Il gioco degli specchi
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 10
Riflessioni
Un oggetto e il suo riflesso, quale dei due è reale? Su quali basi si può decidere chi è l'uno e chi l'altro? Se realtà e finzione si mescolano, se in uno strano gioco delle parti l'una si riflette nell'altra per distorcere, per ingannare, per fregare chi tenta di leggere la verità, come riuscire a capire? Ecco l'indagine di Montalbano, attorniato da “specchi nemici” per riuscire ad abbagliare la sua percezione investigativa, per rifrangere il lume della giustizia e impedire che la verità venga a galla.
Un romanzo di rimandi, di apparenze, di situazioni ambigue dove il reale e la finzione sono una coppia di amanti a braccetto per disorientare e riuscire a moltiplicare le soluzioni plausibili. Bombe apparentemente sprecate in magazzini vuoti, amori misteriosi, cadaveri trucidati mettono a dura prova Salvo, sballottato e ammaliato, solo alla fine, facendo leva sul suo intelletto, ricostruirà, tassello dopo tassello il giusto puzzle. Ogni pezzo si incastrerà con il vicino riuscendo a mostrare il disegno sotto l'intricata vicenda.
Più noir che giallo, mostra ambientazioni cupe e crimini atroci tra cui si aggira un Montalbano in difficoltà, in salita per la verità, sempre più in balia degli altri che stenta a trovare il filo conduttore, afflosciato su se stesso con un'unica rivalsa: le schermaglie verbali con il dottor Pasquano.
Storia sempre più introspettiva, incentrata sul protagonista e la sua maturazione, la psicologia del Commissario diventa trama, narrazione, il suo giudizio diviene racconto, la sua morale è la morale del romanzo e del romanziere che con lui si identifica e che attraverso questo personaggio condanna o assolve l'umana società con i suoi vizi e le su virtù.
Romanzo piacevole tappa obbligata nella saga di questo “dottori” vigatese.
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Arancini, avvenenti donne ed un magnifico mare
Anche in questa avventura del celebre commissario Montalbano ci troviamo nella solita ambientazione, gli splendidi scorci di una terra fantastica, la Sicilia.
La scrittura continua ad essere caratterizzata da un misto di italiano e siciliano rendendo i discorsi ancora più reali e divertenti.
Anche in questa vicenda Montalbano verrà distratto: dalla bellezza di una donna e non si tratta della fidanzata ligure Livia, le continue abbuffate nel ristorante di fiducia “da Enzo” e qualche bagno rigenerante nel mare siculo.
La storia parte in maniera davvero unica e bizzarra, con la descrizione di un nuovo incubo di Montalbano.
La storia sembra trattare un caso di pizzo non pagato, infatti, davanti ad un deposito è stata fatta brillare una bomba, ma fortunatamente nessuno si è fatto male.
Montalbano ed i suoi “scagnozzi” cominciano ad indagare su alcuni pregiudicati che abitano nel condominio di fianco i quali sono ritenuti dei possibili colpevoli.
Montalbano si ritrova ad avere dei nuovi vicini, i coniugi Lombardo.
Il marito è un rappresentante di computer mentre la moglie lavora in un negozio di abbigliamento.
Da buon vicino, Montalbano, cercherà di aiutare la signora Lombardo della quale è anche molto attratto.
Da questo momento in poi le due storie che all’inizio sembravano distanti una dall’altra iniziano ad intrecciarsi e porteranno il lettore verso una conclusione.
Molti indizi cercheranno di condurre il commissario fuori pista come in uno strano gioco di specchi.
Gli indizi sbagliati, le belle donne e quel proiettile nella macchina faranno confondere le idee di Montalbano.
Riuscirà anche questa volta a risolvere questo nuovo caso?
Per scoprirlo basterà leggere il libro!
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Una sana abitudine
Va bene, ammettiamolo, i libri di Montalbano oramai sono sempre più o meno gli stessi. I personaggi non cambianmo di una virgola, eppure, personalemte, quando una nuova avventura del Commissario esce, non posso farne a meno di leggere. E mi lascio trasportare dalla lettura, capendo il sempre più stretto dialetto, immaginandolo nel contesto "cinematografico"(nonostante Camilleri lo descriva sempre più vecchio e stanco, io lo immagino sempre come Zingaretti). Non posso farci nulla, a me è piaciuto, ancor di più da quando si scontra con omicidi sempre più horrorifici. Da leggere nell'attesa che ne esca un altro
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Montalbano è sempre Montalbano
E' vero, Livia, Augello, Fazio, Catarella sono ripetitivi ed ossessivi nei loro comportamenti, nei loro tic, nelle loro abitudini, come il buon Salvo del resto. Ma ormai, dopo tanti anni, fanno parte della famiglia ed il fatto che sappiamo tutto di loro non può distoglierci dalla bellezza della trama di quest'ultimo lavoro di Camilleri in cui c'è persino il testimone coraggioso che incastra il mafioso di turno. Difficile essere critici verso un autore che tanto ci ha dato e che nonostante tutto snocciola perle di saggezza ma anche momenti di comicità davvero unici (la scena "hard" con la vicina è da piegarsi in due dal ridere ...). Forza Salvo, la pensione non è poi così lontana ...
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L'ombra di Montalbano
Divorato in una sera, con questo libro Camilleri mi ridà una flebile speranza in merito al destino del commissario più famoso d'Italia. Potrà Montalbano risorgere dalle proprie ceneri come la Fenice, tornando ad essere l'ironico poliziotto del tempo che fu?
Oppure cederà il passo alla vecchiaia ed alle camurrie di donne?
Camilleri, mi raccomando.
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il gioco degli specchi
Questo nuovo romanzo sul commissario Montalbano mi è parso sicuramente più articolato e avvincente rispetto alle ultime pubblicazioni.
Ho notato un cambiamento nella forma linguistica che risulta più dialettale e raffinata allo stesso tempo.
Come in altri romanzi della serie, Salvo viene sedotto con secondi fini dalla bellona di turno...sinceramente è un clichè che mi ha stancata, come mi ha stancata l'odiossissima Livia che in questo romanzo fortunatamente si limita ad un paio di telefonate.
Il mio giudizio complessivo comunque è più che positivo, è sempre un piacere immenso leggere gli scritti di Camilleri.
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Verosimilissimo, ma divertentissimo
Ho trovato questo romanzo, rispetto ad altri con protagonista Montalbano, più lineare e facile da seguire – e anche un po’ da anticipare – nello sviluppo della trama, ma non per questo meno stuzzicante e piacevole. È una storia assolutamente verosimile ad attuale (lo stesso Camilleri in una nota spiega che fatti analoghi si sono verificati davvero dopo la stesura del romanzo) e perciò non mancano gli aspetti atroci e le turpitudini del mondo, non solo del mondo legato alla criminalità organizzata. Tuttavia le vicende narrate sono ordinaria amministrazione per Montalbano e al centro di tutto stanno soprattutto il suo mondo interiore, la sua consapevolezza di stare invecchiando, i suoi turbamenti non solo sessuali, i suoi dubbi. Ne vien fuori un personaggio sempre più complesso e “vero”, sempre meno macchietta e marionetta. Anche gli altri consueti personaggi che gli girano attorno, nel confermare le loro solite caratteristiche (Augello poco perspicace e molto donnaiolo; Fazio intuitivo e scrupoloso, spalla necessaria al protagonista; Catarella confusionario e deferente; Livia gelosa e litigiosa…), sono rappresentati con maggiore credibilità rispetto ad altri romanzi. Comunque, a farla da padroni sono comicità ed umorismo, prodotti sia dalle situazioni, sia dalle reazioni di Montalbano e degli altri, sia dal linguaggio. È sempre più sorprendente come Camilleri sia riuscito a rendere popolare e comprensibile all’intero popolo della penisola l’idioma siciliano, con tutte le sue peculiarità fonetiche e lessicali e i suoi ironici modi di dire.
Lettura consigliabilissima.
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"Che havi commissario?" "Pinseri"
"Si era mittuta un vestito liggeru liggeru,curto curto e aderentissimo.Pariva pittato supra la pelli.Montalbano la seguì come un automa, completamente pinnotizzato
dall'armoniosa ondulazione della sfera caminante. N'autra sfera cilestri da aggiungiri a quelle cantate dai poeti".
Liliana è una donna bellissima,è sposata ad un imprenditore informatico , il signor Lombardo che preferisce i PC a lei, la picciotta,come tutte le fimmine trascurate,è in cerca dell'attenzione di un altro masculo così s'imbatte nell'affascinante Salvo Montalbano, ma al commissario i conti non tornano, la signora cunta troppe farfatariate.
C'è un giovane aitante collega di lavoro che sembra avere e ricevere a sua volta attenzioni dalla bella Liliana.Ci sono bumme che scoppiano nei depositi di Lombardo dove però di computer non c'è neanche l'ombra. E poi c'è sempre qualcuno che voli uggentevolmenti parlari con vossia dottori Montabano di pirsona pirsonalmente...
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Le cose non sempre sono come sembrano
Una nuova avventura del commissario Santo Montalbano, sempre più vicino alla pensione ma sempre pronto a districare, con l’aiuto del fedelissimo Fazio, i casi più intricati e apparentemente senza soluzione. “ Il gioco degli specchi” è uno di questi, ove le vicende si rincorrono e le verità sfuggono come rimbalzando beffarde da uno specchio all’altro, gli avvenimenti si succedono, i colpevoli apparenti non lo sono più dopo, la verità emerge solo alla fine. Viene smascherato un abile spacciatore, dopo colpi di scena teatrali (due morti ammazzati con inaudita ferocia) nei quali Montalbano e Fazio (questa volta coprotagonista) mettono in luce ( in barba al questore e nonostante gli attacchi mediatici del giornalista Pippo Ragonese) tutta la loro sagacia e consumata abilità. Il simpatico e ligio Catarella ha il suo momento di gloria, quando collabora alle indagini manomettendo da par suo un computer e contribuendo alla soluzione della complicata vicenda. Anche in questo romanzo il commissario si invaghisce di una splendida ragazza ( la fidanzata storica Livia è sempre a Genova, lontana dagli occhi e presente solo con qualche breve telefonata che regolarmente finisce in “azzuffatina”), alla cui grazie non cede solo a causa di una improvvisa telefonata. Il nuovo romanzo di Camilleri si legge come al solito piacevolmente, il suo dialetto fa parte ormai della nostra letteratura e non riserva più difficoltà di comprensione. I personaggi, dall’inossidabile Montalbano al vice Mimì Augello, da Fazio a Gallo, dalla vivida macchietta di Catarella alla pazientissima Livia, dall’ottuso questore Bonetti Alderighi ai giornalisti Zito e Ragonese fanno ormai parte del nostro patrimonio narrativo e allietano puntualmente le nostre estati.
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Consueto?
Chi ama l'intreccio apparentemente "avviluppato" in diverse storie, narrato dall'incalzante susseguirsi di eventi e con una ritrovata vena ironica un pò latente nelle ultime opere, apprezzerà molto quest'ultimo episodio delle avventure di Montalbano. La trama pare infatti imboccare diversi percorsi per arrivare poi dritta dritta ad una conclusione lineare e forse un pò troppo prevedibile e consolatoria.
Preferisco le atmosfere più esistenziali, crepuscolari ed allo stesso tempo erotiche delle opere immediatamente precedenti, ove il top è stato a mio avviso raggiunto con Il Sorriso di Angelica... Ad esempio qui il mio eroe appare determinato e non litiga praticamente mai con il suo alter ego, i pranzi da Enzo paiono intercalari obbligati (manieristici?) e non rappresentano quel momento essenziale di pace e ritorno al contatto con la realtà (non so a voi ma a me veniva veramente fame mentre li leggevo....)- e gli stessi personaggi di contorno appaiono un pò spremutelli (i mitici Fazio e Catarella, Augello e l'insopportabile Livia). E' chiaro che noi innamorati pretendiamo sempre e comunque dal nostro partner la capacità di stupirci e darci brividi inattesi, per cui penso di consigliare comunque questo libro che, se fosse stato il primo della serie, avrei valutato a 5 stelle !!