Il Commissario Bordelli
Letteratura italiana
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La prima avventura del commissario Bordelli
Primo episodio di quella che sarà una lunga serie, Marco Vichi presenta per la prima volta al suo pubblico una sua felice creatura ne Il commissario Bordelli. Un libro che affonda le radici in un passato lontano, diverso dall’attualità. Chi è il commissario Bordelli? E’ un uomo sicuramente provato dalla vita e dalla guerra appena trascorsa, ha cinquantatrè anni in questo primo libro, e non ha una donna fissa, è amico di una ex prostituta Rosa, da cui si reca quando è in cerca di un po’ di calore umano. E’ un uomo insofferente alle regole e alle alte dirigenze, con cui spesso si scontra. Ha un particolare riguardo verso i deboli, i sofferenti, verso coloro che delinquono più per necessità che per altri motivi, per gli oppressi e gli umiliati. Fiorentino, nostalgico, subisce il peso delle troppe ferite che la guerra gli ha causato.
Siamo a Firenze, in una torrida estate del 195, quando una notte il commissario viene svegliato per un caso tragico: una donna è stata trovata morta all’interno della sua vasta villa. Una morte che:
“A prima vista sembrava una brutta morte, ma del tutto naturale. Forse un infarto, o un edema polmonare.”.
Caso chiuso in breve, quindi? La morta già un po’ anziana, eccentrica, unica abitante di una casa immensa, ricca e senza particolari nemici o problemi. Tuttavia qualcosa non convince il nostro scafato investigatore. Infatti:
“Di là da quella porta il mondo era rimasto ai secoli passati: immensi mobili neri, ritratti alle pareti, armature, candelabri enormi, tappeti scuri, una stufa a legna di ceramica azzurra. L’aria che usciva dalla porta sapeva di tessuti invecchiati e di legna bruciata.”
Forse che in questa atmosfera intatta e sempre uguale si è aperta una crepa invisibile, ma ignobile e terribile? Al commissario tocca portare in evidenza la verità a lungo nascosta, attraverso un lungo percorso induttivo di grande portata.
Un bel giallo, che affonda le sue radici nel passato, ottimamente descritto, in cui si sentono ancora vive le conseguenze di una guerra che ha distribuito lutti e dolore. Una figura di investigatore nostalgico, che ama il buon vino e la buona cucina, che opera al di fuori degli schemi, ma che tuttavia intriga e convince con il suo modo di essere e di operare.
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Franco Bordelli
Primo capitolo delle avventure del fortunato commissario Franco Bordelli, “Il commissario Bordelli” è ambientato nella mia Firenze ma del 1963. È estate e il caldo non concede tregua alcuna. Una ricca signora è deceduta inspiegabilmente nel letto apparentemente colpita da un attacco di asma, il ritrovamento avviene grazie alla segnalazione della dama di compagnia Maria che dopo aver provato ripetutamente a chiamarla non ricevendo risposta, si allarma. I principali sospettati sono i nipoti, due uomini e le rispettive consorti che però, al momento della dipartita si trovano nella residenza versiliana per una serata mondana. Il loro alibi sembra essere inoppugnabile così come la morte per cause naturali dell'anziana. Peccato che dopo un breve esame del medico legale, appaia chiaro e inequivocabile che in realtà essa sia stata assassinata. Affiancato dal giovane neoarrivato Piras, Bordelli darà inizio alle indagini e condurrà per mano il lettore sino all’epilogo solleticandolo con le sue idee e molteplici curiosità.
Se non avete mai letto alcun romanzo con questo protagonista e di questo scrittore probabilmente vi chiederete dove si è nascosto il giallo. O meglio, vi renderete conto che seppur il giallo nelle sue pagine ci sia, di fatto, in questo scritto come in tutti gli altri, molto spazio viene lasciato all’atmosfera e ai personaggi, spesso, collaterali e/o da cornice. Il cinquantatreenne Bordelli, militante nel corpo speciale San Marco della Marina Militare durante la Seconda Guerra Mondiale e fumatore accanito in perenne tentativo di togliersi il vizio, accompagna con la sua voce, e la sua figura, chi legge mostrandogli i retaggi di una epoca che non esiste più ma che a tratti si respira ancora. Colpisce per il suo senso della giustizia, per il suo desiderio di amore con la donna giusta, per il suo non giudicare e non discriminare il prossimo a causa di un passato difficile e/o di un passato fatto di illeciti penali. Tra l’altro, non dobbiamo dimenticare, che il protagonista trae ispirazione da un vero commissario Bordelli, vicino di casa di Vichi, e da alcune delle sue avventure dell’età giovanile.
Piacevole, rapido e riflessivo. Non eccede mai nella velocità della narrazione che anzi assume toni cadenzati e rilassanti che fanno della lentezza la loro colonna portante. Un uomo di altri tempi che conquista e fa innamorare.
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Firenze 1963
“Il Commissario Bordelli” è il romanzo con cui nel 2002 Marco Vichi ha iniziato la famosa serie capace di conquistare una schiera di fedeli e appassionati lettori.
La storia è ambientata a Firenze, città natale dell’autore, nell’estate del 1963. Il capoluogo toscano è pressoché deserto e il caldo afoso opprime i pochi abitanti rimasti.
Bordelli indaga sulla morte di una ricca signora, deceduta nel proprio letto con accanto i medicinali per la cura dell’asma.
Quella che in apparenza può sembrare una morte accidentale si rivela presto un caso più intricato del previsto, e Bordelli inizia la ricerca del colpevole con l’aiuto di Piras, giovane poliziotto appena arrivato in commissariato.
Il romanzo è un giallo atipico, privo di colpi di scena mirabolanti. Soltanto il titolo e l’evento della morte della signora richiamano al genere in questione, ma l’indagine e la successiva soluzione occupano in realtà poche pagine.
Il delitto, il sottofondo poliziesco, sono un pretesto che Vichi utilizza per parlare di personaggi con alle loro spalle un certo tipo di storia, inseriti in un determinato ambiente e contesto sociale.
È la Firenze degli anni ’60, a cavallo del boom economico, descritta nel libro come straordinariamente lenta, nostalgica e silenziosa, distante dalla frenesia a cui oggi siamo abituati.
Bordelli ha 53 anni, è un fumatore accanito, un antifascista che ha militato nel corpo speciale San Marco della Marina Militare durante la Seconda Guerra Mondiale e che, nonostante alcune relazioni passate, non è riuscito a trovare una donna ideale con cui dividere l’esistenza.
Ha un particolare senso della giustizia, spesso non esattamente in linea con la legge, che lo porta a distinguere i veri criminali dai poveracci che cercano di sbarcare il lunario senza recare violenza altrui. Per questo è amico di ladruncoli occasionali e di un ex prostituta. Personaggi dotati di umanità e riconoscenza verso il commissario, protagonista di una storia sincera e piacevole.
Curiosamente Bordelli prende spunto da una persona realmente esistente. È un vicino di casa di Vichi e l’autore fiorentino scrive in forma romanzata alcune delle avventure che ha vissuto realmente il poliziotto in quegli anni.
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Un uomo qualunque
E bravo Marco Vichi, ci propone un romanzo molto semplice, chiaro diretto, non ci mente mai,ci conduce nella vita privata di un poliziotto degli anni '60, un uomo qualunque.
Il Commissario Bordelli è un personaggio che non ha super poteri, che non ha una grande bellezza fisica, non è un investigatore alla Poirot o Sherlock, è un prodotto doc italiano, un uomo ricco d vizi, fumatore incallito, amante della buona cucina e una spugna con l'alcol. Un personaggio che ha un immenso pregio, essere caritatevole, umile, sinceramente solidale nei confronti di chi ha bisogno, anche quei delinquenti che ad esempio rubano per mangiare...
Un romanzo giallo che si legge in modo scorrevole, una trama non ricca di colpi di scena ma dal cui finale sicuramente inaspettato, che fa emergere la grande intuitività del protagonista.
Bellissimo l'adattamento storico, un po' malinconico ma di sicuro effetto.
Gli altri personaggi di contorno da Piras a Rosa a Diotivede sono ben caratterizzati anche se attendiamo una loro evoluzione probabilmente nei prossimi romanzi della serie Bordelli.
Bordelli e Marco Vichi promossi.
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Il commissario Bordelli
Al di là del romanzo giallo, ben scritto e di lettura scorrevole, ci si addentra in quella Firenze pre-alluvione, caratteristica nei luoghi e nei personaggi; potrei dire "bei tempi passati", frase altamente stereotipata ma che avvolge in maniera stretta il contesto degli anni '60. Insomma, una figura di commissario di polizia che mi ricorda, in qualche modo, il compianto attore-regista Pietro Germi.
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Chi dorme.....non ripensa al passato
A.D 1963. Firenze. Estate caldissima. Il Commissario Bordelli, ex-partigiano.
Queste quattro frasi sono la sintesi estrema di un giallo italiano, in cui non è il delitto a dominare la scena, ma il suo personaggio principale. Leggendo, ci si addentra sempre più nel Commissario Bordelli, uomo di legge e di buon senso, che non arresta i ladri che rubano per fame, ma diventa loro amico, che racconta la sua vita durante la guerra ripensando al passato nelle afose notti fiorentine, che ha un debole per il cibo e le donne di ogni età. Attorno a Bordelli altri personaggi, ex-ladri, poliziotti e collaboratori, che con lui si confrontano e si scontrano, spesso intorno ad una tavola imbandita, per risolvere l'omicidio (in apparenza suicidio) di una ricca signora.
Romanzo interessante ricco di sincera umanità che racconta di una Firenze animata da personaggi con ideali di un tempo morto e sepolto e descrive le vicende della guerra dalla voce di coloro che c'erano (i racconti di guerra di Bordelli sono parole del padre dell'autore).
Riassumendo, voto cinque alla storia della memoria ed ai suoi personaggi, voto due a quella gialla che fa solo da sfondo, sviluppata in maniera un po' banale e spicciativa.
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Uomo d’altri tempi…..!!!!
Sicuramente non si tratta di un thriller carico di suspance, incalzante e carico di mistero ma……. ha un suo perché, e come se ce l’ha!!! È piuttosto un romanzo incentrato sul protagonista (per l'appunto il commissario Bordelli) e in cui pochi altri attori fanno capolino, fatta eccezione per il suo prode sardo Piras, come il più fedele Watson o Sancho Panza, tutto incentrato nel descrivere un piccolo squarcio della vita del protagonista (lungo quanto una indagine per omicidio), la sua solitudine di uomo di mezza età, le sue aspirazioni (ormai ridotte all’osso), i suoi rimpianti, la sua insonnia, i suoi ricordi della guerra e il suo debole per le belle donne. Il pretesto, o filo conduttore, della storia???? un omicidio camuffato goffamente da suicidio, in apparenza senza ovvio movente e senza veri sospettabili. Altro tema centrale e ricorrente della storia è il caldo afoso di una torrida estate fiorentina.
Risultato: un romanzo/giallo godibilissimo e rilassante. Sembra quasi un eufemismo visto che si tratta di un giallo, ma per me è stato così. Il commissario ???…..un uomo d’altri tempi.
Caro commissario, alla fine del libro mi sembra di conoscerla un po’ e non mancherò certo di approfondire questa nostra conoscenza approfittando del seguito delle sue vicende, tra le pagine dei racconti successivi. A presto.