Il gioco del carnefice
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Crimini orrendi in montagna
Ivo Ferrero pubblica Il gioco del carnefice. Ivo Ferrero è nato a Torino, laureato in archeologia, ha svolto per molti anni attività di ricerca presso il Gruppo Archeologico Canavesano. Pubblicista, ha pubblicato parecchi libri sull’archeologia. Vive a Montpellier, dove si occupa di archeologia sperimentale.
Ho letto le recensioni di altri utenti su questo libro, che stroncano senza replica la lettura del testo. A parte che se non amo un libro, smetto di leggerlo e finisco lì. Non capisco perché esprimere giudizi così negativi. Personalmente ho trovato la lettura frizzante e briosa, mai noiosa, e anche avvincente e precisa, soprattutto nelle parti che sono attinenti al tema dell’archeologia.
In un piccolo paesino della montagna piemontese la tranquillità che la caratterizzano è scomparsa, travolta da macabro ritrovamento di pezzi umani, quali una mano, un orecchio…. A cui inevitabilmente fanno seguito omicidi brutali e violenti, come quello della donna usuraia. Il commissario che opera nel piccolo borgo si chiama Donnarumma, le cui origini del suo cognome sono inequivocabili. Lui non è preparato, non ha abilità investigative, e non fa altro che urlare ed inveire contro i suoi sottoposti. Così viene inviata in suo soccorso una donna specializzata in criminologia, francese: Denise Aragon. Denise con precisione indaga,ma contemporaneamente vive un grande amore appassionato. Così i due amanti, un vecchio affascinante e colto professore e lei, in una vecchia, ma calda baita, giungono alla soluzione, inaspettata e sorprendente.
Un ambiente ben delineato, dove non mancano vecchi rancori ed odi mai dimenticati di un passato mal celato. Un mondo, quello dell’archeologia, dove non sono esenti l’invidia, l’astio tra colleghi, in cui la sete di arrivare e di guadagnare surclassa l’amore per la cultura e la precisione degli studi. Su tutto si posa l’intrigante velo della nostalgia per i tempi antichi, che non sono più, ma che rivivono negli studi e nelle competenze di chi sceglie di occuparsene con metodo ed amore. Un’ottima lettura.
Indicazioni utili
non sono d'accordo!!!
A differenza dell'altro lettore, ho un'opinione assolutamente positiva di questo giallo. Senza avere la pretesa di voler raggiungere premi letterari, è però in grado di permettere una lettura intrigantemente piacevole, col giusto tocco di romanticismo, e capace di mantenere l'attenzione sospesa fino alla fine, rivelando solo all'ultimo il vero assassino. Forse molti lettori sono abituati a libri in cui le scene di sesso e di violenza gratuita e spesso eccessiva appaiono ad ogni paragrafo, ma non è questo il caso.
E' un puro romanzo giallo, ambientato in Italia, con riferimenti ad ambienti reali e personaggi estremamente realistici. Non è un "film" americano.
Non ha fantasie esagerate nè impossibili. E' realistico.
Indicazioni utili
Il gioco del carnefice
La casa editrice è stata l'unico motivo che mi ha spinto all'interessarmi di questo libro, in quanto già precedentemente letto un' eccellente opera edita dalla stessa casa, Baima & Ronchetti Editori, "Il dono dell'acqua".
Il gioco del carnefice aveva i presupposti per assolvere al suo compito, ossia interessare il lettore e tenerlo con un po' di suspance visto il genere...DELUSIONE TOTALE.
Trama assolutamente inconsistente, dialoghi di uno scontato assoluto, in particolar modo quelli tra la detective francese ed il vecchio archeologo, tra i due nasce un flirt che ancora oggi non capisco quanto possa centrare con la storia. E poi un finale banale che sfiora l'assurdo con l'ultima pagina.
Trattasi di un fiasco a mio avviso e me ne duole, in quanto più volte ho fatto crociate a favore di autori emergenti e di case editrici non di fama nazionale, anzi la Baima & Ronchetti mi è sembrata quasi di nicchia e mi complimento con loro per la tenacia e l'ottimo lavoro compiuto finora ma questo libro che ho valutato viene bocciato senza appello.
Perdonatemi ma è così.
Non so, attendo altre valutazioni.
Per rifarmi alle mie tendenze enogastronomiche mi rifarei, metaforicamente parlando, ad una tazza di caffé con il sale invece che con lo zucchero, non lo avete provato??? Non fatelo!
Syd