Il bacio del calabrone
Letteratura italiana
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UN KILLER INSOLITO
E’ uno spettacolo insolito quello che va in scena al laboratorio dei costumi del Teatro di Roma. A sorprendere non è tanto la nuova edizione della Traviata (originale si, ma poco convincente!) quanto l’insieme di eventi che accompagnano la cena successiva. Tito Cannelli, il titolare della famosa maison di moda che ha curato gli abiti dell’opera lirica, si accascia al suolo e muore. Alla rappresentazione poteva forse mancare Manrico Spinori, Pubblico Ministero dai gusti raffinati e dall'intuito formidabile? Questa volta, suo malgrado, si ritrova addirittura spettatore diretto del dramma. Pare che il killer sia però piuttosto insolito: il de cuius è stato freddato dalla puntura di un calabrone (Vespa Mandarina) proveniente nientemeno che dal Giappone. Tra l’altro il bizzarro assassino è stato messo a tappeto in tempi record dalla mano spietata dello stesso PM. Caso chiuso dunque! Non esattamente! Il procuratore Generale, Gaspare Melchiorre, gli affida subito le indagini se non altro per mettere a tacere la stampa che già dopo poche ore è in pieno fermento. Potrebbe sembrare il caso più semplice e banale della storia, eppure il ritrovamento di due cadaveri, non costituisce di certo un incentivo all'archiviazione delle indagini, soprattutto perché i due malcapitati appartengono alla cerchia di conoscenze del defunto Cannelli. Possibile che si tratti di una tragica fatalità? A Manrico non resta altra scelta che andare avanti e lasciarsi condurre nel mondo eccentrico dell’alta moda, tra avvocati che vanno a braccetto con la criminalità organizzata, stilisti eccentrici, modelli arrivisti e acquirenti competitivi e pronti a tutto. Sarà accompagnato, anche questa volta, dalla sua squadra tutta al femminile e in particolare dall'ispettrice Deborah Cianchetti che, con i suoi metodi pratici e risolutivi, oltre a strappare più di un sorriso, sarà determinante nella risoluzione del caso. Ma a guidarlo nei meandri di questo universo sconosciuto sarà la misteriosa Vera Grant, direttrice del canale telematico Absolute Fashion. Intrigante, colta e affascinante riesce da subito a catturare la sua attenzione e chissà, magari, a ritagliarsi anche un posto di tutto rispetto nel suo cuore?
Insieme a loro sarete catapultati anche voi nel mondo luminoso della moda. Prestate attenzione a fronzoli e ornamenti dai colori sgargianti perché potreste restare abbagliati: guardando a luci spente troverete un microcosmo intriso di gelosia, corruzione e invidia. Come accompagnamento a una prosa essenziale ma decisa e incalzante ritroverete la solita musicalità che fa da sottofondo alle indagini del PM melomane. D'altronde si sa che l’opera e la vita quotidiana si scambiano spesso gli abiti di scena e difatti anche stavolta sarà un’opera lirica a fornire la chiave di lettura del delitto puntando i riflettori sulla vera protagonista, nascosta dietro le quinte: la vendetta, fredda lenta e spietata.
Le parole scorrono pagina dopo pagina, i personaggi sfilano sul palco edificato dalla penna di Giancarlo De Cataldo come fossero attori reali, intenti a recitare e cantare un trama ben congegnata che non esime da una attenta riflessione sulla dimensione umana e personale. Una conferma per gli appassionati del genere, una scoperta per i nuovi lettori.
Mettevi comodi lo spettacolo inizia!
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Tre delitti nell'alta moda.
Un giallo intrigante, che ha come protagonista un personaggio ben noto agli amanti del genere: il pubblico ministero Manrico Spinori, detto "il contino", un eccentrico poliziotto di nobile casato, amante dell'opera lirica, gusti raffinati ed un formidabile intuito, tanto da essere chiamato dal suo capo Gaspare Melchiorri (detto "Volpe Argentata") a risolvere i casi più complessi. Ed è infatti molto complicato il caso trattato nel romanzo, un caso che accosta l'investigatore al mondo esclusivo dell'alta moda internazionale. Il tutto avviene al Teatro Costanzi di Roma, dopo l'esecuzione della Traviata: durante un party presso il laboratorio dei costumi del teatro, il titolare di una famosa maison di moda, Tito Cannelli, muore per probabile shock anafilattico dopo la puntura di un calabrone (la Vespa Mandarina, proveniente dal Giappone, come accerterà poi un entomologo universitario), infilatasi sotto la camicia. La morte appare subito poco chiara, Manrico inizia ad indagare: il probabile autore del delitto è tra i commensali, e non è certamente facile orientarsi tra personaggi tanto diversi. Tra questi, Luciano Righi, stilista di fama, che ama definirsi "creatore" di moda, l'affascinante Vera Grant, una firma della rivista Fashion, e poi Irina Zed, una donna altera ed originale, moglie di Cannelli, apparentemente ancora innamoratissima del marito... Ma non basta: sono indagati anche un famoso avvocato, Mainz, il legale di Cannelli, resosi irreperibile dopo la morte del suo cliente e sospettato di legami con un clan mafioso, e un giovane modello biondo, dotato di poco cervello ma ansioso di farsi strada nel mondo scivoloso e inquieto dell'alta moda. Questi due ultimi personaggi saranno le altre due vittime dell'assassino, che verrà alla fine scoperto: non sarà un gran colpo di scena, il lettore attento intuirà già dai primi capitoli l'identità del possibile autore dei delitti e, addirittura, la fine che farà. L'abilità di Giancarlo de Cataldo sarà quella di condurre il lettore nei meandri di due piste investigative, con momenti di suspense e con colpi di scena fuorvianti. Tutta la vicenda è comunque ben costruita, incentrata come accennato sul sorprendente ed equivoco mondo dell'alta moda: un mondo tutto particolare dove a sfilate scintillanti di modelle con creazioni esclusive e costose si contrappone un mondo sotterraneo dove corruzione, invidia e desiderio insopprimibile di emergere fanno da torbido sottofondo.
Emerge su tutto e tutti l'abilità del nostro amato protagonista: quel Manrico Spinori, pubblico ministero ben coadiuvato dalla sua principale collaboratrice, la poliziotta Deborah Cianchetti, una romanaccia grande e grossa, tutta muscoli ma con un cervello raffinato, sempre pronta a dire la sua con consigli utili e spesso risolutivi. Grande è la passione del nobile Spinori per la musica lirica: gran conoscitore di opere, cerca sempre nelle sue investigazioni di trovare somiglianze o affinità tra l'indagine in corso e la vicenda di un'opera lirica, perchè, afferma, " nell'opera si annidano i moti profondi dell'animo e i delitti, tutti i delitti da quello dipendono in ultima analisi: da un'alterazione dei moti dell'anima ... alla radice c'è sempre la più micidiale e pericolosa macchina assassina che sia mai stata concepita, l'essere umano".
L'opera lirica in questione per le vicende narrate nel giallo è la Tosca di Puccini: ed il lettore attento troverà più di un'affinità.
Lo stile narrativo è come sempre brillante e coinvolgente, l'ambiente della moda nel quale il protagonista deve muoversi nasconde sorprese, omertà, tranelli, personaggi che sanno ben nascondersi dietro facciate di rispetto e difficili da stanare.
Una vicenda particolare in un mondo particolare: ci vuole però ben altro per intimorire il nostro solerte e astuto pubblico ministero.
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Un calabrone all'Opera
Il Pm Manrico Spinori, melomane, nobile decaduto, amante indomito, sempre alla ricerca di stimoli nuovi, questa volta nel laboratorio dei costumi del Teatro Costanzi di Roma, assiste in prima persona alla morte, sospetta, di Tito Cannelli , proprietario di una famosa casa di alta moda.
Si scoprirà in seguito che la morte sospetta è invece un omicidio davvero singolare, perchè Cannelli muore per shock anafilattico, per la puntura di un calabrone, e un calabrone in un teatro è assai raro da trovare, a meno che non venga introdotto furtivamente. Quando diventa chiaro che si trovano davanti a un omicidio premeditato, Manrico e la sua squadra di tutte donne, Cianchetti Orru e Vitale, avviano l’indagine che si indirizzerà tra familiari e affini di Cannelli, ma soprattutto nel campo della moda, sconosciuto a Spinori, ma che ben presto comprenderà che quel mondo fatto di orpelli e ornamenti, nasconde sporchi giochi di potere.
Manrico Spinori è bello e affascinante, non a caso il suo informatore, Lediosca, lo ha rinominato Marcello, per la sua somiglianza con Marcello Mastroianni e non a caso De Cataldo è un amante de La Dolce Vita e un assoluto felliniano.
Spinori è colto, sa di arte e di musica classica, e per lui ogni delitto è riconducibile a un’opera lirica, e in questo caso va in crisi proprio perchè non riesce a trovare attinenze con nessuna delle opere a lui conosciute.
Spinori è nobile, ma soprattutto nei modi e nell’animo. Vive insieme alla madre e a un fedele maggiordomo nell’unica casa che gli rimane di famiglia,dato che la madre, la contessa Spinori, ha dilapidato tutto perchè affetta da ludopatia.
Si innamora facilmente e allo stesso modo si disamora, perchè facilmente delude o rimane deluso.
Il tutto ovviamente è ambientato nelle strade di Roma, che De Cataldo conosce bene, pur essendo un adottivo, nato a Taranto.
Il giallo è intricato quanto basta e di piacevole lettura, perchè De Cataldo scrive bene, e questo è innegabile.
Consigliato sotto l’ombrellone.