I quattro cantoni
Letteratura italiana
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Sceriffa in tacco 12
Lolita è spavalda, Lolita è intelligente, Lolita è sensibile, Lolita è una donna meravigliosa. Sul lavoro ha un istinto eccezionale, nella vita privata è una frana e soffre. Mi ricorda qualcuno…tranne che per i tacchi. Questo ulteriore episodio della serie conferma l’abilità dell’autrice di tessere storie in giallo molto ben costruite, inframmezzandoli con i nastri rosa dell’evoluzione dei rapporti personali ed anche lavorativi dell’ispettrice più sexy del panorama italiano. Il tutto in un’ambientazione nel Sud Italia che dà un calore unico ed il tutto condito dalle ricette all’italiana che la nostra Puglia offre. In particolare in questo libro conosciamo una Bari con un doppio lato, quello magico della Bari storica, chiassosa ed ineguagliabile, ma anche, a soli due passi, quello grigio del degrado, che fa calare una cappa nera su una città colorata di vita, facendoci intingere i piedi in quella melma putrescente che è il mondo della pedofilia.
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Uno strano gioco molto pericoloso
Torna la commissaria Lolita Lobosco, felice creatura di Gabriella Genisi, ne I quattro cantoni. Un libro che si legge con interesse e crescente fascino. Un testo che nella ricerca di un colpevole, inusuale e alquanto sfuggente, si mette in essere come un gioco infantile molto in voga anni or sono. Si chiama appunto il gioco dei “quattro cantoni”, ovvero:
“Quello con le pedine agli angoli e una al centro”.
Quello al centro è sicuramente l’omicidio più importante; mentre quello finale, quello eclatante e quelli intorno sono i tanti , troppi omicidi che stanno insanguinando la città di Bari, durante le feste natalizie. Parallelamente la narrazione può assimilarsi nel suo contenuto precipuo a :
“Gli elementi essenziali della vita: il fuoco, il cibo e l’eros.”
Il primo omicidio, con cui la nostra protagonista si trova ad investigare è quello di Nanni De Carne, fotografo professionista. Orribilmente seviziato e lasciato morire lì. A seguire quello di altre tre vittime, che vengono , con macabro gusto, ricomposte seguendo particolari rituali. Uno, un pediatra:
“Ucciso come san Sebastiano, legato come un salame a una delle colonne a torchon del letto a baldacchino, e infilzato da tredici frecce.”
Ad un altro viene compiuta la riproduzione de La morte di Marat. Cosa vuol significare? Cosa vuole fare questa sorta di Angelo Vendicatore? Riuscirà Lolita Lobosco a catturare l’assassino?
Oltre all’indagine tipica del genere a cui appartiene, la narrazione si distingue, soprattutto, per la caratterizzazione della commissaria Lolita. Lei che ossessiva ricerca la verità, anche a costo di incattivirsi le autorità che le sono invise, ma al contempo è anche una donna che soffre e gioisce nell’intimità e nella vita affettiva. Un ritratto di donna che affascina e convince nel suo intimo precipuo. Una storia ben congegnata ed elaborata, che trascina il lettore con curiosità ed interesse. Un testo che, accanto alla storia di genere , racconta molti temi d’attualità: la condizione dei rom, la pedofilia, le difficoltà sentimentali e non solo. Un bel giallo, che cattura ed avvince.