtuale fin troppo inverosimile e più adatta a un film di fantascienza che a un thriller. Il tutto appare confuso e poco accattivante. Il finale non lascia le sensazioni che mi sarei aspettata. Nel complesso scritto bene stilisticamente ma deludente per la trama e il suo sviluppo.
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Mila e il buio di internet
Torna Donato Carrisi, con Il gioco del suggeritore, un sequel de Il suggeritore, uscito nel lontano 2009. Un giallo dalle tinte fosche, che mette in guardia dai pericoli insiti in Internet. Che però non mi ha convinto del tutto. Ma andiamo con ordine.
Che cosa è il gioco di cui si fa riferimento nel titolo? Il gioco è:
“Due, ma alcuni lo chiamano l’Altrove. Venne messo on line poco prima dell’inizio del nuovo millennio: per questo la grafica non è sofisticata come quella dei videogame moderni. Ma secondo me il suo aspetto vintage è anche la sua autentica bellezza.”
E il suggeritore chi è e che cosa è?
“Si chiamavano suggeritori o “killer sublimali”, il più famoso era stato Charles Manson. Si circondavano di adepti e costituivano “famiglie”. Uccidevano attraverso gli altri. Sceglievano un tramite, lo plagiavano e infine lo convincevano ad assecondare i propri istinti più oscuri.”
Qui entra in scena Mila Vasquez, una ex poliziotta, un po’ sui generis, che dopo l’ultimo violento caso di cui si è occupata, decide di abbandonare tutto e trasferirsi nella tranquilla quiete del lago, con la figlia Alice. Lei è una poliziotta specializzata nella ricerca di persone scomparse, e lavora in un ufficio un po’ particolare, chiamato Il Limbo. E’ una creatura che:
“è dal buio che vengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare….
Col tempo aveva compreso il motivo di quel dono oscuro. Mila si era resa conto di essere un portale, un accesso segreto verso una dimensione fatta di tenebra e malvagità. Quel passaggio, una volta aperto, non poteva più essere chiuso.”
E col buio non può evitare di scontrarsi quando Mila viene chiamata ad occuparsi della scomparsa nel nulla di una intera famiglia. La madre chiede aiuto con una telefonata proveniente da una fattoria isolata, dove il tempo sembra essersi fermato: niente illuminazione, niente tecnologia se non un vecchio cellulare mai usato prima … Ma quando i soccorsi arrivano non trovano nessuno, nient’altro che sangue sparso ovunque. Mila è travolta, sente e percepisce che la tragedia la riguarda e quando è la stessa figlia Alice a scomparire, non può che entrare in azione. Inizia così un percorso nei meandri oscuri e nascosti di Internet, dove il reale si mescola al virtuale in una accozzagliaa di situazioni e di intrighi difficili da districare.
L’autore dimostra ancora una volta di essere un abile costruttore di suspence e di trame ben ordite e congegnate. Il buio e l’abisso della mente umana sono costrutti portanti della sua narrazione. La prosa è vivace, precisa, corre veloce e stringe il lettore in una morsa stritolante. Le atmosfere descritte non lasciano scampo. La trama è ad alta concentrazione adrenalinica. Tuttavia anche questo libro, come anche il precedente L’uomo del labirinto, non mi ha convinto. L’abitudine dell’autore di lasciare un finale aperto che preclude ad altre avventure mi lascia perplessa. Il libro tuttavia è scritto con maestria, sa come catturare il lettore con una storia che non lascia spazio a nulla, solo alle atmosfere affascinanti e coinvolgenti. E il successo con cui si è venduto questo testo lo dimostra. Alla prossima, allora!
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Ridicolmente inverosimile
Purtroppo qualsiasi confronto con "Il suggeritore" è quantomeno improponibile. In questo romanzo sembra che a Carrisi sia stato dato il compitino di scrivere qualcosa da dare in pasto ai lettori, sperando che il richiamo evocativo al suo splendido precedente potesse convincere all'esborso per acquistare il nuovo libro. Il mio spassionato consiglio è: lasciate perdere! Investite meglio il vostro denaro.
La trama è costruita sulla sabbia, i "colpi di scena" si susseguono a ritmo vorticoso, senza rendersi conto che il troppo stroppia. L'effetto finale è che il tutto risulta assolutamente inverosimile, anzi, a volte pure ridicolo. Insopportabili sono anche i pistolotti sui pericoli di internet ed i falsi moralismi sull'uso distorto della rete. L'elemento centrale del libro, cioè l'alternarsi fra realtà virtuale (un gioco chiamato Due) ed avvenimenti reali si dipana in modo quasi dilettantesco, direi anche fastidioso, considerando il livello a cui l'autore ci aveva abituato. In conclusione, un pessimo libro, oppure, visto da un'altra angolazione, un ottimo esempio di come NON scrivere un sequel.
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Il suggeritore è tornato.
Torna in libreria Donato Carrisi con “Il gioco del suggeritore”, nuovo capitolo delle avventure con protagonista Mila Vasquez. Abbiamo lasciato la donna incinta e reduce dalla ricerca di quel suggeritore che è riuscito ad entrare perfino nella mente del miglior criminologo e la ritroviamo, adesso, con una nuova vita perché la ormai ex poliziotta specializzata nella ricerca di persone scomparse si è lasciata alle spalle quel mondo di orrori e oscurità per una casa sul lago in cui abita con la figlia Alice e una esistenza fatta di luce. Purtroppo però questa tanto faticata quiete e questo ritrovato equilibrio verranno rimessi in discussione dal fatto che l’ex agente verrà trascinata nell’indagine vertente il massacro di una famiglia. Per quanto essa faccia di tutto per archiviare il suo passato da profiler e cercatrice di individui di cui si sono perse le tracce, soprattutto bambini, il suggeritore ha per lei piani diversi, lo dimostra quel tatuaggio riportante il suo nome marchiato sul corpo di quel potenziale assassino. Per quanto, ancora, non riesca a spiegarsi perché tra tutte proprio lei, Mila si ritrova proiettata in un universo fatto di realtà virtuali dove il confine tra finzione e realtà è molto più sottile di quel che può sembrare. A un avatar segue la paura, il volto dell’assassino, il dolore, lo sgomento, una voce che sembra volerla proteggere, un uomo incappucciato. Che sia fantasia? Che sia realtà? Come capirlo, come escludere l’una o l’altra quando la posta in gioco non è altro che tua figlia?
A una trama rapida, veloce, fitta in cui il lettore ha la sensazione di correre insieme a Mila in una disperata lotta contro il tempo, a un intreccio solido, stratificato, fatto di molteplici avvenimenti e pezzi di un puzzle che va pian piano ricostruendosi e dove la dimensione della concretezza e quella della finzione si fondono e confondono, si aggiunge un thriller di gran levatura, dal ritmo incessante, dalla costruzione intelligente e dal fascino irresistibile. Un thriller dove non manca l’enigma, non manca il mistero da risolvere, non mancano tematiche attuali, non manca il nemico da debellare e sconfiggere perché esistono hacker senza scrupolo alcuno che sono disposti a tutto pur di raggiungere i loro scopi più oscuri e reconditi. A ciò si somma ulteriormente la lotta incessante di questa protagonista con un passato duro, spietato che ne ha provocato l’inettitudine all’empatia e al dolore, una donna, ancora, che deve dar conto ai suoi sentimenti repressi e deve far fronte a quella sua voglia di essere e non essere diversa.
Carrisi nuovamente non delude le aspettative riuscendo ad entrare nella psiche del conoscitore e facendo leva su sensibili corde, ne tocca il cuore. Con il suo scritto riesce a far riflettere sul come il male riesca ad attecchire in qualunque modo e in chiunque, perfino nelle persone più inaspettate e al contempo invita alla meditazione su tematiche attuali quali quella della dimensione del virtuale dove tutto è artificioso, dove tutto è falsamente perfetto, dove tutti sembrano essere felici, ma dove in realtà esiste una dimensione speculare che contraddice e contrasta questa immagine idilliaca dando sfogo a queste fantasie perverse e dove l’oscurità e l’imperfezione, il subdolo, l’orrido e il terrore, regnano sovrani. Senza freni, senza inibizioni. Perché tutto è lecito, tutto è possibile. Il criminologo sembra sussurrarci che per quanto pensiamo di tenere in scacco il virtuale, è in verità proprio questo virtuale a tenere in scacco noi.
Magnetico, profondo, da leggere.