Il complotto Toscanini Il complotto Toscanini

Il complotto Toscanini

Letteratura italiana

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Piazze, provincia di Siena, 1935. E notte quando la quiete immobile della cittadina toscana viene squarciata da un grido. Di fronte alla folla riversatasi in pochi istanti tra le vie, il corpo inerme di un uomo ucciso da una serie di violente percosse: si tratta di Alberto Rinaldi, solo all'apparenza un comune medico di provincia. In realtà, un luminare della medicina del tempo. Grazie alle sue cure miracolose, infatti, tra i suoi pazienti si annoverano personalità di spicco in Italia e in Europa, fino in America. Malgrado l'attenzione dei giornali e della famiglia della vittima, però, le indagini e il processo si rivelano una farsa, nulla viene chiarito dalla giustizia e tutto scivola nell'oblio. Quattordici anni dopo, nel 1949, il presidente della repubblica Luigi Einaudi vuole conferire la nomina di senatore a vita al grande compositore e direttore d'orchestra Arturo Toscanini. Sul passato del maestro, però, c'è un'unica ombra: il suo nome compare tra i documenti dell'indagine per l'omicidio di Rinaldi, e in quella delicata fase storica di transizione repubblicana è necessario che nessun personaggio pubblico abbia scheletri nell'armadio. Ma perché la morte di Rinaldi ha a che fare con Arturo Toscanini? Che cosa legava lo scienziato e il maestro? E perché una nuova indagine potrebbe far emergere un coinvolgimento di Toscanini in quella morte spaventosa? Il colonnello Luigi Mari, figura eroica dell'antifascismo liberale, affiancato dal giovane tenente Barbetti, viene incaricato di far luce su un mistero che dura ormai da troppo tempo. Tra depistaggi, colpi di scena e congetture fruttuose, Mari cercherà di scoprire una verità che in molti hanno voluto celare.



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Il complotto Toscanini 2018-04-01 08:17:19 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    01 Aprile, 2018
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Il segreto di Arturo Toscanini

Filippo Iannarone pubblica Il complotto Toscanini, i cui ingredienti base sono:

“L’omicidio di un luminare della medicina in epoca fascista. Un processo farsa che cela la verità. L’ombra di un incredibile sospetto su Arturo Toscanini.”.

Un giallo sofisticato, ispirato proprio alla vita e alle vicende realmente vissute dallo zio dell’autore, il generale Michele Iannarone, che fu responsabile dell’intelligence del Fronte Militare Clandestino di Liberazione e Comandante del Primo Raggruppamento, a fianco del colonnello Lanza di Montezemolo. L’autore possiede alcuni documenti storici originali, i cui dettagli e risvolti hanno acceso l’ispirazione che ha condotto alla costituzione di questo libro.

Nel 1949 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi propose di fare senatore a vita il maestro Arturo Toscanini, non immaginando che così facendo la vita di costui potesse celare un enigmatico e mai risolto mistero. Era un qualcosa, emerso nell’occasione, che costrinse il Presidente a domandare una indagine privata segreta, atta a fornire delucidazioni specifiche. Un’indagine compiuta da persone fidate che scavando nel passato diventa la chiave di volta per individuare il subdolo concatenarsi di un complotto fascista che si conclude con un efferato delitto del ventennio e la diabolica architettura di un processo artefatto e durato per anni. La cronistoria narra che, nel 1931, Toscanini dovette annullare la sua partecipazione alla stagione a causa di una dolorosa borsite a braccio e spalla destra, tanto che fu costretto a dirigere i concerti con il solo braccio sinistro. Tutte le arti mediche di specialisti e luminari, sia americani che europei, non fecero alcun miglioramento. Quando scoprì l’esistenza del dottor Alberto Rinaldi e della sua miracolosa cura, nonostante pochi mesi prima fosse stato schiaffeggiato da squadristi inferociti davanti al Comunale di Bologna, perché rifiutatosi di far suonare Giovinezza, Toscanini fa ritorno in Italia. Rinaldi era un medico e ricercatore, che ottenne discreti risultati nelle cure delle infiammazioni ossee, richiamando personalità di spicco da qualsiasi parte del mondo. In pochi anni, Piazze, paese dove operava, si era trasformata in una località assai frequentata. Toscanini arrivò a Piazze, si sottopose al trattamento del dottore, e ne trasse un immediato beneficio, e soddisfatto dei risultati, ritornò negli anni successivi per mettere in atto una terapia di mantenimento. Divenne quasi di casa. E soprattutto divenne amico del dottore, con il quale si recava in allegre scampagnate in automobile, con il quale condividere anche la comune avversione per il regime. Durante la notte del 27 settembre 1935 la serena quiete del piccolo paesino fu infranta da un grido: il dottor Rinaldi era stato barbaramente colpito a bastonate nel giardino della sua villa, che era anche la clinica in cui lavorava. Morì poco dopo senza mai riprendere conoscenza. Ma con lui spariva anche ogni traccia circa le sue miracolose cure. Il maestro quel giorno si trovava a Piazze e rimase esterrefatto. Ma c’era qualcosa che poteva far collegare il grande direttore alla tragica morte del suo medico? Perché a casa del medico fu trovata una grande somma di denaro? A cosa mai poteva servire? Chi poteva volere la morte del dottore?

L’autore nella sua brillante ricostruzione, tra fantasia e verità, affida le indagini ad un riservato Luigi Mari,

“ufficiale di vasta esperienza. Due missioni a Berlino, in Albania, svolto attività di intelligence, in collegamento con il comando anglo-americano. 45 anni, un’intelligenza vivace, (…) un uomo responsabile e generoso”.

Le indagini sull’omicidio e il processo saranno una farsa abilmente congegnata su cui è determinante far luce.

Intrigante è la vicenda narrata. Un quadro colto e preciso di Arturo Toscanini, di cui si evidenzia la grande semplicità e la discrezionalità, descrivendolo come:

“Schivo da ogni accaparramento di onorificenze, titoli accademici e decorazioni, “

Una lettura colta e raffinata per un giallo storico preciso e puntuale.

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