Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror Il giardino delle mosche
 

Il giardino delle mosche Il giardino delle mosche

Il giardino delle mosche

Letteratura italiana

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Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, mutilava e uccideva nei modi più orrendi almeno cinquantasei persone. Le sue vittime bambini e ragazzi di entrambi i sessi, ma anche donne - avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell'Idea comunista, sintomi dell'imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all'arresto. E fa di più. Osa raccontare l'orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo, infatti, in questo libro dice "io". È lui stesso a farci entrare nella propria vita e nella propria testa, a svelarci le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. "Il giardino delle mosche" è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un'anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male.



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Il giardino delle mosche 2021-06-09 09:40:56 Donnie*Darko
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Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    09 Giugno, 2021
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Vi schiaccio come mosche

"Il giardino delle mosche” ricostruisce la vita di Andrej Romanovi? ?ikatilo, che, fra il 1978 e il 1990, fu responsabile di almeno 56 omicidi (soprattutto di minorenni).

Non siamo di fronte ad un freddo report di cronaca nera, perché Andrea Tarabbia, grazie alla sua ispiratissima penna, si immedesima nel serial killer, riuscendo ad alternare i momenti più crudi con un viaggio incredibilmente dettagliato nella deviata psiche del protagonista . E questo viaggio parte dagli albori con un ?ikatilo bambino, attorniato da una madre severa e anaffettiva, un padre codardo e un fratello deceduto in modo orribile. La sconvolgente narrazione in prima persona permette a Tarabbia di cogliere alla perfezione il punto di non ritorno, il delirio di onnipotenza scatenatosi dopo il primo omicidio: da quel momento, infatti, le frustrazioni e le paure sembrano mitigarsi e le ossessioni si placano. Di ?ikatilo non viene sondato solo il lato più oscuro e perverso, bensì anche quello di padre e marito rispettabile, al tempo stesso, le disfunzioni erettili e il profondo attaccamento ad un partito in decadenza, simbolo di un mondo destinato a cambiare di lì a poco, lo spingeranno a continuare la sua macabra carriera di pluriomicida.
Uccidere sublima l'incapacità di fare sesso, di essere "uomo" vero. Dare la morte lo eleva oltre, praticamente alla stregua di un dio, mentre la sua visione socialmente distorta lo porta ad eliminare chiunque risulti inidoneo o inutile per gli ideali comunisti. La forza del romanzo sta, oltre che nell' ipnotica prosa dell'autore, nel rendere tangibile il fatto compiuto. Tarabbia sferra pugni nello stomaco senza sosta, descrivendo con crudezza e gran senso del realismo le orrende malefatte del suo protagonista senza mai risultare gratuito o compiaciuto. Un libro allucinato e sconvolgente sulla genesi e l'evoluzione del Male puro.

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