Il caso Kakoiannis-Sforza
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Quando il giallo diventa giallognolo
L’idea di fondo non è male: un condominio milanese con una variegata galleria di personaggi, un tappezziere in pensione appassionato di indagini fai da te e cronaca nera, un presunto rapimento negli ambienti della Milano bene.
Seguono molteplici siparietti sul filo degli equivoci, alcuni un po’ stiracchiati a dire il vero (stile Pierino e la maestra, per intenderci), ma tutto sommato gradevoli.
Lo scrittore si diverte a muovere le fila degli eventi sviluppando la narrazione su diversi fronti, tutti più o meno collegati fra loro. Peccato che la situazione da un certo punto in poi gli sfugga di mano, trasformando l’insieme in un polpettone farraginoso che annoia e non convince. Imbastire una trama più lineare (ed anche meno inverosimile) avrebbe giovato al romanzo, che nella prima parte promette bene: apprezzabile, per esempio, l’omaggio alle potenzialità inespresse ed ai sentimenti spesso ignorati degli anziani, custodi di un genuino sentire. Il tutto all’insegna di un certo humour e senza concessioni al lacrimevole.
Gustosa anche la figura della pettegola patologica, la falsa invalida del condominio che si picca di sapere tutto di tutti: “Occorreva rinforzare la sorveglianza, incrociare i dati, non dormire mai”.
Niente è ciò che sembra, almeno nelle intenzioni dello scrittore che però non riesce a stupire, sia per le conclusioni sconclusionate che per i ghirigori con cui si arriva alle stesse.
La necessità di riepilogare più volte i fatti per chiarire quello che nel libro stesso viene definito “un guazzabuglio” ne mette ulteriormente in evidenza i limiti e lo rende per giunta prolisso. In questo quadro scarno di efficaci colpi di scena - giallognolo più che giallo – un errore di sintassi del periodo ipotetico (capita evidentemente anche nelle case editrici più solide) non fa che confermare un lavoro di revisione un po’ approssimativo.
Indicazioni utili
- sì
- no