Il gioco del silenzio
Letteratura italiana
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Non mi ha convinto
Il gioco del silenzio è il romanzo d'esordio di Rob Keller, autore che ha vissuto per molti anni nei pressi del lago di Como dove ha svolto il lavoro di mastro orologiaio.
E proprio per questi trascorsi, non è un caso se ha deciso di ambientare il suo thriller proprio in quel posto
e utilizzare la sua ex esperienza lavorativa.
La nostra protagonista è Cristina, una criminologa che dopo un caso particolarmente difficile, si è dedicata a fare la madre e la casalinga. Vive a Milano con il marito e il figlio Leone che soffre di iperattività. Un giorno riceve da suo padre la notizia che lo zio si è suicidato e che deve tornare nel paese sul lago di Como dal quale era fuggita molti anni prima e dove suo padre e suo zio vivevano ancora. Entrambi, infatti, lavoravano come mastri orologiai nella villa degli Orologi della potente famiglia Radlach.
Arrivata lì, il padre di Cristina, con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale, cerca di convincerla che in realtà non si è trattato di suicidio ma di omicidio. Cristina non vuole restare e fa di tutto per soffocare la sua deformazione professionale ma pian piano si accorge che c'è davvero qualcosa che non va e non può restare a guardare.
La storia è raccontata principalmente dal punto di vista di Cristina tra passato e presente e lo stile è scorrevole e semplice ma nel mio caso mi ha trasmesso poca suspense. Eppure l'idea di base era davvero buona e affascinante.
Alcuni aspetti della trama risultano prevedibili, e i personaggi sono tanti ma caratterizzati in maniera superficiale, l'unica a salvarsi è Cristina anche se risulta cordialmente antipatica. Non sono riuscita a entrare in sintonia con lei né a simpatizzare nonostante quello che ha passato e quello che è costretta ad affrontare.
Anche le questioni familiari (tra Cristina e il padre), il rapporto tra la famiglia di Cristina e i Radlach, il passato che condiziona probabilmente andava approfondito meglio.
Per quanto riguarda le descrizioni dell'ambiente e del lavoro di mastro orologiaio sono il punto forte del romanzo: curate, interessanti e non appesantiscono la trama.
Questo romanzo non mi ha convinto. Peccato.