Il cacciatore del buio
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Il cacciatore del buio
Questo finalmente è un thriller. Scritto da chi di thriller ne capisce e soprattutto da chi conosce le dinamiche riferite alle forze di polizia ed alle loro procedure.
Diciamo che sotto il sole nulla di nuovo, trattasi del serial killer inafferrabile e brutale, inseguito dallo SCO e poi dai ROS. Certo ordinaria amministrazione per chi legge questo genere ma il nostro autore ha uno stile narrativo e descrittivo degli eventi davvero all'altezza della sua fama. Poi aver utilizzato i "penitenzieri" ed "Il tribunale delle anime", sempre intrigante.
Bravo Donato hai messo a segno un gran bel libro che non fa rimpiangere nulla dei concorrenti americani né di quelli scandinavi.
Capitoli brevi e soprattutto sapientemente descrittivi di una Roma affascinante.
Omicidi seppur cruenti mai banali e sempre spiegati nella loro psicologia d'intento.
I protagonisti sono eroi e vittime allo stesso tempo e questo li rende molto umani e credibili, in fondo si tratta pur sempre di esseri umani con dei sentimenti e degli istinti ed emozioni.
Eccellente l'illustrazione del bene e del male e del perchè delle loro reciproche esistenze.
Sicuramente l'autore continuerà su questo filone con cui sta ottenenso ottimi risultati.
Un romanzo credibile, molto attuale, che conferma Carrisi come uno degli autori italiani più in forma del momento.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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Un po' opaco
Conosco da poco Carrisi, e i primi libri che ho letto mi sono piaciuti molto. Soprattutto lo stile chiaro e immediato utilizzato dai grandi giallisti americani. Questo invece è una cosa diversa. Certo un bravo autore scrive ben comunque e il suo stile è inconfondibile, ma l'incursione in questo genere investigativo complottistico non mi ha entusiasmato. Il protagonista è Markus, un penitenziare: una sorta di investigatore del Vaticano che vive in modo del tutto anonimo e investiga sul male ovunque si nasconda. Nello specifico, poi ha anche merso la memoria e quindi garantisce senza dubbio la segretezza della sua missione, perché neanche lui ha un quadro completo di quello che ci si aspetti faccia. Al suo fianco le indagini sono fatte da una fotografa della polizia, sempre sul filo della legalità. I due portano alla luce una storia di follia, successa anni prima in una specie di clinica per ragazzi difficili che dove sono successe fatti inquietanti che hanno avuto effetti deleteri sui suoi ospiti. La storia pur scritta in modo gradevole è in molti punti poco credibile, i fatti ci vengono spiegati in modo poco convincente lasciando ampio spazio al sovrannaturale o a spiegazioni del tutto fantasiose.
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Non esiste il bene senza il male
Donato Carrisi ha una grande fantasia narrativa. Sa creare personaggi che lasciano il segno, come Marcus, il “penitenziere”, privo di memoria e rinato a nuova vita, individuato da personaggi vaticani influenti come creatura idonea a perseguire il male ovunque si annidi. Si inizia nei giardini vaticani, ove una giovane suora viene trovata fatta a pezzi (“Hic est diabolus”, si mormora fra le consorelle) : qui iniziano le indagini di Marcus (ma solo alla fine scoprirà il colpevole), che verranno via via indirizzate, parallelamente alle vere e proprie indagini della polizia romana, su altri efferati delitti : c’è in circolazione un “mostro” che assale coppie, uccidendo lui ed accanendosi barbaramente su lei, con rituali macabri e incomprensibili. La tensione emotiva è tenuta sempre ad alto livello, non ci sono momenti di pausa e ad ogni capitolo non mancano colpi di scena e nuovi orizzonti inesplorati. La vicenda infatti è complessa e coinvolge una giovane foto rilevatrice della polizia, il suo ingenuo fidanzato, un funzionario russo con uno strano figlio vittima della follia paterna, un lugubre istituto per minori ove ne succedono di tutti i colori : fatica assai il nostro “cacciatore del buio” a dipanare matasse ingarbugliate, anche perché non conosce i mandanti della missione cui è preposto, mandanti che solo alla fine si disvelano cercando di chiarire, con motivazioni filosofiche e a dire il vero poco convincenti, le motivazioni del loro agire. La conclusione è che il bene non può esistere senza il male : ne è la riprova l’ultima avventura del penitenziere che, dopo un viaggio in Africa, scopre una sorprendente verità, proprio entro le mura vaticane, dove tutto era iniziato. In una intervista all’Autore, si viene a sapere che alcuni riferimenti storici del romanzo corrispondono a verità e che esistono in Vaticano archivi segreti cui non è possibile accedere. Ciò non toglie che la narrazione abbia talora momenti inverosimili e che certi episodi abbiano più del fumettistico che del reale : ma un giallo deve avere i suoi ritmi ed i suoi momenti di suspence, ed in questo Carrisi è veramente geniale. Non cerchiamo gli approfondimenti psicologici dei gialli svedesi o lo stile narrativo cui Jeffery Deaver attinge per far giostrare i suoi consueti protagonisti : Donato Carrisi bada più all’incalzare degli eventi, senza indulgere troppo a studiare caratteri e psicologie. E’ minuzioso però nell’incastrare le varie indagini una nell’altra, aiutandosi anche con tabelloni in cui elenca gli elementi delle scene dei vari crimini ( come è consuetudine di Lincoln Rhime nei romanzi di Jeffery Deaver). Comunque, Donato Carrisi resta un buon autore di gialli : in Italia ha ben pochi rivali.
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La lettrice distratta
Parto dal presupposto che io amo questo genere di libri. Il thriller psicologico per me è il must! Detto questo dovete anche sapere che Donato Carrisi è uno dei miei autori preferiti e quando la Longanesi mi ha proposto di leggere questo libro,sono stata entusiasta. Detto questo…
“Marcus,mio caro Marcus,verrei da te per farti compagnia!”. Marcus è uno dei miei personaggi preferito,perchè ha quella forza d’animo che ti fa capire che non devi mollare. Marcus ha perso tutto,ha perso la sua memoria,la sua persona. Si sta ricostruendo. Ma come per ognuno di noi,anche per lui il limite è arrivato. Vuole sapere per chi lavora,perchè deve vivere nell’ombra,nel buio?
Ma non fa neanche in tempo a farsi queste domande che un nuovo criminale si impossessa di Roma.
Qui vorrei aprire una piccola parentesi. Sei mai stato a Roma? Se non ci sei stato guarda un pò di foto e poi leggi il libro,se ci sei già stato molti luoghi saranno famigliari,ma indipendentemente da questo Carrisi ha la splendida capacità di farti innamorare della città. Roma è la città eterna,ma è la città più bella che esista e nonostante ci sia andata solo una volta,sono innamorata di Roma e felice di poterla ritrovare,ogni volta,nelle splendide parole di Carrisi.
Detto questo passiamo avanti. I personaggi sono ben costruiti,si entra dentro l’animo di ogni singolo personaggio e non parlo solo di carnefice e di Marcus,parlo di ogni singola persona nominata nel libro,dal commissario al compagno di Sandra.Attraverso le parole l’autore ci fa scoprire il passato e presente dei personaggi. Un thriller ben costruito e molto solido. Un risvolto psicologico che non ti saresti mai e poi mai aspettato/a.
Io vorrei convincervi a leggere questo romanzo perchè so che questo consiglio è il migliore che io possa darvi,ma vi ricordo che prima di leggere “Il tribunale delle anime” che il primo di questa duologia,se vogliamo chiamarla così.
Questo libro vuole sottolineare sempre di più l’importanza del male per salvaguardare il bene e come dice sempre Clemente ” Il bene è l’eccezione”.
Il protagonista Marcus e il suo maestro Clemente sono preti e fanno parte della Paenitentaria Apostolica,cioè il ramo della chiesa cattolica che si occupa di assolvere i peccati più gravi,quale l’omicidio,quindi la questione religiosa è molto in risalto. Il modo in cui la Chiesa reagisce al male e soprattutto Carrisi ci da degli ottimi spunti per delle riflessioni per quanto riguarda il cattolicesimo e Dio. Io ammetto di essere atea quindi vedo questa questione da un punto di vista molto neutrale e le sue parole mi hanno portato molto a riflettere,ma penso che tutti possano leggere questo libro perchè fa riflettere sul bene,sul male e sul ruolo della Chiesa in casi così estremi.
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Il bambino di sale
Roma è nel panico. Un sadico assassino colpisce le coppiette che si appartano nei boschi e nelle campagne della capitale. Una vicenda che, per quanto riguarda la tipologia delle vittime, i luoghi isolati e la tendenza a colpire esclusivamente nelle ore notturne, ricorda macabramente quella del mostro di Firenze.
Marcus, penitenziere con un oscuro e tormentato passato, indaga.
Oltre al singolare sacerdote, si occupa del caso anche l’altra protagonista del romanzo. È Sandra Vega, agente della polizia scientifica e addetta alle foto-rilevazioni delle scene del crimine.
Tra numerosi flashback e rapidi cambi di prospettiva, continua l’interminabile battaglia tra bene e male, tema ricorrente nella produzione letteraria di Carrisi.
Le forze maligne sono corrosive, tentacolari. Non risparmiano nessuno. “Il cacciatore del buio” narra una storia molto più grigia, morbosa e torbida rispetto a quella del precedente capitolo della serie, “Il tribunale delle anime”.
Perché stavolta si parla anche di bambini, di infanzie difficili e violente, di poteri oscuri e disegni superiori.
Questo quinto libro dell’autore pugliese, datato 2014, è un thriller pienamente riuscito. Un ottimo romanzo di evasione capace di eliminare i limiti del precedente capitolo, non privo di eccessive complicazioni, e di assorbire il lettore in una vicenda cupa ed intrigante tra omicidi, misteri ed il fascino dell’ambientazione romana.
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IL DIAVOLO E’ QUI
IL DIAVOLO E’ QUI
Marcus e Sandra sono due persone che hanno in comune un talento molto speciale, quello di trovare delle anomalie sulla scena di un crimine,quei piccoli particolari che svelano grandi cose su un omicidio.
Marcus è un prete, ed è l’ultimo dei penitenzieri, con il suo talento riesce a ricostruire le trama di un omicidio entrando nei pensieri dell’assassino,immedesimandosi, ma come quest’ultimo è obbligato a vivere nell’oscurità senza farsi mai scoprire.
Sandra è una foto rilevatrice della polizia e anche lei lavora sulle scene del crimine, e per trovare le anomalie usa l’obiettivo della sua macchina fotografica, infatti è proprio vero, riesce a fotografare il nulla per renderlo visibile.
Spesso il Male è associato al Diavolo, ed esso si manifesta in molti modi, in questo romanzo si manifesta sottoforma di omicidio, dopo una lunga tortura afflitta alle sue vittime,e a pagarne il prezzo sono sempre le coppiette appartate, quelle in cerca di un po’ di intimità,ma è sulle donne che l’assassino riserva la morte peggiore ,dove da il suo massimo sfogo,la quale attraverso alcuni particolari, appunto a quelle piccole“anomalie” trovate sulla scena del crimine, ci racconta di se stesso, ed il perché di tanta violenza, per questo servono due individui speciali come Marcus e Sandra,che con le lori doti speciali dovranno svelare questo mistero molto complicato, andando a scavare nel passato per scoprire il presente, il tutto è ambientato a Roma che come città, di passato ne ha un bel po’ da raccontare.
Anche quest’ultimo lavoro di Carrisi è stato molto bello direi proprio un ottimo thriller,ha un ottima trama, infatti ci sono tutti gli “ingredienti” per esserlo suspense,azione e tanto mistero,dosato in quantità giusta alla fine di ogni capitolo in modo tale da “divorare “ il libro capitolo dopo capitolo. Ben descritti i luoghi, i personaggi, e i dialoghi, regalando un lettura molto scorrevole, tant’è che sembra di guardare un film.
Fino ad ora tutti i libri di Carrisi che ho letto non mi hanno mai deluso,anzi,perciò mi sento di consigliare anche quest’ ultima opera, in primis agli amanti del genere Thriller,che un libro cosi non può di certo mancare nella libreria, e a chi vorrebbe leggere una storia molto coinvolgente.
Buona lettura.
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"Lo adoro"
"Lo adoro" quando dagli indizi riesco ad indovinare alcuni eventi che si sveleranno da li a poche pagine.
"Lo adoro" quando mi accorgo che, nonostante tutto, tanti altri eventi mi stupiscono sempre.
"Lo adoro" ancora di più quando leggo la sera ed un brivido mi pervade il corpo per l'ennesimo colpo di scena.
Un altro thriller psicologico ben scritto da Donato Carrisi. Per chi ha scritto romanzi come il Suggeritore e L'ipotesi del male, non è affatto facile continuare a scrivere in modo così piacevole per un pubblico di lettori sempre più esigente.
Questo romanzo mi avviicina ad una realtà oscura che purtroppo fa parte del nostro mondo. Quante volte in TV vediamo servizi di serial killer che ammazzano delle giovani coppie. Eventi che accadono in tutto il mondo e che ci appaiono così lontani. Carrisi ha portato tutto questo nelle nostre case con personaggi ben studiati, snocciolando la loro psicologia e ambientando tutto in una Roma pregna di politica e compromessi ma sempre affascinante misteriosa come solo lei sa essere.
Il tribunale delle anime e Il cacciatore del buio. Ma chi è Marcus? Che il nostro Carrisi abbia in serbo un altro episodio?
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Glenn Cooper - La biblioteca dei morti (per chi ha amato il lato occulto del romanzo)
Jeffery Deaver - October List (per chi ha amato il profilo psicologico dei personaggi)
Joël Dicker - La Verità Sul Caso Harry Quebert (per chi ha amato il lato investigativo)
Sebastian Fitzek - La terapia (per chi ha amato il brivido)
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Il bene e il male
Non posso che associarmi alla folta schiera di lettori entusiasti: questo thriller vi terrà incollati fino all'ultima pagina! Il seguito de "Il Tribunale delle Anime", riprende scene, ambienti e descrizioni del suo predecessore, continuandone la narrazione in una logica consequenzialità. Ritroviamo così i due protagonisti principali, il penitenziere Marcus e la fotorilevatrice Sandra i quali, a distanza di qualche anno dalle vicende del primo romanzo, si ritroveranno a collaborare per risolvere l'enigma di un serial killer che ammazza le coppiette che si appartano per avere un momento di intimità. Ritroviamo altresì lo stile dell'autore il quale riesce a mescolare sapientemente descrizioni particolareggiate unite ad introspezioni degne dei moderni thriller psicologici. L'unica pecca che mi sento di volgere riguarda la trama che a tratti sembra forzata: non è raro, infatti, ritrovare delle provvidenziali coincidenze senza delle quali l'indagine non sarebbe potuta proseguire; peraltro alcune deduzioni di Marcus sembrano dettate da poteri soprannaturali piuttosto che ad una reale capacità di osservazione, ancorché straordinaria (in questo è maestro il celeberrimo Sherlock Holmes, per intenderci). Tirando le somme, è un libro che va assolutamente letto grazie ad una trama incalzante ed avvincente, alla presenza di temi e luoghi mistici ed affascinanti nonchè alla presenza di due protagonisti che non possono lasciare indifferente neanche il lettore più esigente. Il connubio di queste qualità non vi farà neanche accorgere di alcune delle leggerezze ed incoerenze narrative rinvenibili in alcune parti della trama. Peraltro il finale del libro, volutamente aperto, ben lascia sperare in un terzo romanzo. Consigliatissimo!!!
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Hic est diabolus
Rispetto a capolavori come "il suggeritore" o "il tribunale delle anime", questo libro non è sicuramente all'altezza, ma resta comunque un ottimo thriller ambientato in una Roma oscura e forse anche un po' mistica.
La trama è come al solito molto complessa, si svolge attorno ad un serial killer imprendibile che terrorizza la città con omicidi molto cruenti e brutali, ritroviamo personaggi già conosciuti come l'agente Vega e Marcus, magari chi non ha letto il libro precedente può trovarsi un po' spiazzato. Per chi invece li conosce già, può cercare di capirli un po' meglio, anche se non sono pienamente delineati, questa è una caratteristica che ho ritrovato in tutti i libri di Carrisi.
E' un thriller molto psicologico, ci sono cose che ti lasciano un po' perplesso ed altre piuttosto sconvolgenti. A mio modesto parere, Carrisi è probabilmente il migliore scrittore di thriller in Italia, i suoi libri sono una garanzia. Il finale poi ti spiazza un po', ti lascia un dubbio e una grande curiosità per il prossimo libro: chi sarà questo maestro?
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Il bambino senza nome
Sandra è una fotoreporter della polizia, lei riesce a scovare le "anomalie" mentre fotografa le scene del delitto, attraverso l'obbiettivo della macchina fotografica vede incongruenze, dettagli e piccole sfumature che ad occhio nudo sfuggono agli investigatori.
Marcus è un prete, o meglio sa da poco di esserlo, quando sceglie di riscoprire il suo pericoloso passato, dopo aver perso la memoria. Questo lo riporterà a Roma, dove nel cuore del Vaticano, viene scoperto un cadaveri mutilato di una giovane suora.
E' la mrte che farà ritrovare Sandra e Marcus, la morte dolorosa di due giovani amanti, ritrovati uccisi spietatamente in un luogo appartato sulla via Appia.
Questo sarà solo l'inizio di una scia di terrore che porterà nella capitale una figura misteriosa che verrà denominata "il bambino di sale".
Un thrille psicologico che porta il marchio di fabbrica di Carrisi, ovvero molta introspettiva dei personaggi, schemi ben congegnati e colpi di scena che fanno stare il lettore con il fiato sospeso.
Non lo scopro certo io, Donato Carrisi è tra i migliori autori italiani sul genere e non credo tema alcun confronto con i colleghi stranieri.
Ancora una volta un libro molto ben strutturato e pensato, un immagine della psiche omicida che deriva dai suoi studi di settore, un lato della mente umano spesso gestito dal raziocinio, portato all'esasperazione dai contesti che ci circondano.
Altra nota lieta la collocazione in Italia del libro. Di solito Carrisi ambientava i suoi lavori in città generiche senza nessun riferimento, qui invece i fatti si svolgono nel Vaticano (che dopo Dan Brown sembra stia riscuotendo un interesse viscerale negli scrittori thriller =) e si riescono ad intravedere scorci e bellezze della nostra splendida capitale.
Un libro da divorare per gli amanti del genere!
Grazie Donato Carrisi!
Buona lettura
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Maschile e femminile
Ambivalente è la chiave di lettura di questo giallo, nel senso che sia i cacciatori sia gli inseguiti hanno sia un volto maschile che un volto femminile. Partiamo dai cacciatori: lui è un prete che riesce a scorgere la traccia invisibile che il male lascia sulle cose e lei è una fotorilevatrice della polizia che fotografa il vuoto. Gli inseguiti sono un bambino di sale ed una bambina di luce. E questa doppia faccia del maschile e femminile è l’aspetto più caratteristico di un giallo ben costruito, ben pensato, ben sviluppato e ben scritto. Sicuramente durante la caccia emerge un elemento, quello chiave del romanzo, che il lettore non si aspetta e che rappresenta il punto di svolta, sicuramente nel corso della storia la cura di molti particolari appassiona il lettore e la caratterizzazione dei personaggi è un continuo crescendo. Forse la suspence non è ai massimi livelli, o almeno non in tutte le parti del libro, forse il finale non è di quelli più sconvolgenti, forse la parte esoterica andava un po’ alleggerita. E’ indubbio che resta una validissima conferma di un autore italiano che si distingue nel panorama letterario attuale.